Disagi al treno Firenze-Pistoia, si ai rimborsi ma no a interruzione di servizio

Per la Regione ok a rimborsi e sanzioni contro Trenitalia, ma non è “interruzione di pubblico servizio”. La Giunta risponde a un’interrogazione della Lega Nord. Bocciati i treni notturni per evitare le stragi del sabato sera.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 luglio 2011 15:22
Disagi al treno Firenze-Pistoia, si ai rimborsi ma no a interruzione di servizio

"I disagi dei pratesi e dei pistoiesi rimasti bloccati a Firenze per la Notte bianca dovuti alla soppressione del treno delle 0:25 da Santa Maria Novella? Una scorrettezza nei confronti degli utenti non conforme a quanto previsto dal “Contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale 2009-2014”. Almeno secondo la risposta della Giunta Regionale all’interrogazione presentata al riguardo dai tre consiglieri della Lega Nord Toscana, Antonio Gambetta Vianna, Marina Staccioli e Gian Luca Lazzeri.

Ma la Regione, invitando gli utenti a chiedere il rimborso del 25% del costo del biglietto (rimborso minimo 4 euro) secondo quanto previsto dalla Carta dei Servizi aziendale e dalla normativa europea (“nel caso di viaggiatori abbonati – si legge nella risposta all’interrogazione –, ad un bonus pari al 20% del costo dell’abbonamento, nel caso che l’indice di riferimento della linea, nel mese in questione, abbia superato il limite di 4,2”) e provvedendo alla decurtazione del corrispettivo e alle penali contrattuali in riferimento all’articolo 7 del Contratto, non procederà per vie legali contro Trenitalia per “interruzione di pubblico servizio” (“Il fatto che il servizio – si legge –, pur in ritardo, sia stato comunque garantito, esclude l’ipotesi di ‘interruzione di pubblico servizio’, ipotizzato nell’interrogazione”).

I fatti risalgono alla notte bianca tra il 30 aprile e il primo maggio 2011 a Firenze. Diversi cittadini dei comuni della piana fiorentina, di Prato e di Pistoia si accingevano a salire sul treno in partenza alle 00:25 da Firenze Santa Maria Novella con destinazione Pistoia (arrivo previsto alle 01:13). Il treno, però, fu soppresso per correre a Prato ad imbarcare centinaia di persone che non erano potute salire sul treno delle 23:28 perché troppo pieno. Il treno “incriminato” ha accumulato un ritardo di oltre un’ora.

Secondo quanto previsto dal Contratto, il treno è “da ritenersi – si legge nella risposta – soppresso in assenza di servizio sostitutivo (il treno effettuato con lo stesso materiale alle 01:32 – con arrivo a Pistoia alle 02:18 –, non può ritenersi servizio sostitutivo, secondo quanto previsto dall’art. 8 del Contratto) rientrando pertanto fra le variazioni del servizio di cui all’art. 7, con le conseguenze che ciò comporta in termini di decurtazione del corrispettivo e penali contrattuali”. «Invitiamo le vittime del disagio – affermano dal gruppo regionale del Carroccio – a chiedere i danni a Trenitalia.

È vero che sono giunti a destinazione, ma lo hanno fatto a notte fonda. È inutile, quindi, dire ai cittadini di sfruttare i mezzi pubblici se questi non funzionano». Nella propria interrogazione, la Lega Nord Toscana aveva chiesto di “incentivare i treni notturni nel fine settimana per limitare al massimo le stragi automobilistiche, cause primarie di morte per i giovani fino ai 29 anni di età”. La risposta della Regione non è stata, però, quella attesa dal Carroccio. “L’ipotesi di utilizzo dei treni straordinari negli orari notturni per favorire il rientro dalle discoteche e da altri locali– spiegano dalla Giunta –, iniziativa per altro tentata già in anni passati proprio sulla direttrice di Viareggio, per altro con scarso successo, appare di difficile attuazione, per la dispersione territoriale dei luoghi di aggregazione raramente coincidenti con le direttrici ferroviarie (altra cosa è la Romagna con la concentrazione su di una sola linea di tutto il movimento da e per le discoteche) e comporta molteplici problemi, primo fra tutti in fatto che tale servizio si svolga in orari notturni, con la conseguente necessità di riapertura dell’infrastruttura che è chiusa e non attiva oltre un certo orario, solitamente dopo le 00:30-01:00”. «Rimaniamo sinceramente perplessi – spiegano ancora dal gruppo leghista – perché la Regione si preoccupa di come poter riaprire le strutture ferroviarie locali in orario notturno e non della salute dei giovani che, soprattutto in estate, vanno a ballare al mare o a Firenze.

Se i luoghi di aggregazione raramente coincidono con le direttrici ferroviarie significa che le infrastrutture in Toscana sono pessime. Pertanto, pure la rete ferroviaria va ripensata anche e soprattutto in una logica di sicurezza per i giovani».

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