Calenzano (FI): il Comune fa pagare i libri alle elementari

A tutte le famiglie con un indicatore Isee superiore ai 16mila euro. E la Regione ferma l’iter di realizzazione del nido aziendale. Pieri (Udc verso PdN): “Preoccupazione per la chiusura culturale sugli Asili dimostrata da Unicoop”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 settembre 2011 22:05
Calenzano (FI): il Comune fa pagare i libri alle elementari

Si ingegnano i comuni a far fronte ai tagli e non fa neppure più notizia che a pagarne le spese siano le famiglie. A Calenzano la Giunta ha deciso di garantire la fornitura gratuita dei libri di testo solo “alle famiglie degli alunni che frequentano le scuole primarie di Calenzano, aventi un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) pari o inferiore a € 16.000,00”. La delibera (n. 59 del 21.4.2011) è precisa e dà atto del fatto che il Testo unico sulla scuola prevede altrimenti (art.

156 del D.Lgs. 297/94: “Agli alunni delle scuole elementari … i libri di testo … sono forniti gratuitamente dai comuni, secondo modalità stabilite dalla legge regionale”), ma poiché la legge regionale nulla dispone in merito, ecco che gli amministratori di questo comune della provincia fiorentina, vista la mancanza di finanziamenti statali ad hoc, decidono di “ non dover sopperire con fondi propri alle carenze statali, accollandosi costi che sono di competenza dello Stato”. ''Fornire i libri alla scuola dell'obbligo non è una prerogativa dei Comuni.

E' uno dei tanti servizi dello Stato" Le spiegazioni date dal sindaco Alessio Biagioli non hanno convinto l’Associazione Genitori Toscana “Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da parte di genitori di bambini iscritti alla scuola primaria nel comune di Calenzano –dichiara Rita Manzani Di Goro, presidente dell’Associazione Genitori A.Ge. Toscana- e poiché la delibera viola l’art. 34 della Costituzione della Repubblica Italiana (“L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”), abbiamo chiesto agli Amministratori di dichiararla nulla e di fornire gratuitamente i libri a tutti i bambini.

Intanto però la scuola si è aperta e le maestre sollecitano i libri, per cui si dovrà necessariamente procedere al rimborso”. Da notare che quello dei libri di testo per la scuola primaria è un prezzo imposto che varia da euro 18,91 nella prima classe a euro 41,44 IVA compresa nella classe quinta, per un totale di euro 145,00 per l’intero ciclo; i Comuni hanno poi diritto a un piccolo sconto. L’A.Ge. Toscana ha dunque inviato una lettera circostanziata a Sindaco, Prefetto, Assessorato Regionale e Ufficio Scolastico chiedendo un ripensamento della delibera e intanto i genitori calenzanesi restano in attesa di risposta. “Una palese violazione di una circolare ministeriale che prevede la gratuità totale dei libri di testo per le scuole primarie mediate sistema delle cedole librarie.

L’amministrazione comunale di Calenzano, anziché assumere decisioni in aperto contrasto con fonti normative superiori, farebbe bene a spiegare ai cittadini le ragioni di questa scelta iniqua e approssimativa. Facendo pagare i libri di testo in base all’indicatore Isee il Comune di Calenzano viola palesemente una circolare del Ministero dell’Istruzione a fa gravare sui cittadini costi che dovrebbero essere sostenuti dai Comuni” Così il consigliere regionale del PdL Tommaso Villa in merito alla decisione assunta dal Comune “La scelta del sindaco ha il chiaro sapore della battaglia ideologica, con tanto di corollario contro peccato che abbia sbagliato mira e misura Anziché ergersi a legislatore e insistere con la solita litania dei tagli da parte del Governo centrale, il sindaco dovrebbe spiegare a molti suoi concittadini perché dovranno pagare i libri di testo per i propri figli, mentre nei Comuni limitrofi ciò non accade.

E ancora: con quale coraggio si parla di equità quando si decide arbitrariamente una soglia di reddito, peraltro piuttosto bassa, senza prevedere scaglioni, così come dovrebbe essere quando si adotta l’Isee? Ci può spiegare il sindaco Biagioli perché chi ha un Indicatore della situazione economica equivalente pari a 16mila euro non paga nulla – così come deve essere – mentre chi ha la sfortuna di registrare anche un solo euro in più deve pagare per intero i testi?”, conclude Villa. «Il Comune di Calenzano ha operato una scelta di equità? A dire il vero ha deciso di colpire sempre e comunque coloro che pagano le tasse a pro degli evasori fiscali».

