Ricerca ed innovazione, è questa la ricetta per uscire dalla cirsi economica

Presentati oggi a Palazzo Medici gli studi compiuti da Irpet, London School of Economics e Consorzio Quinn.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 febbraio 2010 19:35
Ricerca ed innovazione, è questa la ricetta per uscire dalla cirsi economica

“Ricerca e innovazione sono le due chiavi di volta per uscire dalla crisi. Le ricerche che abbiamo presentato oggi hanno fatto la fotografia della situazione attuale e ci hanno indicato delle possibili rotte. La soluzione è quella di fare squadra, di fare sistema, tra il mondo della ricerca pubblica e quello delle imprese. Siamo sulla buona strada”. Con queste parole l’Assessorato allo Sviluppo e alla Programmazione della Provincia di Firenze ha commentato l’esito dei lavori del convegno “Uscire dalla crisi, processi di innovazione nell’are fiorentina e nella provincia di Firenze” che si è svolto nella sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi. “La nostra ricerca – ha spiegato Lorenzo Bacci dell’Irpet - va a supporto di un progetto legato al Polo per l'innovazione da realizzare nel territorio provinciale.

Avevamo il compito di scandagliare e individuare le potenzialità di quest'area della Toscana dal punto di vista della ricerca e dell’innovazione, capire quali prospettive possono esserci nel campi della ricerca e sviluppo in alcuni settori, specialmente in quello della meccanica. Va sottolineato che, mentre la Toscana non è una realtà particolarmente ricca dal punto di vista della ricerca e dell’innovazione, la provincia di Firenze presenta elementi positivi. Innanzitutto abbiamo una ricerca di eccellenza che si orienta in tanti settori.

Dal versante produttivo abbiamo un substrato di imprese che hanno capacità innovative nell'ambito della meccanica e tanta ricerca pubblica sempre nella meccanica. Questi due mondi, ricerca e impresa - che solitamente dialogano poco a livello regionale - nel territorio provinciale sembra che dialoghino più intensamente. E’ importante quindi infittire questi rapporti, creare nuovi legami ed estenderli ad altri livelli settoriali che adesso sembrano più lontani”. Il Consorzio Quinn ha invece presentato uno studio di fattibilità per la gestione del polo di incubazione a Sesto Fiorentino nel coordinamento con il sistema metropolitano.

“C’è una condizione di base favorevole - ha spiegato Andrea Bonaccorsi del Consorzio Quinn - ma notiamo che c'è un ritardo molto forte nel raggiungere le situazioni di regioni a livello europeo che, in questo capitolo, si sono mosse con ampio anticipo. Bisogna adesso non tardare, trovare soluzioni organizzative e farlo partire”. Compito della London School of Economics era invece quello di individuare i percorsi più originali e innovativi di trasferimento tecnologico nel territorio fiorentino, capire il ruolo degli attori coinvolti in questi percorsi e le modalità di sostegno alla ricerca.

“Gli italiani sono meno abituati a lavorare con una prospettiva di ricerca a lungo termine - ha spiegato Davide Calenda, della London School of Economics –. Comunque sono emersi alcuni punti di forza del territorio fiorentino, come ad esempio la grande capacità individuale di fare ricerca, di farla in modo internazionale”.

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