Arno, ti ricordi quel 4 novembre 1966?

Venerdì 4 novembre un convegno per premiare i ragazzi delle scuole partecipanti all'edizione 2011 Raddoppiano le classi e gli studenti partecipanti al progetto 2012, inserito nel programma de “Le Chiavi della Città”. L’iniziativa realizzata da Autorità di bacino e Comune di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 novembre 2011 19:39
Arno, ti ricordi quel 4 novembre 1966?

Le interviste raccolte in famiglia sull'alluvione del '66, sulla vita col fiume e sul fiume, hanno permesso di scavare nel passato e di riaprire l'album dei ricordi di nonni, zii e vicini di casa. Disegni, foto e racconti hanno caratterizzato i lavori dei ragazzi delle scuole fiorentine che hanno preso parte al progetto “Arno, un fiume per amico” e saranno presentati venerdì 4 novembre, all'Istituto degli Innocenti, in Piazza SS. Annunziata 12 a Firenze, durante la premiazione delle classi partecipanti all'edizione 2011.

Le uscite sul fiume, alle Cascine o alla terrazza di Piazza Poggi dove un tempo sorgeva l'antica “Fabbrica dell'Acqua”, hanno permesso l’osservazione della realtà ambientale propria del fiume, anche nel tratto cittadino, in modo da poter comprendere la composizione del patrimonio faunistico e vegetale. Inoltre, sono state l'occasione per approfondire i temi legati alla biodiversità, alla difesa della qualità delle acque del fiume, alla connessione con il sistema urbano e ai mutamenti del fiume anche causati dall’azione del tempo e dall’agire dell’uomo. “Il progetto sull'Arno - ha ricordato Gaia Checcucci, Segretario Generale dell'Autorità di bacino - ha fornito ai ragazzi gli strumenti per entrare in contatto con i diversi aspetti del fiume, di conoscere i mestieri legati all’Arno e i luoghi dove veniva svolta l'attività mercantile della Firenze dei secoli passati.

Inoltre, gli incontri in classi e le visite sul fiume hanno permesso di conoscere le opere di difesa dalle alluvioni realizzate dai fiorentini in più di mille anni di storia, e quelle da realizzare in futuro. Infine, gli studenti delle scuole elementari e medie hanno potuto comprendere meglio il legame esistente fra interventi di sicurezza idraulica, tessuto urbano e tutela dell’ambiente. La cultura del fiume – ha concluso Checcucci - è possibile solo se diamo ai ragazzi l'opportunità di conoscere fin da piccoli tutto quello che ruota attorno all'Arno, compresi gli interventi per renderlo sicuro”. I prodotti di questa attività, tipicamente testi e immagini, sono stati condivisi nell'ambito del Portale dei Ragazzi: sia sfruttando lo strumento della community We:P, che il blog dedicato alle singole scuole. Interessante anche il risultato del questionario distribuito ai ragazzi delle scuole su tre domande riguardanti il tema dell'acqua: “quando è troppa, quando è troppo poca, quando è troppo sporca”.

(Scheda allegata) All'iniziativa dell'Anno Scolastico 2010/11 hanno partecipato 16 scuole, con 26 classi distinte. Più di 600, tra piccoli della Scuola Primaria e ragazze e ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado, hanno risposto in modo altrettanto esaltante, con la loro grandissima curiosità, creatività e fantasia. Tanti tecnici dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno hanno messo a disposizione la loro esperienza e la loro passione. L'Autorità di Bacino del Fiume Arno e il Comune di Firenze hanno deciso di rilanciare l'iniziativa anche per il nuovo anno scolastico: anzi, di raddoppiare, raggiungendo altre 24 scuole, 50 nuove classi, e più di 1000 giovani studenti e studentesse della città. Domani, giovedì 3 novembre, alle 12 (Palazzo Vecchio, Cortile della Dogana) il presidente di Publiacqua Erasmo D’Angelis e il presidente del Consiglio Comunale di Firenze Eugenio Giani presentano, in vista del 45° anniversario dell’alluvione di Firenze, una teca celebrativa che contiene i rifiuti del ’66, oggetti di uso quotidiano strappati via dall’acqua, sepolti lungo gli argini dell’Arno e ritrovati grazie ai lavori di scavo di Publiacqua per il progetto ERSA, l’Emissario Riva Sinistra d’Arno che renderà Firenze la prima area metropolitana depurata al 100%. Ma cosa accadde nei luoghi di confine, che pure tra i primi furono invasi dalle acque dell’Arno? Le cronache del tempo raccontano che già alle tre del mattino il manicomio di San Salvi fu, in pochi minuti, sommerso.

C’erano allora gli orti per l’ergoterapia, molti animali nella colonia agricola e soprattutto tanti “matti” a dormire nelle loro stanze mentre rapidamente il livello dell’acqua superava i due metri. Venerdì 4 novembre alle ore 21, i Chille de la balanza presenteranno immagini, assai rare, e testimonianze di quei giorni: molte le “persone” (infermieri, suore, psichiatri, comuni cittadini...) che si sono rese disponibili, ma la serata, a ingresso gratuito, è tuttora in fase di costruzione; da qui l’invito a chi abbia foto o abbia vissuto l’alluvione a San Salvi o comunque nel quartiere, a contattare la compagnia teatrale: tel.

055-6236195 o chille_@libero.it In questi giorni, dopo la recente scomparsa di don Enzo Mazzi della Comunità dell’Isolotto, assume un particolare rilievo la testimonianza di Marcello Genivi, un angelo del fango: “Sono nato nel 1950 e quindi al momento dell'alluvione avevo solo 16 anni. È impossibile dimenticare la straordinaria gara di solidarietà di quei giorni: giovani e meno giovani provenienti da tante parti del mondo, militari di leva e in servizio sono arrivati a Firenze per dare una mano come meglio potevano.

A Firenze un ruolo determinante nell'affrontare le difficoltà del momento lo hanno avuto i centri di soccorso nati spontaneamente, ai quali appartenevano componenti di diversa estrazione sociale, religiosa, culturale e politica. Abitavo all'Isolotto e la mia parrocchia, con i parroci Enzo Mazzi e Sergio Gomiti, faceva da coordinamento negli aiuti, sia per la popolazione, sia per i luoghi alluvionati. Ricordo il mio impegno di diversi giorni con il gruppo a togliere il fango nell'ex manicomio di San Salvi e in altre zone della città e della periferia”.

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