Osmannoro: decine di imprese senza requisiti minimi per la sicurezza

Una vasta serie di operazioni in agosto e settembre ha assestato un duro colpo alla contraffazione e all'immigrazione clandestina. Scoperti interi cicli produttivi e sequestrato oltre un milione di articoli in pelle e giocattoli. Sigilli ai capannoni.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 ottobre 2009 19:54
Osmannoro: decine di imprese senza requisiti minimi per la sicurezza

Scoperte 54 imprese cinesi non in regola, sequestrati 13 capannoni e oltre un milione di prodotti contraffatti, 558.368 articoli in pelle e 615.134 giocattoli, che aggiunti a quelli recuperati negli ultimi quattro anni hanno visto aumentare del 1600% il numero dei beni sequestrati. Questi i risultati di un'articolata attività di controllo condotta in agosto e settembre in provincia, nella zona dell'Osmannoro, da una task-force costituita dalla Prefettura e composta dalla Guardia di Finanza, dalle altre forze dell'ordine, dalla polizia municipale di Sesto Fiorentino, Vigili del Fuoco e ASL di Firenze.

Le operazioni hanno permesso di colpire tutta quella serie di attività illegali che sta a monte della vendita per strada di merce contraffatta e di ricostruire un quadro di attività illecite che va dallo sfruttamento della manodopera clandestina, anche minorile, all'immigrazione irregolare, dall'evasione fiscale e contributiva all'esportazione illegale di valuta all'estero, dall'importazione illecita di materie prime alla produzione e commercializzazione di beni contraffatti, dagli abusi edilizi all'inosservanza delle norme sulla sicurezza sul lavoro e sulla prevenzione antincendio.

"Gli interventi di questi mesi hanno permesso di far emergere e di mandare a gambe all'aria un sistema di criminalità economica che attraversa l'intera filiera produttiva e che ha prodotto un danno accertato di oltre 100milioni di euro" ha detto il prefetto Andrea De Martino illustrando i risultati delle operazioni: 2 milioni di contributi non versati, 21 milioni di diritti doganali evasi, 16 milioni di IVA non pagata, 75 milioni di base imponibile su cui calcolare le imposte dirette dovute.

"Questa realtà economica illegale organizzata al fine di produrre merce contraffatta a basso costo - ha aggiunto De Martino - rappresenta un modello comportamentale diffuso suscettibile di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. La partita non è chiusa qui, continueremo a lavorare con il metodo della task-force capace di aggredire in modo coordinato il fenomeno nelle sue varie articolazioni per scongiurare questo pericolo di penetrazione criminale. I controlli - ha proseguito - ci sono sempre stati, spesso però si è trattato di interventi settoriali, realizzati da ogni soggetto nel rispettivo campo d'azione".

Proprio in questo quadro si inserisce la convenzione sottoscritta il 2 luglio scorso con il Comune di Sesto, con la quale l'amministrazione locale si è fatta carico di fornire alloggio ai dieci finanzieri richiesti dalla prefetto al Ministero dell'Interno come rinforzi straordinari per il piano di potenziamento della vigilanza estiva. Inoltre, grazie all'impiego dei militari dell'Esercito nella vigilanza fissa alla Sinagoga, altre unità di finanzieri sono state recuperate e destinate alle attività di contrasto della criminalità economica. "Da queste operazioni sono emerse irregolarità solo per le aziende cinesi, ma attenzione a non fare un'equazione sbagliata sull'imprenditoria cinese.

Ci sono tanti esempi virtuosi da prendere addirittura a modello di sviluppo economico" ha concluso il prefetto ricordando che in provincia sono ben 3.216 le imprese cinesi attive, di cui 939, circa il 30%, concentrate nell'area industriale dell'Osmannoro, e per la maggior parte, il 91,8% si tratta di ditte individuali.

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