Al Cinema Vacci Tu - Rec2

Jaime Balaguero è un quarantaduenne regista catalano, indicato dai più come regista di “psico-horror”. Darkness e Nameless-Identità nascoste sono i due titoli che gli hanno attratto l’attenzione internazionale .

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 gennaio 2010 12:46
Al Cinema Vacci Tu - Rec2

Jaime Balaguero è un quarantaduenne regista catalano, indicato dai più come regista di “psico-horror”. Darkness e Nameless-Identità nascoste sono i due titoli che gli hanno attratto l’attenzione internazionale : il secondo è stato tradotto ed esportato in più di 30 lingue diverse, vero e proprio record per un regista spagnolo alla sua opera prima. Due anni fa il Balaguero, che veniva dalla regia televisiva e documentarista, si mette in società con il collega Paco Plaza e realizzava Rec, una pellicola destinata a diventare un cult per i fan del cinema di genere. La storia di Rec era semplice : un condominio in cui era scoppiata una misteriosa pandemia che infettava gli abitanti rendendoli animali rabbiosi simili a zombie Romeriani ; una troupe televisiva capitanata da Manuela Velasco, che al grido di “riprendi tutto” si calava nelle tenebre del condominio per documentare l’orrore claustrofobico di quelle scale e di quegli appartamenti. La storia riprende esattamente da lì : fuori da quel condominio, una squadra della forze speciali irrompe nell'edificio, capitanata da un dottore, per recuperare i vigili del fuoco che si erano provati a salvare le vittime della pandemia, e rimasti a loro volta chiusi all’interno del condominio.

Anche la squadra speciale ha una telecamera per riprendere e documentare l’esisto della missione, azionata da Rosso, uno dei soldati : e la sua visuale in prima persona , che molto deve ai videogames odierni, è uno dei segreti del successo di questo film. Proprio il digitale, infatti, in ogni sua forma, dal sofisticato Hd delle forze speciali alla telecamerina handycam di un gruppo di ragazzini che si avventura nell’edificio , è uno dei protagonisti della pellicola : come a fare di tutta la storia un grande reportage in diretta, vissuto in prima persona anche dallo spettatore. Se infatti nel primo Rec si poteva leggere la volontà di tutta la storia di essere una cruda metafora del cannibalismo della tv dei reality e del sensazionalismo, e i protagonisti dovevano per l’appunto fronteggiare una sorta di zombies in preda ad una fame atavica , in REC 2 si va oltre, si arricchisce la metafora.

Qua la situazione si fa precaria, intervengono scienziati e uomini di fede , e infatti si fronteggia una possessione demoniaca : l’attacco alla tv e alla società odierna si fa frontale, gli spettatori da zombie diventano indemoniati, plagiati da un’entità superiore malefica che li fa parlare con la sua voce e prende i loro corpi in prestito. Girato con tecnica perfetta e pochi tagli di montaggio, Rec2 utilizza al meglio i nuovi linguaggi espressivi offerti dal mezzo agile del digitale , anche se sapienti ritocchi di computer grafica, perfettamente integrati nel corpus filmico, fanno capolino con maggior frequenza rispetto al primo capitolo.

Il meccanismo della suspence è condotto con maestria da Balaguero e Plaza che obbligano lo spettatore a vedere con i propri occhi, in presa diretta, lo svolgersi dell’azione : si potrebbe dire che i due, insieme a Cloverfield, abbiano dato il via ad un vero e proprio sottogenere, l’istant-horror. La telecamera è infatti l’occhio supremo, che vede anche quello che l’umano non consente di vedere : la rivelazione e l’orrore. Claustrofobico, perfetto nella sua struttura interna classica “attacco e fuga” , Rec2 rinuncia ai personaggi, alle psicologie e alla caratterizzazione .

Non è questo che interessa ai due registi spagnoli, asciutti nel portare avanti il loro discorso extra genere filmico. E il risultato li premia. Johnathan Mellor è un prete dal volto più satanico che si sia mai visto ; e i fan del primo capitolo saranno contenti di rivedere sana e salva (?) la bella Manuela Velasco, in Spagna nota come ex conduttrice di programmi per bambini. Marco Cei

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