Termovalorizzatore: sottoscritto il protocollo d'intesa fra i Comuni di Firenze, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino, la Provincia di Firenze e l'Ato 6, mentre Prc e comitati contestano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 agosto 2005 13:08
Termovalorizzatore: sottoscritto il protocollo d'intesa fra i Comuni di Firenze, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino, la Provincia di Firenze e l'Ato 6, mentre Prc e comitati contestano

Primo passo per la realizzazione del termovalorizzatore. Ieri nella sala della giunta del Comune di Sesto Fiorentino è stato sottoscritto il protocollo d'intesa fra i Comuni di Firenze, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino, la Provincia di Firenze e l'Ato 6. La firma è stata apposta dai sindaci Leonardo Domenici, Fiorella Alunni e Gianni Gianassi, e i presidenti Matteo Renzi e Riccardo Gabellini. Erano presenti l'assessore ai lavori pubblici Paolo Coggiola e l'assessore provinciale all'ambiente Luigi Nigi.

"Questo protocollo - ha sottolineato il sindaco Domenici - è il frutto di un lavoro molto importante ed è un atto di forte responsabilità. Qui non si rappresentano gli interessi particolari di qualcuno, né si segue la logica di un tavolo negoziale; noi abbiamo lavorato per risolvere un problema generale che coinvolge un territorio molto esteso e centinaia di migliaia di cittadini".

Il gruppo consiliare provinciale del PRC esprime forte contrarietà nei confronti del Protocollo di intesa sottoscritto il 2 agosto 2005 – in pieno periodo feriale – dai Sindaci di Firenze, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, dal Presidente della Provincia di Firenze e dal Presidente dell’ATO 6 per la realizzazione di un nuovo inceneritore nella Piana Fiorentina.
Una scelta grave, decisa ed imposta dai vertici dei Democratici di Sinistra e della Margherita, ignorando la criticità ambientale e sanitaria della zona già denunciata nella Valutazione di Impatto Sanitario seconda e terza fase.


Il “decisionismo” dei Sindaci e del Presidente della Provincia Renzi ignora il forte dissenso delle popolazioni e le stesse contraddizioni apertesi nelle forze politiche di maggioranza.
Il gruppo provinciale di Rifondazione Comunista – coerente con l’orientamento del Partito e in sintonia con la crescente opposizione popolare – conferma la più netta contrarietà alla realizzazione del nuovo inceneritore della Piana Fiorentina e chiede una svolta profonda nella gestione dei rifiuti, basata sulla moratoria nella costruzione di nuovi impianti e su concrete azioni di riduzione e differenziazione rifiuti.

"Confermiamo la nostra netta contrarietà alla scelta di costruire il termovalorizzatore nella Piana".

E' quanto dichiarano Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione comunista, e Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracitta/unaltromondo, dopo la firma del protocollo fra le istituzioni coinvolte nella costruzione del termovalorizzatore. "Scorrendo le prime pagine, nell'afa di agosto, sembra di leggere un piano di salvaguardia ambientale e paesaggistica - spiegano Nocentini e De Zordo -. Si parla di Parco della Piana, Parco di Castello, Parco Chico Mendes, Parco dei Renai, Parco delle Cascine, Parco urbano di Villa Montalvo, e poi aree protette di Gaine, Focognano, La Querciola...tutto in una pagina! Bisogna continuare a leggere per scoprire - aggiungono i capogruppo - che invece si fa un passo indietro: nonostante i preoccupanti risultati emersi dalla Vis (Valutazione di impatto sanitario) relativamente alla situazione ambientale della Piana e allo stato di salute dei suoi abitanti, e senza considerare il crescente dissenso e la massiccia mobilitazione della popolazione, la realtà è che un impianto di incenerimento fortemente inquinante e non necessario sta per essere costruito in un'area in cui 'dagli studi relativi alla situazione ambientale e alle conseguenze sulla salute umana emerge una situazione critica'".

"Per questo - ribadiscono Nocentini e De Zordo - confermiamo la nostra più ferma contrarietà a questa scelta per numerosi e comprovati motivi". Motivi che vengono elencati uno per uno: prima di tutto "le risorse utilizzate per realizzare l'inceneritore consentirebbero una drastica riduzione dei rifiuti da smaltire, se destinate ad un deciso potenziamento della raccolta differenziata"; e ancora "il processo di incenerimento dei rifiuti produce comunque una considerevole mole di ceneri e fanghi (30% del totale) da smaltire in discariche speciali, essendo a loro volta rifiuti pericolosi"; poi "non esistono prove che anche i più moderni impianti non producano sostanze nocive, a partire dalle diossine, anzi questa produzione è comunque data per scontata, non esistendo previsioni attendibili circa la loro quantità".

