Meyer di Firenze, primo ospedale Bio-Habitat in Italia

Il Meyer ancora primo per Bio-compatibilità: il Parco secolare e le aree verdi certificate Bio-Habitat. E' il primo Ospedale Pediatrico italiano e la prima struttura pubblica in Toscana ad avere centrato questo obiettivo.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 novembre 2010 15:54
Meyer di Firenze, primo ospedale Bio-Habitat in Italia

L’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze è il primo ospedale pediatrico italiano e la prima struttura pubblica toscana ad aver ottenuto la certificazione Bio-Habitat, che attesta la completa gestione del Parco secolare e delle zone verdi con metodo biologico. Il riconoscimento, ricevuto il 18 ottobre, al termine dell’attenta verifica delle metodologie utilizzate per la gestione degli spazi verdi del Meyer, aggiunge un altro importante risultato a quello che, sin dalla sua nascita, si è sempre caratterizzato come primo Ospedale Pediatrico italiano costruito nel rispetto dell’ambiente.

Un rispetto che, al Meyer, è declinato non solo con una struttura architettonica che adotta una serie di accorgimenti per la riduzione delle emissioni atmosferiche e nell’ampio utilizzo della luce e dei materiali naturali, ma anche nella gestione biocompatibile delle proprie zone verdi interne. Un impegno che la certificazione Bio-Habitat - richiede l’applicazione di principi e tecniche con metodo biologico come previsti dagli standard internazionali IFOAM E CODEX - ora premia. Il percorso che ha consentito al verde dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di centrare questo importante obiettivo, è in iniziato un anno fa, durante l’iniziativa del settembre 2009 “Giardini senza Bua”.

Un percorso che si è tradotto in impegni precisi, quali ad esempio, il non utilizzo di concimi di sintesi nella cura del verde. Una scelta che ancora una volta ha posto il Meyer come leader assoluto della sostenibilità nella cura del verde pubblico del nostro Paese. “L’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer, già nella progettazione e nella realizzazione della sua sede, ha fatto una scelta precisa – dice il Direttore Generale, Tommaso Langiano -: ridurre l’impatto sull’ambiente circostante e sull’atmosfera, adottando tutte le soluzioni possibili.

Una scelta che viene riconfermata ora con l’avvenuta certificazione Bio-Habitat. Un riconoscimento che rientra nel percorso di attenzione verso i piccoli pazienti e le loro famiglie, facendosi promotore di concrete azioni di bio-compatibilità e di rispetto della qualità di vita nel presente in cui viviamo. Visione e missione che divengono realtà attraverso la concretezza di azioni e di progetti a tutela della natura e del bambino, adulto del domani”. “Con la certificazione – spiega Silvia Martelli, progettista dello Studio Giardini Associati Diirettori dei lavori – il Meyer ha un Parco sano, senza pesticidi, concimi di sintesi e antiparassitari.

Le piante provengono da coltivazioni biologiche come gli arredi, che tra poco saranno di materiali naturali, oppure riciclabili o riciclati. L’intera gestione del verde comporta poi pratiche ben precise: le piante, ad esempio, vengono potate o abbattute solo nella stagione in cui non ospitano nidi, mentre i semi del prato sono biologici. La certificazione inoltre prevede che sia i progettisti, sia gli addetti che vi lavorano – il giardiniere Marco Claudenti e la ditta Cooplat – siano abilitati Bio-Habitat.

Il che significa avere frequentato il corso che consente di svolgere queste funzioni all’interno di un Parco biologico”. Poche al momento le aree verdi non agricole che hanno ricevuto questa attestazione: il Comune di Bologna, di Modena, di Faenza e Legnago. Tra queste non vi è alcun Centro ospedaliero pediatrico. Per ottenere la certificazione di Bio-compatibilità la gestione del verde pubblico del Meyer ha dovuto corrispondere al corposo disciplinare che ha permesso la completa applicazione del metodo biologico.

La reale applicazione del disciplinare ha permesso al Meyer di richiedere la certificazione del verde pubblico ed il marchio di qualità per mezzi tecnici ed attrezzature. Ora sia il Parco secolare, sia le aree verdi del Meyer contribuiscono a ridurre gli agenti inquinanti in città, creando un’area salubre, aperta a tutti, compresi i piccoli pazienti, le loro famiglie e quanti raggiungono il Meyer per le cure, le visite e i controlli. Tutto nel segno della salute del bambino e dell’adolescente.

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