Roccu u Stortu in onda su Palcoscenico Rai Due sabato prossimo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 maggio 2003 23:35
Roccu u Stortu in onda su Palcoscenico Rai Due sabato prossimo

Scritto da Francesco Suriano, segnalato al Premio Riccione per il teatro, “Roccu u stortu” e’ diventato subito un evento per la messa in scena realizzata dalla Compagnia Krypton, che negli anni si e’ sempre piu’ caratterizzata per la materia visiva fortemente contrastata e magmatica, oltre che per l’impasto linguistico dei suoi lavori.
Grazie a Fulvio Cauteruccio, regista e attore dello spettacolo, Roccu e’ diventato una vittima esemplare delle umane catastrofi, un originale, un pazzo, un idiota che ha i suoi predecessori nel Woyzeck di Buchner o nel povero soldato Schvejk.

Grida e si affanna il soldatino calabrese, arruolatosi durante la prima guerra mondiale, presagendo un dopoguerra con matrimonio e con la speranza di un pezzo di terra. Nel suo racconto impasta dialetti calabresi con alcuni passaggi di italiano, creando cosi’ una lingua della memoria, degli affetti e dell’invettiva, del dolore e della rabbia, mentre a un bambino, a una voce innocente, e’ affidato il compito di raccontare la storia “ufficiale” come e’ narrata nelle pagine del Sussidiario.
Nella brigata Catanzaro, in cui combatte, Roccu assiste al marcire degli uomini nelle trincee, vede saltare i compagni allo scoppio delle cannonate, vede le ferite che non si rimarginano, e’ sottoposto agli ordini incomprensibili e irragionevoli dei superiori, partecipa della esasperazione e della paura di tutti.

Talvolta, dal “caos in cui e’ finito”, lancia memorie del paese, della campagna e del mare. In cima a tralicci di tubi Innocenti tre musici, ovvero la straordinaria formazione de “Il Parto Delle Nuvole Pesanti”, sottolinea i momenti cruciali dello spettacolo con una spericolata partitura che innesta rock, canzone popolare e tradizione etnica in una piccola operina rock .
Per un povero soldato non c’e’ ritorno, non c’e’ che l’orrore di finire giustiziati, ovvero non c’e’ che l’essere e restare per sempre “u stortu” il pazzo o meglio lo scemo del villaggio.

Fulvio Cauteruccio ha prestato al personaggio di Roccu una vitalita’, una fisicita’ straordinaria che lo pongono fra gli attori piu’ interessanti dell’ultima stagione.
La regia televisiva, di Giovanni Ribet ha ambientato lo spettacolo in un teatro all’aperto e ha portato alcune scene fra gli ulivi, i campi e il mare della Calabria di Roccu.

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