Migliaia di cittadini in coda per ore a causa del Telepass?
Tranvia,Cigliana (FI): «Aumentano i rischi di impatto ambientale per la linea 2 ma l'amministrazione dice avanti tutta»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 settembre 2003 18:59
Migliaia di cittadini in coda per ore  a causa del Telepass?<BR>Tranvia,Cigliana (FI): «Aumentano i rischi di impatto ambientale per la linea 2 ma l'amministrazione dice <I>avanti tutta</I>»

Contrariamente a quanto sostengono i titoli odierni della Nazione oggi NOVE ha acceratato che negli uffici della Firenze Parcheggi in viale Matteotti non sono assolutamente migliaia di cittadini in coda per attivare i telepass per l'accesso alla Ztl, in vista del 3 novembre, quando entreranno in vigore le porte telematiche, attualmente in fase sperimentale. Intanto continua la polemica politica.
«La crisi dell'artigianato tradizionale ha radici ben più profonde che risiedono nel predominio crescente delle merci di produzione industriale sui prodotti artigianali (di maggiore qualità) -afferma il capogruppo dei Verdi Alessio Papini- predominio che trova il suo caposaldo nello sviluppo preponderante della grane distribuzione.

La bassa qualità delle merci comporta poi un accorciamento della vita di queste ultime - oggi, ad esempio, se un ombrello si rompe, lo buttiamo via e non lo ripariamo - e la crisi delle aziende artigiane che si occupano di riparazioni di oggetti. In definitiva si ha un potenziamento delle tendenze consumistiche. A Firenze esisteva, in via dell'Oriuolo, un famoso riparatore di bambole, noto in tutto il mondo, la cui vetrina era fotografata su riviste americane, tedesche e giapponesi. E' evidente che la chiusura di questa attività di artigianato ad alto contenuto qualitativo è dovuta alla fine del commercio e della produzione delle bambole tradizionali e all'introduzione delle bambole di plastica usa e getta.

Ben più importante, sul piano quantitativo, la crisi delle sartorie, dei calzolai, delle camicerie anche questi colpiti non certo dalla ztl, ma dall'introduzione dell'abbigliamento di produzione industriale di misure standardizzate, e quindi qualitativamente inferiore, a basso costo. Beffardo il fatto che i costi siano poi risaliti con l'introduzione dei marchi e delle pubblicità, senza recuperare i capi su misura. Fatto sta che la crisi dell'artigianato ha dimostrato di non essere legata alla zona a traffico limitato, ma ha colpito tutta la città e, direi, tutto il mondo industrializzato.

Sorprendentemente, anzi, un presidio ancora importante dell'artigianato tradizionale si è mantenuta proprio all'interno della ztl, mentre le aziende di artigianato tradizionale sono sparite completamente dalle periferie dove l'accesso e il parcheggio di auto sono liberi. La conclusione può essere solo che avvantaggiare l'uso dell'auto per gli acquisti significa avvantaggiare la grande distribuzione, mentre la ztl e zone pedonali hanno avuto ed hanno la funzione non di danneggiare, ma di preservare le attività dell'artigianato tradizionale e del piccolo commercio.

E' come se i cittadini stessi considerassero un valore aggiunto poter acquistare senza l'assillo del traffico e a questo valore aggiunto collegassero giustamente la presenza di artigiani e commercianti».
«Sulle porte telematiche l'amministrazione non ha tenuto conto delle legittime esigenze dei fiorentini e degli operatori commerciali». Questo il giudizio dalla consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci secondo la quale «anche la recente assemblea pubblica organizzata da Cna e Confartigianato ha evidenziato la profonda amarezza dei loro associati nel ritrovarsi davanti al fatto compiuto senza la preventiva possibilità di pianificare difficoltà e trovare soluzioni».

«In questo contesto - ha ricordato la consigliera di Alleanza Nazionale - la colpevole inerzia dell'amministrazione comunale crea disagi al commercio, alle attività artigianali ed a tutti i fiorentini. Le porte telematiche furono previste e in parte realizzate già dalla precedente amministrazione di centrosinistra nel 1998. A distanza di cinque anni, e con curiosa urgenza, l'attuale governo cittadino, sempre di centrosinistra, in poco più di due mesi pretende di far assimilare problemi, soluzioni e modalità operative di tutto il sistema in una manciata di giorni, non tenendo conto delle molteplici esigenze e di tutti i problemi, anche tecnici, ancora da risolvere.

Ma la giunta targata Domenici ha deciso di partire comunque il tre di novembre» «A prescindere comunque dalle inopportune scelte discrezionali e soprattutto da quelle "di praticità intelligente" o di buon senso - ha concluso la Checcucci - non possiamo che essere nettamente contrari sui costi delle porte telematiche e del telepass, perché ingiustificati e quel che è peggio "blindati" da intese che legano Comune, Autostrade e Firenze Parcheggi».

«Rischio idraulico, aumento dell'inquinamento acustico e atmosferico, rischi di inquinamento da emissione di campi elettromagnetici».

Questo, secondo il capogruppo di Forza Italia Rodolfo Cigliana, «il panorama dei rischi che emerge dal rapporto del Comune collegato all'approvazione dell'istruttoria per la valutazione di impatto ambientale del progetto definitivo della seconda linea della tranvia». «Stupisce - ha proseguito Cigliana che sulla questione presenterà una interrogazione - che di fronte a queste possibilità di danno ambientale e sanitario, l'amministrazione non mostri segni di ripensamento né di cedimento dalle sue certezze: tranvie devono essere e che tranvie siano, alla faccia delle caratteristiche del territorio, della presenza delle falde e dell'equilibrio idrico della città, della stabilità degli edifici e delle strade coinvolte.

