Provincia e Comuni grossetani contro l’autostrada pedemontana del Ministro Lunardi
No alle scorie nucleari in Maremma dal consiglio regionale: annunciata una marcia di protesta per il 28 aprile

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 marzo 2002 15:24
Provincia e Comuni grossetani contro l’autostrada pedemontana del Ministro Lunardi<BR>No alle scorie nucleari in Maremma dal consiglio regionale: annunciata una marcia di protesta per il 28 aprile

Un coro di no all’ipotesi dell’autostrada pedemontana avanzata dal Ministro Lunardi e pubblicata sugli organi di stampa nei giorni scorsi.
Questa mattina si è svolto un incontro tra il presidente Lio Scheggi e i sindaci dei Comuni di Scansano, Magliano, Manciano, Capalbio, in mezzo al cui territorio dovrebbe passare l’autostrada, e Monte Argentario, non direttamente interessato dal progetto, ma che ne sarebbe indubbiamente danneggiato.
Da tutti la stessa preoccupazione per lo sviluppo economico intrapreso, ma nessuno ha espresso preconcetti né tantomeno non disponibilità al confronto.

Da tutti la stessa domanda: che fine ha fatto l’accordo sottoscritto a dicembre 2002 tra Regione e Governo e soprattutto perché gli Enti Locali non sono stati informati? E la preoccupazione sembra decisamente fondata se si pensa che la provincia di Grosseto ha intrapreso un percorso di sviluppo originale e sostenibile, oggi riconosciuto a tutti i livelli come un modello che non ha nulla da invidiare ad altri.
“Siamo molto preoccupati – ha dichiarato il presidente Scheggi – da quello che sembra diventato un vero e proprio pallino del Ministro Lunardi.

Gradiremmo avere spiegazioni tecniche esaurienti sui motivi reali per i quali l’accordo del dicembre 2000 viene oggi disatteso. Da parte nostra – aggiunge – c’è la ferma volontà di risolvere il problema del Corridoio Tirrenico, così come c’è la massima disponibilità al confronto, ma non certo su un’ipotesi che sventrerebbe le colline maremmane”.
L’altra preoccupazione di Scheggi riguarda quanto riportato dalla stampa in merito alla fase del progetto. Si parla infatti di esecutivo che significherebbe discutere a cose fatte, anche se fino ad ora non sono state trasmesse comunicazioni ufficiali né alla Provincia, né ai Comuni.
Il sindaco di Capalbio, Gastone Franci, è ancora più duro e si chiede “quale mente umana possa aver partorito un progetto simile.

Senz’altro – aggiunge- uno che non conosce il territorio e non ha la percezione del danno che potrebbe arrecare all’ambiente.
Per Giovanbattista Biserni, sindaco di Scansano è necessario “fare quadrato” anche per rivendicare agli Enti Locali il loro ruolo nella gestione del territorio. E avanza anche un’altra ipotesi: “Non sarà questo un modo per rimandare sine die la soluzione del problema Corridoio Tirrenico, avanzando un’ipotesi insostenibile per costi, complessità, impatto ambientale?” Il sindaco di Manciano, Rossano Galli, amministra un comune che con la viabilità, dice, “fa i conti tutti i giorni.

Ciononostante – aggiunge – abbiamo registrato il maggior incremento di presenze turistiche della provincia per il 2000 e probabilmente anche il per il 2001. Da noi la gente viene non solo per il turismo termale (Saturnia, ndr), ma perché abbiamo fondato la nostra economia sull’equilibrio con l’ambiente, il territorio, l’arte, l’archeologia, le attività sportive, venatorie. L’autostrada distruggerebbe l’economia del territorio ed ogni ipotesi di sviluppo futuro. Sono inorridito – ha concluso – di fronte ad un’ipotesi come questa”.
Anche Marco Visconti, sindaco di Monte Argentario, lamenta l’assenza di ogni comunicazione ufficiale.

La sua presenza è stata particolarmente significativa, ha sottolineato Lio Scheggi, proprio perché Monte Argentario non è direttamente interessato dal tracciato autostradale. “E’ ovvio – ha detto Visconti – che il territorio provinciale non beneficerebbe di questa opera, né con l’aumento di turisti, né con lo snellimento del traffico che, viceversa, si concentrerebbe maggiormente sulla costa e sull’attuale Aurelia per evitare il pedaggio. Abbiamo investito nel turismo di qualità – ha concluso – e oggi tutta la provincia ne trae beneficio”.
“Non vogliamo fare una resistenza ad oltranza, dando al Governo l’alibi per un atto di forza – ha concluso Gabriele Fusini, vicesindaco di Magliano in Toscana -.

Siamo disponibili al confronto purché le cose non arrivino dall’alto senza tenere conto né di accordi precedenti né del ruolo e della volontà degli enti locali. Mi chiedo – ha concluso –se il ministro Lunardi ha presente cosa significa dividere in due le colline dell’entroterra maremmano”.

Il consiglio regionale ha invece votato una mozione (favorevoli la maggioranza di centrosinistra e Rifondazione Comunista, astenuto il centrodestra) che impegna il consiglio e la giunta regionale ''ad adottare tutte le iniziative in tutte le sedi istituzionali per evitare che tale ipotesi possa essere confermata dall' Enea e presa in considerazione dal Governo Berlusconi''.

La mozione impegna il governo regionale anche a ''sostenere con forza la tutela del territorio regionale e in particolare della Maremma, anche in considerazione del fatto che la Toscana non ha avuto e non ha siti e centrali nucleari e dunque non ha eredita' nucleari da smaltire''. La giunta dovra' inoltre ''attivare nella Conferenza Stato-Regioni un confronto per evitare che materie cosi' importanti per le popolazioni coinvolte possano essere strumento di delega al Governo''. Sulle notizie, diffuse nei giorni scorsi, secondo le quali i i tecnici dell' Enea avrebbero identificato due siti in Maremma come fra i piu' adatti per ospitare i rifiuti radioattivi prodotti dallo smantellamento delle centrali nucleari, in aula sono state presentate due interrogazioni: una da parte del consigliere della Margherita-I Democratici Erasmo D'Angelis, l'altra da parte dei consiglieri dei DS Loriano Valentini e Sirio Bussolotti.

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