Tentano di scardinare il Bancomat di Santa Maria Novella, arrestati

Sono finiti a Sollicciano tre cittadini romeni sorpresi dalla Polizia Ferroviaria di Santa Maria Novella con tutto l’occorrente per manomettere gli sportelli bancomat.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 ottobre 2012 18:48
Tentano di scardinare il Bancomat di Santa Maria Novella, arrestati

Gli agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria guidati dalla Dr.ssa Lorena La Spina si sono insospettiti quando hanno notato uno dei fermati che, appena sceso da un treno proveniente da Torino, ha attraversato velocemente la galleria con in spalla una borsa porta computer. Dopo essersi continuamente guardato intorno, lo straniero ha subito incontrato fuori dalla stazione altri due suoi connazionali. Appena i tre si sono separati è scattato il blitz della Polfer. Durante i controlli, i tre sono stati perquisiti e dalla borsa per notebook sono usciti componenti di sportelli bancomat, cavi elettrici, batterie di telefoni cellulari, microtelecamere e circuiti elettronici abilmente collegati al resto del materiale rinvenuto.

A questo punto gli agenti sono voluti andare più a fondo e i successivi accertamenti hanno permesso di rinvenire nell’autovettura in uso al gruppo (parcheggiata nel parcheggio sotterraneo) diversi oggetti utilizzati per montare i cosiddetti “skimmer”, ovvero taglierini, cacciaviti e colla. Gli arnesi erano ben nascosti dentro la tappezzeria di un sedile dove era stato ricavato uno scomparto segreto scucendo la fodera. All’interno del mezzo, le forze dell’ordine hanno trovato anche un navigatore satellitare sul quale, tra le destinazioni impostate, c’era proprio quella relativa ad un Bancomat della provincia.

Lo sportello era stato perso di mira dai malviventi nei giorni scorsi con due prelievi per oltre 1000 euro complessivi messi a segno tramite la clonazione di bancomat. Sono in corso accertamenti per verificare ulteriori manomissioni. I tre, senza fissa dimora, sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di “ricettazione in concorso” connessa al reato di “Diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico”.

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