Termovalorizzatore di Falascaia: a rischio la salute e la sicurezza?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 settembre 2008 19:03
Termovalorizzatore di Falascaia: a rischio la salute e la sicurezza?

La procura della repubblica di Lucca indaga sull´ipotesi che le analisi sulle emissioni nocive che uscivano dai camini di uno dei più importanti termovalorizzatori toscani, siano state alterate abbassandone le quantita' rilevate. Usato un software per far risultare sempre in regola monossido e diossina? Un hard disk al vaglio degli inquirenti. L´impianto del Pollino serve i Comuni della Versilia.
«La magistratura faccia rapidamente luce sulle responsabilità di questa incredibile vicenda: è davvero inconcepibile e assurdo che un impianto di termovalorizzazione inaugurato nel 2002 e di proprietà pubblica, anche se affidato alla gestione privata, possa funzionare con dati “taroccati” grazie a un software addomesticato, con gravi carenze nel sistema dei controlli delle emissioni in tempo reale, garantiti ormai in ogni impianto di ogni paese europeo da decenni, provocando un continuo allarme tra i cittadini».

E’ dura la presa di posizione di Erasmo D’Angelis (PD), presidente della commissione ambiente e territorio del Consiglio regionale della Toscana.
«La sicurezza e la salute sono beni non negoziabili. Le anomalie di funzionamento, lo sforamento delle diossine, 4 volte sopra i limiti previsti dalla legge nel periodo dal 23 giugno al 15 luglio, come accertati da Arpat – continua D’Angelis – non sono ammissibili e vanno individuati al più presto i responsabili. Garantire ai cittadini la piena sicurezza ambientale e sanitaria per questo tipo di impianti, come avviene normalmente da Brescia alle capitali europee, è la regola numero uno per riuscire a chiudere virtuosamente il ciclo dello smaltimento dei rifiuti ed evitate emergenze.

La Toscana, nel suo nuovo Piano rifiuti – spiega ancora D’Angelis – non fa della termovalorizzazione un business o il cardine del sistema; al centro delle nostre azioni e dei nostri investimenti ci sono la riduzione dei rifiuti (oltre due chili a testa al giorno), il raddoppio della raccolta differenziata (al 60%) e le politiche di riuso. Ma a noi – conclude D’Angelis – servono anche i termovalorizzatori sicuri e controllati dai cittadini, anche attraverso i loro computer in tempo reale, come accade a Poggibonsi e come accadrà con l’impianto in corso di realizzazione a Case Passerini nella piana fiorentina».

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