Nocentini e De Zordo continuano spiegando che, "stante l'attuale situazione della Piana, come evidenziata anche dalla VIS, le 'opere di mitigazione' previste dovrebbero essere realizzate comunque senza caricare l'area di ulteriori fattori inquinanti". Senza contare poi che "investire nell'incenerimento disincentiva necessariamente lo sviluppo della raccolta differenziata per due ordini di motivi: economico, in quanto a fronte di un massiccio intervento pubblico diminuiscono le risorse per la differenziazione, mentre se l'investimento è privato il ritorno economico crescerà all'aumentare dei rifiuti inceneriti; funzionale: l'inceneritore per garantire un buon livello di esercizio deve bruciare materiali altamente calorici, come carta, plastica e via dicendo".

Infine, concludono Nocentini e De Zordo "incentivare modalità innovative di raccolta e smaltimento consentirebbe anche una crescita occupazionale nel settore, come dimostra l'esempio del Consorzio Priula in Trentino, che investendo tutto sull'innovazione e la differenziazione, ha raddoppiato il personale e contemporaneamente diminuito le tariffe".

Ecco infine l'opinione del del Coordinamento dei Comitati della Piana: "La firma del protocollo di intesa per la costruzione dell’impianto di incenerimento nella Piana è ovviamente un atto che ci preoccupa; non tanto perché possa essere un passo avanti nell’iter per costruzione, che sia un passo avanti è infatti tutto da vedere e noi siamo determinati e convinti di aver ragione da vendere e di poter impedire la costruzione di questo impianto.


A questo proposito è molto confortante la enorme crescita del consenso popolare alle nostre proposte alternative e alla nostra lotta per la salute dei cittadini e dell’ambiente della Piana.
Siamo molto preoccupati invece, per quella che ogni giorno di più si dimostra una inadeguatezza, una incapacità nel gestire i problemi del territorio, soprattutto per quanto riguarda la salute dei cittadini e dell’ambiente a cui è strettamente legato l’aspetto della gestione dei cosiddetti rifiuti che escono dalle case private e dalle realtà lavorative.
Se la VIS, e ancora più approfonditamente lo studio microgeografico curato dal dottor Minichilli a cui la anche la VIS si rifà e ultimamente lo studio sulla mortalità relativa al periodo 1981-2001 dei cittadini residenti intorno all’ex inceneritore di S.

Donnino, specialmente di Campi Bisenzio (lo studio è fatto analizzando i certificati ISTAT di causa di morte, che da anni avrebbero dovuto essere un campanello di allarme per chi amministra perché dati conosciuti dai Comuni), ebbene, se questi studi fotografano una situazione allarmante della Piana, così come è ora e suggeriscono che misure di risanamento vadano assolutamente prese, è strabiliante la scelta dei nostri amministratori, di aggiungere carichi significativi di inquinamento anziché alleggerirli.
Si badi bene che di aggiunta di carichi significativi di inquinanti in funzione dell’inserimento del termovalorizzatore, parla ancora la VIS, dettagliatamente nella sua prima parte.

“Aumenta notevolment” è la frase usata dai tecnici per gli inquinanti considerati, checché ne dicano nel protocollo di oggi.
Non ci prendano in giro con le misure di mitigazione che la stessa VIS parte terza dichiara inefficaci, perché il teleriscaldamento nella zona che sembra destinata, non si può fare e il famoso bosco non è dimostrato funzioni nel trattenere gli inquinanti più pericolosi come le diossine e i metalli pesanti. Boschi e parchi poi….. i parchi la Piana li aspetta da anni; promessi sempre da anni per motivi di riqualificazione…… in ogni caso prima o poi gli alberi perdono le foglie e gli inquinanti, specie quelli persistenti, rientrano nei cicli biologici……
Ci si chiede perché la sindaco Alunni sia tanto preoccupata di avere due inceneritori vicini al suo bel centro storico se sono così innocui, e ci si chiede quale mente a dir poco disturbata abbia pensato alla ciminiera di un inceneritore come campanile simbolo della Città della Piana tanto ambita dai Sindaci.
L’unica certezza al momento è che la Piana è malata e chi governa anziché provvedersi di medici curanti, sta organizzando per il suo funerale.
Due domande ai Sindaci: hanno mai sentito parlare di cose chiamate prevenzione primaria, equità ambientale o anche di principio di precauzione alle quali ogni Sindaco, come un buon padre di famiglia, dovrebbe attenersi?
Sono concetti ben chiari ai cittadini della Piana ai quali spettano, nei prossimi mesi, le iniziative più forti e risolute per la tutela della loro salute e di quella delle future generazioni".

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