2008: l’1,8% in più delle imprese ha chiuso l’anno in perdita

Redazione Nove da Firenze
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23 aprile 2009 00:58
2008: l’1,8% in più delle imprese ha chiuso l’anno in perdita

Nel 2007, il numero di imprese che chiude il bilancio in utile è cresciuto dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Segno positivo quindi per il fatturato con un incremento medio del 4,9%, per il valore aggiunto che si è attestato su un +6% e per la redditività degli investimenti (ROI operativo), che è cresciuta dell’1,9% rispetto al 2006. In evoluzione anche la redditività netta (+2,6%), a fronte di una diminuzione degli oneri finanziari e del carico di imposte. Un quadro mediamente positivo quello che emerge dai risultati dell’Osservatorio sui bilanci relativo al periodo 2003-2007 presentato oggi da Unioncamere Toscana e dal Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Firenze, che descrive la situazione reddituale, patrimoniale e finanziaria in cui le società di capitali toscane si trovavano un momento prima dell’ingresso nella crisi.

Una simulazione per il 2008 relativa alle sole società di capitale manifatturiere segnala tuttavia che il numero di imprese che dovrebbero presentare bilanci in perdita è destinato ad aumentare dell’1,8% rispetto al 2007, come primo riflesso dell’aggravamento della crisi registrato alla fine dello scorso anno.
Da un punto di vista demografico, il campione analizzato nell’indagine evidenzia una buona dinamicità: in media ogni anno il tasso di entrata di nuove imprese risulta pari al 15% a fronte di un tasso di uscita del 13%, mentre le imprese attive da oltre cinque anni non raggiungono il 50%.

A questo riguardo va dunque sottolineato l’elevato tasso di ricambio del tessuto di microimprese (il 17% in uscita e il 21% in entrata). Rigida invece risulta la mobilità fra le classi dimensionali: le aziende toscane tendono infatti a rimanere confinate nel segmento di appartenenza, spostandosi poco lungo le classi di fatturato superiori alla propria. Sono le medie imprese a risultare più mobili: ogni anno il 30% di queste tende a spostarsi rispetto all’anno prima, anche se su classi dimensionali tendenzialmente più basse.
Le aziende attive da più anni, animate da una visione imprenditoriale di più lungo termine, contribuiscono a sostenere i livelli complessivi di investimento del sistema, evidenziando una maggiore propensione a mantenere efficiente la propria struttura operativa; le nuove imprese, caratterizzate da strutture produttive più snelle, mostrano invece una maggiore capacità reddituale, grazie ad una maggiore flessibilità rispetto alle condizioni mutevoli del mercato.

Guardando ai macro-settori, con riferimento ai principali risultati reddituali e finanziari, nel 2007 l’industria ottiene le migliori prestazioni sia sul piano della redditività operativa (ROI, 7,41%) che sul piano della redditività netta (l’utile netto è pari allo 0,53% del fatturato rispetto allo 0,45% del 2006).
L’agricoltura risente di un rallentamento nella rotazione dei capitali investiti, che impedisce alla redditività di crescere nonostante il discreto sviluppo del fatturato (+5,6%), a causa di un maggior costo del lavoro per unità di prodotto rispetto agli altri macrosettori.

Aumenta l’importanza dei servizi in termini di sviluppo del fatturato (+5,5%) sebbene gli indici di redditività operativa e di redditività netta risultino inferiori a quelli dell’industria.
Analizzando più in dettaglio i diversi settori, con riferimento all’andamento della redditività il comparto estrattivo (9,64%) il trattamento dei metalli (9,80%) e la meccanica (9,22%) spingono l’industria, mentre l’alimentare (6,36%) e il comparto moda (6,47%) si mostrano più deboli. Passando ai servizi, informatica (11,10%) e telecomunicazioni (10,76%) sono i comparti più brillanti, mentre l’immobiliare (6,75%) e il commercio (4,53% le riparazioni 7,00% l’ingrosso e 6,25% il dettaglio) registrano una forte frenata.

I risultati presentati si inseriscono tuttavia in un contesto particolarmente delicato: nel corso del 2008, ed in particolar modo nel quarto trimestre, anche l’economia toscana, come quella nazionale, è stata pesantemente investita dagli effetti della crisi finanziaria internazionale.
L’Osservatorio propone dunque, in appendice all’analisi storica dei bilanci, un esercizio di simulazione condotto attraverso un modello che tiene conto degli ultimi risultati delle indagini congiunturali sul settore manifatturiero (Unioncamere Toscana - Confindustria Toscana), che fornisce alcune prime indicazioni sull’andamento dei principali indicatori economici di bilancio per il 2008.
Il quadro che emerge non appare ancora drammatico.

Le imprese manifatturiere, da sempre considerate punto di forza del sistema produttivo toscano, sembrano infatti almeno nell’anno di ingresso nella crisi “reggere ancora il colpo”. Solo l’1,8% in più di queste infatti dovrebbe presentare bilanci in perdita nel 2008 rispetto all’anno precedente, ma occorre evidenziare che le conseguenze della crisi in corso si manifesteranno in pieno sui bilanci del 2009.

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