Lucchini, subito accordo con banche

Mozione unanime. Il presidente Monaci mette il documento al primo posto nell’ordine del giorno: “Convinta adesione dell’assemblea e del Governo regionale, in gioco la sopravvivenza di tante famiglie”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 giugno 2011 20:10
Lucchini, subito accordo con banche

Firenze – Il “caso” Lucchini apre i lavori del Consiglio regionale che, su proposta del presidente, Alberto Monaci, ha votato ad inizio seduta la mozione presentata dalla commissione emergenza occupazionale – guidata da Paolo Marini – che ieri a Piombino ha incontrato i lavoratori delle acciaierie. All’unanimità, a pochissimi giorni dalla scadenza del termine per la chiusura dell’accordo con le banche – il 24 giugno -, l’assemblea sottolinea dunque la “necessità che tutto il sistema bancario coinvolto definisca rapidamente l’accordo per la ristrutturazione del debito delle acciaierie, in modo da poter predisporre rapidamente un piano di sviluppo industriale per il recupero dell’attività dello stabilimento e di tutto il comprensorio”.

L’atto è stato firmato dall’intera commissione: primo firmatario il presidente, Marini, seguito dalla vicepresidente, Marina Staccioli (Lega) e dal consigliere segretario, Marco Spinelli (Pd); quindi Salvatore Bartolomei (Pdl), Rudi Russo (Idv), Ivan Ferrucci (Pd) e Nicola Nascosti (Pdl). Monaci ha chiarito le ragioni della proposta all’aula: “Lo scorso anno tenemmo su questo stesso tema un Consiglio straordinario a Piombino e ieri la commissione emergenza occupazionale è stata alla Lucchini”.

E quindi “lungi da questo Consiglio il vezzo di dilungarsi in formule e ricette, perchè qui si tratta della sopravvivenza di tante famiglie”. E’ a tutti chiaro, ha detto poi il presidente, che senza un accordo proficuo con le banche, “la strada sarà drammaticamente in salita”. Ma comunque, ha aggiunto, “un attimo dopo la scadenza dei termini utili, questa assemblea si farà carico del futuro delle acciaierie dinanzi al governo nazionale: non esiteremo a promuovere una mobilitazione con associazioni di categoria, stampa, opinione pubblica ad ogni livello, chiedendo un confronto diretto con l’esecutivo che governa la politica industriale di questo Paese”.

Un tema, quello degli assetti nazionali e non solo del ramo industriale siderurgico, che si è affacciato anche nell’intervento di Marini, che ha invocato “l’impegno di tutte le istituzioni e della politica per un pressing sulle banche, perché si possa concludere positivamente questa fase”. Solo dopo, ha aggiunto il presidente della Commissione, si porrà la questione ulteriore di un piano industriale di rilancio che dovrà affrontare molte ulteriori questioni, tra cui “bonifiche e infrastrutture”. Un ringraziamento ai vertici della Commissione, e un ulteriore slancio verso l’azione di “Regione, sindacati e Governo” sono arrivati da Nascosti, che ha confermato: “O il 24 l’accordo si chiude positivamente oppure per la Lucchini si apre un’altra stagione che obiettivamente non sarà quella del rilancio industriale”.

“La situazione del polo siderurgico di Piombino è grave e l’incertezza per l’occupazione sia nello stabilimento sia nell’indotto dura ormai da troppo tempo. E’ un segnale importante che il Consiglio regionale abbia preso posizione a fronte di questa situazione e a sostegno dell’attività delle Acciaierie Lucchini e dei lavoratori. Occorre un serio piano industriale di rilancio che metta fine ad una situazione logorante soprattutto per loro. Negli ultimi mesi il dibattito intorno alla Lucchini si è incentrato soprattutto sugli aspetti finanziari, seppur importanti, di questa vicenda, ma contemporaneamente dobbiamo rilanciare il tema più ampio dello sviluppo industriale, della produzione, dell’ambiente, dell’innovazione”.

Così il segretario del Pd della Toscana, Andrea Manciulli e i consiglieri Matteo Tortolini e Ivan Ferrucci dell’esecutivo regionale, intervengono dopo l’approvazione oggi in Consiglio Regionale della mozione sulla situazione delle Acciaierie Lucchini di Piombino. “Delle conseguenze della crisi della siderurgia risentirebbe tutto il sistema industriale toscano e italiano. Un Paese come il nostro non può permetterselo e per questo la vicenda di Piombino ha una rilevanza di cui gli enti locali si stanno facendo carico ma che investe in primis il Governo per la sua portata nazionale” concludono gli esponenti PD.

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