Commenta così il consigliere regionale della Lega Nord Toscana, Gian Luca Lazzeri «Mi sembra scandaloso – prosegue il consigliere eletto nella circoscrizione fiorentina – andare a colpire soprattutto quei lavoratori dipendenti con busta paga regolare che superano la soglia dei 16.000 euro annuali e, giustamente e onestamente o anche perché costretti, dichiarano tutto nonostante non ce la facciano ad arrivare alla fine del mese, mentre si continua a favorire coloro che evadono le tasse.

Come al solito, a pagare saranno quasi esclusivamente gli onesti perché basta lavorare con un contratto minimo regolare e il resto a nero oppure fare i furbi dichiarando il nulla o quasi per chi ha la partita IVA che la soglia dei 16.000 euro non la si raggiunga sulla carta. Naturalmente si darà la colpa ai tagli operati dal Governo, ma resta il dato di fatto che il Comune di Calenzano è l’unico in Toscana che ha deciso di vessare i cittadini con figli alle scuole primarie. Perché gli altri Comuni toscani non hanno fatto lo stesso? Se il Comune di Calenzano, come afferma Biagioli – conclude Lazzeri –, non vuole più “sopperire con fondi nostri a carenze statali, accollandoci costi di competenza dello Stato” vuol dire che il problema nasce dall’incapacità di gestione dell’amministrazione calenzanese». “La Giunta faccia chiarezza sulla realizzazione dell’asilo nido aziendale della Regione Toscana presso al sede di Novoli, a Firenze.

A fronte di liste d’attesa interminabili restiamo allibiti davanti alla decisione di interrompere l’iter di realizzazione a causa del numero insufficiente di domande. A pensar male si fa peccato, ma il dubbio che l’iniziativa sia stata poco promossa sia tra i dipendenti che tra i residenti della zona sorge spontaneo. Se la Giunta ha deciso di fare un passo indietro abbia la dignità di dirlo con chiarezza, senza trincerarsi dietro poco credibili ragioni numeriche”. Così il consigliere regionale del PdL Tommaso Villa e la portavoce dell’Opposizione Stefania Fuscagni, firmatari di un’interrogazione circa l’intendimento di non realizzare il nido d’infanzia aziendale a servizio dei dipendenti della Regione, motivandolo con l’insufficiente numero di richieste di attivazione del servizio.

“Altre Regioni, come la Lombardia, hanno spalancato le porte dei nidi aziendali al territorio. Perché non è possibile farlo in Toscana, viste le lunghe liste d’attesa? La scelta della Giunta, se confermata, appare incomprensibile, a maggior ragione se pensiamo che nel luglio scorso il Consiglio regionale all’unanimità ha approvato una risoluzione presentata dal PdL con cui si impegnava la Giunta a garantire risorse sufficiente per il proseguimento dell’azione di sostegno alla realizzazione di nidi d’infanzia aziendali.

Con quale coraggio si chiede alle aziende di realizzare nidi d’infanzia, se la Regione decide di interrompere un iter già avviato da tempo”, si domandano i due esponenti del PdL. “Difficile credere che le ragioni dello stop al progetto siano da riscontrarsi nel numero di famiglie interessate al servizio. Più facile credere a motivazioni di altra natura. Per questo motivo, riteniamo doveroso da parte della Giunta regionale dire come stanno in realtà le cose, rispondendo alle interrogazioni presentate da noi e persino da tre colleghi del Pd”, concludono Villa e Fuscagni.

“Desta forte preoccupazione la posizione di chiusura assunta da Unicoop davanti alla proposta da parte dell’amministrazione comunale di far nascere asili nido nei centri della grande distribuzione”. Lo afferma il consigliere dell’Udc verso il PdN Massimo Pieri. “Una così importante società, nata a Firenze e che dà lavoro a tanti fiorentini dovrebbe avere per prima a cuore le necessità dei propri lavoratori – ha aggiunto Pieri –. Un’azienda, oltretutto, così attenta da sempre ai temi del sociale.

Ma ‘sociale’ non è soltanto fornire aiuti al terzo mondo, o studiare vantaggiose promozioni per i soci. Con questo gesto di chiusura Unicoop ha dimostrato in modo plateale la propria arretratezza culturale. Auspico che Esselunga, Conad e Pam valutino positivamente la proposta dell’assessore Di Giorgi”.

Notizie correlate
In evidenza