Un tavolo regionale dove studiare gli aspetti legali per riconoscere il diritto di voto, attivo e passivo, ai cittadini extracomunitari per le elezioni amministrative

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 novembre 2004 10:31
Un tavolo regionale dove studiare gli aspetti legali per riconoscere il diritto di voto, attivo e passivo, ai cittadini extracomunitari per le elezioni amministrative

Ieri il consiglio comunale ha approvato la delibera che estende il diritto di voto, attivo e passivo, per le elezioni dei consigli di quartiere ai cittadini extracomunitari e la delibera che «sancisce il principio di garantire un rimborso spese ai componenti del consiglio degli stranieri».
«Il tanto citato parere del Consiglio di Stato - ha spiegato Anna Nocentini - fornisce indicazioni di carattere generale che nella realtà fiorentina trovano di fatto una risposta: per ottenere la residenza ci voglio molti anni e particolari condizioni, come un domicilio ed un lavoro fisso.

Ciò comporta una presenza sul nostro territorio di molti anni: condizionare il diritto di voto a chi risiede nel nostro Comune da almeno un anno tiene conto che il cittadino è regolarmente presente nel nostro Comune da molto tempo. Inoltre, durante questo periodo l'apprendimento della lingua italiana, richiesto sempre dal Consiglio di Stato, è di fatto una necessità che non ha bisogno di essere verificata». «Quanto alla seconda delibera approvata questa sera - ha aggiunto - abbiamo sempre affermato il principio che la partecipazione agli organi istituzionale deve avere una compensazione economica senza la quale non sarebbero garantite a tutti le stesse opportunità.

Tale principio deve quindi valere anche per il consiglio degli stranieri, che è un organo previsto dallo statuto comunale. La delibera prevede anche il mantenimento in carica dell'attuale consiglio degli stranieri fino al 2009 prevedendo una verifica dei suoi organi interni fra un anno. L'attività del consiglio degli stranieri è appena iniziata e serve un ragionevole arco di tempo per sviluppare i progetti avviati». «A livello europeo - ha concluso Anna Nocentini - la convenzione di Strasburgo, già dal 1992, detta i principi per la partecipazione dei cittadini stranieri alla vita della comunità nella quale vivono e lavorano.

Il Comune di Firenze non ha fatto che aderire a indirizzi della Unione europea che peraltro trovano in altri paesi più piena attuazione».
Un tavolo regionale dove studiare gli aspetti legali per riconoscere il diritto di voto, attivo e passivo, ai cittadini extracomunitari per le elezioni amministrative è stato proposto i consiglieri del gruppo di Rifondazione Comunista. «Questi cittadini costituiscono una presenza importante nella nostra città - hanno rilevato - si tratta di persone che lavorano e pagano le tasse e che non possono essere private di alcuni diritti fondamentali, come quello di voto.

La nostra Costituzione non poteva prevedere un cambiamento così epocale della nostra società e per questo garantisce questo diritto solo ai cittadini italiani». «La discussione su questo argomento è già in atto - hanno ricordato i consiglieri di Rifondazione - ora si tratta di trovare gli strumenti ed i percorsi più appropriati per garantire pari dignità e diritti a questi nuovi cittadini. Un tavolo regionale, che coinvolga le amministrazioni locali, può essere un buon punto di partenza per individuare le migliori soluzioni, nel rispetto dello spirito della Costituzione».
«Il Comune ha deciso di modificare lo statuto per consentire il voto agli immigrati ma questa decisione si basa su una lettura superficiale del parere del Consiglio di Stato di qualche mese fa».