Secondo l'amministrazione non c'è bisogno di una nuova valutazione di impatto ambientale ma bastano solo delle prescrizioni per garantire la messa in sicurezza delle aree a rischio. Un ruolo molto importante lo assumono, in questa vicenda, l'autorità di bacino e la sovrintendenza, ai quali spetta la concessione dei nullaosta rispettivamente sulla messa in sicurezza dall'inquinamento delle falde sotterranee e dal posizionamento dei fili dell'alimentazione aerea del tram davanti agli edifici storici e al Duomo».

«Sarebbe auspicabile - ha concluso il capogruppo di Forza Italia - che la valutazione delle opere previste tenesse conto prima di tutto delle esigenze della città e non solo della necessità che le opere pubbliche programmate dall'amministrazione vengano comunque e in qualunque condizione realizzate con il rispetto dei tempi prefissati. Rimane da parte di Forza Italia la valutazione fortemente negativa del sistema di mobilità varato dai sindaci Primicerio e Domenici con l'appoggio dei presidenti di Regione Chiti e Martini oltre che dei governi precedenti di centrosinistra: ma neppure l'impatto ambientale sicuramente critico, come confermano le relazioni tecniche, può modificare oggi i programmi Tav e tranvie varati, approvati e finanziati dai governi di centro sinistra prima nazionali e poi locali.

L'interrogazione che sarà presentata su questo tema ha lo scopo di portare alla luce il tentativo dell'amministrazione di minimizzare l'impatto ambientale attraverso le garanzie offerte dalle raccomandazioni e prescrizioni e attraverso il silenzio-assenso degli ambientalisti che supportano politicamente il governo di centrosinistra fiorentino».

«Dopo la "tassa sul nonno", la sinistra di fatto ha istituito anche la "tassa sul dolore", ovvero l'imposta che i fiorentini devono pagare per parcheggiare l'auto nei pressi dei centri ospedalieri e case di cura fiorentine».

E' quanto hanno dichiarato il capogruppo dell'UDC Federico Tondi e il segretario comunale Paolo Tognoni De Pugi. «Per questo - hanno aggiunto i due esponenti dell'UDC - deve essere subito ripresa la nostra discussione la nostra proposta di rendere gratuito i parcheggio per i cittadini che si devono recare presso strutture ospedaliere, mozione che, con grande imbarazzo della sinistra, è rimasta in sospeso dal 21 maggio scorso ed i cui termini sono scaduti il 5 giugno». Secondo Tondi e rognoni si tratta di un «un business immorale dalle dimensioni tutt'altro che irrilevanti: nella sola zona di Careggi, dal parcheggio che si trova presso il Cto, i 254 posti ora disponibili hanno fruttato al "Consorzio Parcheggio Careggi", dal giugno 2002 al giugno 2003 di oltre 412 mila euro mentre il parcheggio vicino a villa Monna Tessa, con 197 posti disponibili ha fruttato per la Firenze Parcheggi quasi 132 mila euro nello stesso periodo.

Da Santa Maria Nuova l'incasso è stato di 68.713 euro mentre per il parcheggio del Mayer la Firenze Parcheggi ha intascato 48.190 euro». «Ma ci sono anche delle aggravanti rispetto a questo quadro di per se già abbastanza scoraggiante - hanno rilevato - la zona di Careggi è sita all'interno della zona a sosta a controllata 10 che comprende tutta una serie di parcheggi a pagamento lungo viale e Morgagni, via Alderotti e tutte le strade adiacenti il polo ospedaliero oltre a quelle di cui abbiamo riportato i guadagni, per cui l'incasso effettivo derivante dai parcheggi adiacenti a Careggi è sicuramente superiore ai dati che abbiamo riportato.

La speculazione che il Comune consente di fare sul dolore dei cittadini è poi facilmente documentabile dal numero di persone che quotidianamente si reca nelle strutture di Careggi: considerando i 2.500 posti letto occupati, si prevedono due visite al giorno di una persona, o una visita da parte di due persone nei due orari di passo, che fanno già 5.000 visitatori al giorno. Oltre ai posti letto ci sono ben 150 ambulatori che richiamano circa altre 5.000 persone per analisi e terapie di ogni tipo.

Un totale indicativo di 10.000 visitatori, buona parte dei quali usa il mezzo proprio, senza contare il grande insediamento universitario di viale Morgagni che attira circa 3.000 tra studenti e lavoratori. Ecco dunque che le tariffe agevolate non sono il frutto di un atto di misericordia, bensì l'opportunistico calcolo di chi sa di avere una domanda talmente elevata da poter prevedere tariffe apparentemente vantaggiose, estese, tra l'altro, solo ad una serie di strade difficilmente accessibili.

Ma non solo Careggi è stata oggetto di uno sfruttamento del dolore a fini di lucro: basti pensare, infatti, che sulle 15 principali case di cura convenzionate di Firenze, ben 10 fanno parte di ZCS o in zone adiacenti ad esse, 4 sono dentro la ZTL e solo una, in zona stadio, non è stretta dalla morsa della "tassa sul dolore"».

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