Piccoli Comuni della Provincia: come salvarli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2007 18:48
Piccoli Comuni della Provincia: come salvarli

I piccoli Comuni della provincia fiorentina sotto i cinquemila abitanti possono essere di supporto per i servizi alla città capoluogo (soprattutto in campo tecnologico) e, se verrà riequilibrato il trasferimento delle risorse tenendo conto della loro estensione, potranno avere un futuro più certo. La prospettiva è emersa in un convegno dedicato al tema in Palazzo Medici Riccardi, su iniziativa dell’assessorato agli Assetti istituzionali della Provincia di Firenze. Sono 11 in Provincia di Firenze i piccoli Comuni: Barberino Val d’Elsa, Dicomano, Firenzuola, Gambassi Terme, Londa, Marradi, Montaione, Palazzuolo sul Senio, San Godenzo, San Piero a Sieve e Vaglia.

Hanno in media 3.571 abitanti e 1.430 nuclei familiari e il più piccolo è San Godenzo con 1.237 residenti. Hanno però una grande estensione, mediamente di 100,32 chilometri quadrati (il triplo del dato dei Comuni italiani), con il caso limite di Firenzuola che si sviluppa su un territorio di 272 chilometri quadrati. E un grande territorio equivale a molte strade: 111 chilometri in media, 276 a Marradi, 249 a Palazzuolo, 234 a San Piero a Sieve; la maggior parte del percorso di queste strade (89 chilometri su 111) si snoda in territori montani.

Il comune meno urbanizzato è Firenzuola, con 10 ettari appena di superficie urbana rispetto ad una media di 187, il più urbanizzato Barberino Val d’Elsa. Per amministrare il loro territorio i piccoli Comuni hanno a disposizione risorse finanziarie e investimenti in opere pubbliche per poco più di 5 milioni di euro ciascuno. “Ci vuole una normativa differenziata per i Comuni, che non sono tutti uguali – spiega l’assessore della Provincia agli Assetti istituzionali e ai Piccoli Comuni Valerio Nardini – Un Comune medio italiano supera di poco i 33 km di territorio.

In Toscana, invece, il minimo è 67 km e la media è di 100 km. Dunque si tratta di destinare le risorse ai Comuni in modo mirato, sulla base della popolazione e del territorio, conseguendo una maggiore equità”.
“A livello nazionale – ha ribadito Nardini - emerge la tentazione, in nome della riduzione della spesa pubblica, di eliminare le Giunte nei piccoli Comuni o di accorparli con provvedimenti d’autorità. Ritengo che sia un errore. La linea che noi proponiamo non è quella degli accorpamenti ma quella della gestione associata di servizi e funzioni e della valorizzazione della gestione di Comuni che sono piccoli per numero di abitanti ma grandi per estensione territoriale”.
La Regione Toscana ha legiferato in questo senso e la tematica è adesso matura per essere affrontata a livello nazionale.

La Provincia intanto ha avviato un accordo con Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle per consentire la realizzazione di alcune opere pubbliche.
Dopo il saluto del presidente della Provincia Matteo Renzi, sono intervenuti il sindaco di Londa Tiziano Lanzini, l’assessore al rapporto con gli Enti locali Agostino Fragai; il sindaco di Gambassi Terme Federico Campatelli, che ha illustrato il disegno di legge presentato alla Camera per i piccoli Comuni; il professor Niccolò Persiani, della Facoltà di Economia dell’Ateneo di Firenze, con uno studio sulla finanza dei piccoli Comuni.

I lavori sono stati presieduti da Paola Cavini, sindaco di Palazzuolo sul Senio. Al confronto hanno preso parte anche il presidente della Consulta dei piccoli Comuni dell’Anci Secondo Amalfitano, ill presidente dell’Associazione nazionale dei piccoli Comuni Franca Biglio, il vicepresidente dell’Unione dei Comuni montani Renzo Mascherini, e i presidenti del Circondario Empolese-Valdelsa e delle Comunità Montane del Mugello e della Montagna fiorentina, come anche i sindaci dei piccoli Comuni della provincia di Firenze.

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