E' quanto hanno dichiarato il capogruppo di Forza Italia Paolo Amato e la consigliera di Forza Italia Bianca Maria Giocoli a proposito della «delibera con la quale la maggioranza di centrosinistra estende nuovamente il diritto di voto attivo e passivo per le elezioni dei consigli di quartiere ai cittadini extracomunitari residenti a Firenze da almeno un anno». «Forte del parere del Consiglio di Stato - hanno spiegato Amato e Giocoli che sono anche componenti della commissione affari istituzionali - la sinistra crede di poter ignorare le leggi dello Stato e la circolare del Ministero degli Interni con la quale si ricordava come tale questione fosse di competenza legislativa e costituzionale, perché interessa l'elettorato attivo e passivo, e che quindi non poteva essere affrontata dagli enti locali.

L'assessore De Siervo afferma che il Consiglio di Stato ha accolto pienamente il ricorso della Regione Emilia-Romagna dimenticando che questo organo giudiziario circoscrive l'effettiva attribuzione del diritto di voto con una serie di cautele che, ovviamente, per la sinistra è meglio non sbandierare per poterle manipolare a proprio uso». «Il tanto citato parere, in realtà, impone dei paletti molto severi - hanno aggiunto - anzitutto estende il diritto di voto ai quei cittadini extracomunitari residenti da almeno sei anni che abbiano un lavoro e che conoscano perfettamente la lingua italiana.

Gli studenti, quindi, ne sono esclusi. Il Consiglio di Stato, inoltre, ben cosciente della possibilità che negli organismi elettivi vi sia una presenza maggioritaria degli stranieri sui cittadini italiani, esprime la propria convinzione che la carica di presidente di quartiere debba essere riservata ai soli italiani». «Tutti questi paletti - hanno rilevato Amato e Giocoli - sono ignorati dal Comune che vuole attribuire, senza alcun criterio ma allargando a dismisura le maglie di una interpretazione falsata, un diritto sacrosanto come quello di voto a tutti anche a chi per sbaglio e per avventura transita nel nostro territorio».

«Peraltro - hanno concluso i due esponenti di Forza Italia - si rischiano provvedimenti severi da parte del Consiglio dei Ministri. Con tale delibera, e con quella che, nonostante il parere negativo dell'Anci e del Ministero degli Interni, garantisce un gettone di presenza ai membri del consiglio degli stranieri, l'amministrazione rischia sanzioni da parte del Governo, che vanno dalla diffida all'annullamento delle elezioni. Il Comune di Genova, ad esempio, è già stato diffidato. Il Comune di Firenze doveva attendere l'approvazione dell'apposita legge, in discussione in Parlamento, e la sentenza della Corte Costituzionale».
"La vera integrazione non si ottiene in questo modo.

Anzi la delibera approvata oggi per il voto attivo e passivo nei consigli di quartiere avrà come risultato di aumentare il numero degli elettori ma non quello degli stranieri effettivamente integrati". E' quanto dichiara il capogruppo dell'Udc Mario Razzanelli dopo l'approvazione da parte del consiglio comunale della delibera sul diritto di voto dei cittadini stranieri nei consigli di quartiere. "Integrare vuol dire aprire le porte a quelli stranieri che abbiamo dimostrato di essere diventati parte attiva della nostra società - aggiunge Razzanelli -.

Sono un convinto assertore del principio che le persone che vivono e lavorano in Italia e a Firenze debbano essere integrate anche sotto il profilo politico nella comunità, ma questo non può essere fatto con leggerezza. Questo diritto deve essere concesso ai quei cittadini stranieri che si siano effettivamente integrati nel tessuto socioeconomico della città". Per quanto riguarda il significato concreto del termine "effettiva integrazione", il capogruppo dell'Udc Razzanelli concorda pienamente con le raccomandazioni poste dal Consiglio di Stato: "A mio avviso uno straniero è perfettamente integrato se è residente in città da almeno sei anni, ha la padronanza della lingua italiana e lavora, escludendo così le persone che sono a Firenze per i motivi di studio.

Altrimenti - conclude Razzanelli - il risultato è soltanto quello di aumentare il numero degli elettori ma non quello degli stranieri effettivamente integrati".

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