Camp Darby: dibattito sul futuro della base
Intanto pacifisti manifestano davanti ai cancelli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 marzo 2004 19:09
Camp Darby: dibattito sul futuro della base<BR>Intanto pacifisti manifestano davanti ai cancelli

17 MAR - Una trentina di pacifisti, tra i quali anche la senatrice Elettra Deiana di Rifondazione, hanno contestato stamani, davanti alla base militare Usa, tra Pisa e Livorno, il trasferimento di materiale militare da Camp Darby al porto di Livorno. L'ultimo carico in ordine di tempo, e' partito nella notte tra martedi' e mercoledi'. Si tratta di mezzi su ruote e cingolati, presumibilmente materiale bellico, ma non se ne conosce la destinazione. Una nuova manifestazione è prevista il 30 marzo.
Trasformare la base militare americana di Camp Darby, in un “interporto internazionale” per le operazioni di “peacekeeping”, per l’organizzazione e il pronto intervento di carattere umanitario in varie parti del mondo.

E’ quanto affermato, in Consiglio regionale, dall’assessore alle Infrastrutture Riccardo Conti, che oggi ha risposto alle interrogazioni presentate dai consiglieri regionali Ghelli (Pdci), Cocchi, Lippi, Simonti (Ds), D’Angelis (La margherita) e dal gruppo di An. Una mozione di Forza Italia, a favore della presenza americana in Toscana, è stata respinta dal Consiglio regionale. “Il contesto internazionale è tale per cui appare velleitario prospettare uno smantellamento tout court della base.

E tuttavia, ad oltre mezzo secolo di distanza dalla convenzione con gli Usa, ci sono probabilmente le condizioni per riconsiderare il rapporto e la modalità di questa presenza”, ha affermato Conti. Secondo l’assessore, inoltre, i lavori di ampliamento della base, per complessivi 52 milioni di dollari, sono già stati approvati nel 1996 dal Comitato paritetico di cui fanno parte anche 7 rappresentanti regionali. Questo organo, ha spiegato Conti, non ha potere decisionale, dato che l’ultima parola sulle installazioni militari spetta al Ministero della Difesa.

La Regione, in quella sede, aveva comunque sottolineato l’importanza di tutelare l’equilibrio ambientale della zona, durante la fase di ampliamento, che riguarda la realizzazione di 7 capannoni, una grande officina, e varie infrastrutture per un totale di 450.000 mc, con oltre 9 ettari di superfici coperte e impermeabilizzate. Il consigliere regionale Erasmo D’Angelis (La margherita) ha condiviso la posizione della Giunta e sottolineato che “essere contro le decisioni del governo Bush non significa essere contro gli Stati Uniti”.

“La base americana è stata oggetto di indagini da parte dei magistrati per i misteri che la riguardano, come l’addestramento di gruppi neofascisti”, ha detto il consigliere. “Crescendo l’importanza di Camp Darby, aumentano anche i rischi di un attentato terroristico”, ha concluso D’Angelis. Il consigliere regionale Luciano Ghelli (Pdci) ha proposto la chiusura immediata della base Usa. “Se la Regione è a favore di una riconversione non vedo come vi possa essere un ampliamento. Per combattere il terrorismo non abbiamo bisogno delle basi americane sul nostro territorio ma di interventi in favore dei disperati del mondo”, ha aggiunto Ghelli.

Per il consigliere regionale Alfonso Lippi (Ds) la questione centrale non è il rapporto con gli Stati Uniti ma le prospettive e il ruolo di Camp Darby. “La ricchezza in quella zona non si fa di certo con gli investimenti americani”, ha detto Lippi. Secondo il consigliere, inoltre, è scorretto il comportamento del comandante della base nei confronti degli enti locali. Il consigliere regionale Giovanni Barbagli (Rifondazione) si è detto d’accordo con il progetto di riconversione civile della base.

“Siamo in presenza di una richiesta di militarizzazione del territorio, che riguarda in particolare il porto di Livorno”, ha affermato Barbagli. “La nostra richiesta politica è quella di riconsiderare, in Parlamento, gli accordi bilaterali fra Italia e Usa”, ha concluso il consigliere. Per il consigliere regionale Virgilio Luvisotti (An), periodicamente la sinistra fa emergere il problema di Camp Darby, una base militare che è stata un baluardo contro l’Unione Sovietica e che rappresenta un indotto di 25 milioni di euro all’anno.

“Oggi, per difendere la democrazia dall’aggressione terroristica iniziata l’11 settembre, servono anche le basi americane”, ha detto Luvisotti. Il consigliere regionale Piero Pizzi (FI) ha sottolineato come sia poco comprensibile trasformare la base in un centro per gli aiuti umanitari. “Non si possono liquidare istanze di pacifismo solo perché ci troviamo in periodo elettorale, ma bisogna essere concreti”, ha aggiunto Pizzi. “Si sottovaluta l’importanza economica di questa base con i suoi 800 dipendenti civili e le 120 aziende che lavorano per Camp Darby”, ha affermato il consigliere.

Secondo il consigliere regionale Virgilio Simonti (Ds), la risposta di Conti non vuole rimettere in discussione le alleanze italiane. “Da quando esiste la base americana vi sono sempre stati ottimi rapporti di collaborazione fra le autorità locali italiane e quelle Usa”, ha detto Simonti. “La cosa che preoccupa sono gli eventuali danni sull’attività commerciale del porto di Livorno nel caso in cui l’esercito americano ne militarizzasse una parte”, ha concluso il consigliere. Per il consigliere regionale Maurizio Dinelli (FI), il vero problema è l’antiamericanismo di fondo, che non possiamo fingere che non esista.

“Non bisogna commettere nuovamente i tragici errori del 1938, quando a Monaco il premier inglese Chamberlain, preoccupato per il pacifismo laburista alla vigilia delle elezioni, tentò un inutile accordo con Hitler”, ha affermato Dinelli. Secondo il consigliere, siamo di fronte ad un scontro fra la civiltà occidentale e la barbarie fanatica dei terroristi islamici. Lorenzo Zirri, capogruppo di Forza Italia, ha spiegato la mozione presentata dagli azzurri. “Gli Usa sono da sempre un nostro alleato fidato, verso il quale abbiamo un debito di riconoscimento che risale alla seconda guerra mondiale”, ha detto Zirri.

Per il consigliere, è molto importante che la base continui a svolgere il ruolo di deterrente.

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