Prandelli risponde a Della Valle

Il tecnico viola in una conferenza seguitissima esprime il proprio punto di vista sulle dichiarazioni del patron gigliato. L'ambiente risponde con estrema perplessità diviso sui possibili scenari e sulle probabili interferenze in attesa di chiarimenti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 marzo 2010 00:56
Prandelli risponde a Della Valle

"La premessa è la stessa - inizia così il suo intervento Claudio Cesare Prandelli - mi trovo un po’ in imbarazzo, ma ho sempre parlato da allenatore della Fiorentina e continuo a farlo, con serietà. Chiaro che sono rimasto amareggiato, molto amareggiato - prosegue - ma le parole che ho letto ieri non hanno scalfito la stima che ho nei confronti della mia proprietà. Il Dottor Diego Della Valle è un vincente come me, ho trovato nelle sue parole un po’ di imbarazzo perché il sogno potrebbe essere rimandato.

Le sue parole suonano come un licenziamento - spiega Prandelli - per come le ho lette io. Vorrei davvero capire se è una provocazione o se davvero c’è’ la volontà di continuare insieme - si domanda - io sono l’allenatore della Fiorentina e non ho preso contatti con nessuno. Vorrei anzi potermi concentrare sui grandi obiettivi che ci aspettano. Faccio un lavoro in cui metto passione e sentimento, in cui coltivo il sogno di poter vincere qualcosa.

Il Dottor Della Valle con me è stato chiaro, mi ha detto che con la Cittadella la Fiorentina poteva essere competitiva con le big; i programmi forse sono cambiati, ci sono voluti 5 anni per i campini e ora credo poco nella Cittadella. "Se il discorso è un continuare un altro anno e poi finisce un sogno è meglio essere chiari - tiene a precisare il mister - se invece c’è la volontà di rimandare ma comunque continuare a lavorare per un sogno è un altro discorso" "Torno a pensare a una scelta di vita - continua - di città, mettendo la professione in secondo piano.

Se è un discorso di un anno è meglio guardarsi negli occhi e dirsi le cose come stanno, con chiarezza - torna a ripetere il tecnico - se dico che non vado alla Juventus? Ho già scelto quando ho rinnovato il contratto, quando c’era un sogno da coltivare" "Io vivo di sogni e senza la Cittadella non possiamo sognare - spiega - se la possibilità di continuare a sognare insieme ci sarà non prendo in considerazione altre proposte, altrimenti sono un professionista e cerco un sogno" "Vorrei farlo a Firenze - sottolinea - ma mi chiedo se le condizioni ci sono o sono rimandate. L’incontro? Sono temi per me imbarazzanti, lo faremo dopo la coppa Italia - dice a chi si domandava una data certa - non voglio entrare nei particolari, ho troppa stima e rispetto per la mia proprietà.

A volte non si riesce a trasmettere quello che si vuole dire - e così conclude - io credo che la verità paga sempre, per cinque anni la Fiorentina ha sempre mantenuto un atteggiamento di grande dignità, e raggiunto i suoi traguardi sportivi; imprenditori vincenti come i nostri si trovano di fronte a una realtà diversa, da qui nasce il disagio di essere chiari al cento per cento" L'ultima frase in cui il mister ancora rimarca il concetto espresso è di quelle che colpiscono: "Nella Cittadella non ci credo, non prendiamoci in giro, non è che non credo nel progetto, credo nel lavoro, nei sentimenti.

Vogliamo fare la squadra più giovane d’Europa? Va benissimo. La scelta di vita l’ho fatta due anni fa e la rifarei" Passa poi al tema del pre-partita, alla sfida contro i friulani cui nessuno adesso pare aver riguardo, riporre interesse o attenzione, se ne rammarica Prandelli: "Dell'Udinese non interessa a nessuno, vero?" ma con voce bassa, senza biasimo perché le cose appena dette sono ancora lì che rimbalzano tra le pareti della sala stampa. "Ora parliamo dell’Udinese - riprende - perché io domani voglio vincere.

Con il Catania non è mancata la concentrazione ma la precisione. Vargas? Ha fatto ieri il primo allenamento con noi ed è stato buono. Se lo ripeterà oggi sarà della partita, almeno per un’ora. Gilardino ha dato la sua disponibilità" Fuori dallo Stadio, nei Bar, nelle piazze, si assiste ad un dibattito che supera e copre persino quello politico del giorno prima delle Elezioni Regionali, come se vi fossero due partiti in campo, due leader da ascoltare, interpretare, capire ed, all'occorrenza, ma solo all'occorrenza, seguire.

Il campionato volge al termine, restano poche gare e pochi punti da poter mettere in bacheca, assieme ad un trofeo che rimane alla portata di una squadra che si è meritata l'Europa e che ha dimostrato di poter stare a testa alta al cospetto delle grandi. Difficile parlare di 'concentrazione' è una parola che stona in un contesto di frasi riflesse e rimbalzate, ma la speranza di chi da sempre segue la squadra, dell'ambiente che sente addosso quella maglia di colore viola è che tutto possa chiarirsi al più presto, tornando sul terreno verde, giocando semplicemente al calcio e, possibilmente, vincendo. di Antonio Lenoci

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