Poltrone da rinnovare, tutti con Renzi, o quasi. Dopo Eugenio Giani, il buio

Il presidente eletto Eugenio Giani è personaggio politico di enorme spessore, è figura storica d'altri tempi, uno di quelli capaci di raccoglie stima in senso trasversale. Sul successore è caos

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 novembre 2011 14:00
Poltrone da rinnovare, tutti con Renzi, o quasi. Dopo Eugenio Giani, il buio

Il presidente Eugenio Giani deve lasciare la poltrona del Salone de' Dugento, e dire che lui conosce bene la poltrona, il banco, persino il pavimento della sala che ospita il Consiglio comunale di Firenze. Ma il pluripresidente di Enti e Fondazioni, consigliere regionale, e le tante altre cariche attribuitegli nel corso degli anni (o dei secoli, per chi lo considera un viaggiatore del tempo) non può continuare, purtroppo, ad accumulare medaglie sul proprio stendardo. Il Gruppo del PD non trova un accordo sul successore.

Al sindaco Matteo Renzi piacerebbe la nomina di Caterina Biti, faccia pulita, sorriso di periferia e tanta passione investita nella comunità dell'Isolotto, una classe '76, ennesima giovane donna in squadra. La consigliera Biti, che dopo il suo primo giorno in Palazzo Vecchio scriveva ai compagni della lista "Facce Nuove": "Come nella mia migliore tradizione ho sbagliato strada per arrivare alla sala de’ dugento.. ma stavolta era l’emozione! - ci può stare, per chi veramente vive la sua prima volta da 'politico', ma successivamente è profetica - La votazione del Presidente è andata per le lunghe perchè l’opposizione, a parte Razzanelli che mi ha in questa occasione piacevolmente colpito, ha deciso di votare bianco.

E’ una cosa che sinceramente non ho capito. In riunione capigruppo tutti ci avevano detto questa cosa pur ribadendo di avere grande stima e affetto per Giani.. allora mi chiedo io, visto che il presidente è di tutto il consiglio, se lo stimi, cavoli allora votalo che così diamo anche un bel segnale di voglia di lavorare insieme, no!? Mah..". Quando si dice lo spirito di osservazione. Adesso il problema della scelta si ripropone e Renzi non intende arretrare. Il cambio della guardia è rimandato a data da destinarsi, al momento non ci sono le condizioni e serve qualcuno in grado di traghettare il 'barcone' oltre gli scogli del Bilancio e della vertenza Ataf.

Qualcuno potrebbe anche domandarsi "Possibile che non ci sia una persona di cui tutti possano fidarsi?", ma sarebbe una domanda da gruppo parrocchiale, da centro estivo, da consiglio di classe e non da organo politico di una città che invece è più vicino ad una seduta condominiale dove potrebbe sempre spuntare il condomino che, ispirandosi a Benigni, nasconde il nano da giardino nell'armadio.. Diffidare. Il sindaco è pronto a voltare le spalle ai dissidenti, e ad attingere tra gli scontenti dell'opposizione.

Scontentati da chi e di cosa è un tema a parte. Tra questi FLI, Lega Nord, ma anche i sostenitori di Giovanni Galli che si sono staccati dal PDL. AntLen

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