Servizi all'infanzia: sarà ricostituito l'Osservatorio nazionale sull'infanzia, l'adolescenza e la famiglia
Oltre 1.500 i partecipanti al convegno alla Fortezza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 febbraio 2002 15:45
Servizi all'infanzia: sarà ricostituito l'Osservatorio nazionale sull'infanzia, l'adolescenza e la famiglia<BR>Oltre 1.500 i partecipanti al convegno alla Fortezza

Sono oltre 1.500 gli operatori, gli esperti e gli amministratori provenienti da tutta Italia che da questa mattina sono riuniti alla Fortezza da Basso per discutere sui problemi dell'infanzia e, in particolare per verificare l'attuale situazione in un settore fondamentale per lo sviluppo e la crescita dei bambini e delle bambine nel nostro Paese. ''Percorsi educativi di qualità per le bambine e i bambini in Italia e in Europa', è il titolo di questo XIII Convegno nazionale dei Servizi educativi per l'infanzia, organizzato dall'assessorato alla pubblica istruzione del Comune di Firenze e dal Gruppo Nazionale Nidi - Infanzia.

Dopo l'introduzione del Sindaco Leonardo Domenici, che ha puntato l'accento sulla necessità di rivedere alcuni interventi previsti nella Finanziaria in relazione al rapporto tra gli Enti locali e il Governo nazionale, è intervenuta la sottosegretaria alle politiche del Lavoro, Grazia Sestini che ha annunciato ai presenti una decisione presa ieri dal Governo. ''Sarà infatti ricostituito, presso il ministero del Lavoro, l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza'', che era stato creato nella passata legislatura dall'allora ministro Livia Turco, e poi lasciato morire negli ultimi mesi.

''Siamo però convinti - ha aggiunto la sottosegretaria - che tutti i servizi all'infanzia sono utili se collegati in sinergia virtuosa con la famiglia. Per questo il nome questo organismo si chiamerà Osservatorio per l'infanzia, l'adolescenza e la famiglia''. La rappresentante del Governo, parlando poi del ricorso presentato da alcune Regioni alla Corte Costituzionale, contro l'articolo 70 della Finanziaria, ha riconosciuto che alcune basi costituzionali questi ricorsi possono averli, ''ma dal momento che il Governo ha deciso di investire circa 600 miliardi di lire in tre anni per nuovi servizi all'infanzia, è anche logico che vada trovato un 'compromesso' che consenta allo Stato di controllare come vengono spesi questi soldi dagli Enti locali''.

L'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri, dopo aver ringraziato quanti hanno permesso di organizzare questo incontro che, proprio per il gran numero di partecipanti ha dovuto cambiare sede nell'ultima settimana, nella relazione introduttiva al Convegno ha ripercorso la storia dei servizi all'infanzia in Italia. Dopo aver criticato i limiti imposti dalla Finanziaria ai comuni, e richiamato il ruolo di questi ultimi nell'erogazione dei servizi alla persona, si è soffermata sulla riforma della scuola che, proprio oggi, dovrebbe essere approvata dal Consiglio dei Ministri.

''Mi chiedo se, chi ha proposto di anticipare l'ingresso dei bambini nella scuola dell'infanzia (la materna) a due anni e mezzo, e a cinque anni e mezzo nelle elementari, ha mai visitato un asilo nido. Se ha tenuto conto dell'interesse generale dei bambini, se si è posto il problema del rispetto dei ritmi di crescita e le potenzialità di apprendimento dei bambini''. E inoltre, se comunque tutto questo sarà dimenticato, ''lo Stato deve almeno tener conto che l'ingresso nella scuola dell'infanzia a due anni e mezzo comporta un forte aggravio per le casse dei Comuni, e quindi proprio lo Stato dovrà far fronte a queste necessità.

Ma noi siamo convinti che queste risorse meglio potrebbero essere spese, nell'interesse dei bambini, estendendo un'azione forte per i nidi d'infanzia, sostenendo quelle esperienze di graduale passaggio alla scuola dell'infanzia che molti Comuni hanno iniziato a fare''. ''Proprio ieri, il sottosegretario all'istruzione Valentina Aprea - ha concluso l'assessore - ha detto che il sistema degli asili nido è fallito e per questo il Governo ha proposto l'ingresso a due anni e mezzo nelle scuole dell'infanzia e perché i bambini in queste fasce di età vanno in mano a baby sitter straniere.

Una dichiarazione che non meriterebbe commento, se non per invitare il sottosegretario a conoscere il sistema degli asili nido prima di dare una valutazione, e se in qualche caso è mancato lo sviluppo di questo servizio, ciò è sempre stato causato da politici e amministratori che non hanno creduto nelle sue potenzialità e nel grande ruolo che gli asili possono avere per la formazione dei bambini''. Nel pomeriggio di oggi i lavori proseguiranno in 4 Commissioni. Saranno 'sviscerate' le esperienze esistenti, anche in rapporto ad altri Paesi europei, e studiate le proposte per arrivare finalmente alla riforma della legge del 1971 sugli asili nido.

Sempre questa mattina i partecipanti hanno ascoltato le esperienze europee in questo settore dalle relazioni di John Bennet, dell'OCDE, l'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica - Early Childhood Policy Review Education and Tarining Division di Parigi, e di Mira Stambak, IEDPE, l'Istitut Europeen pour le Devoloppements des Potentialites de tous Enfants, sempre di Parigi. Domani il convegno proseguirà con la presentazione delle sintesi dei lavori delle Commissioni e, subito dopo, con una tavola rotonda su 'I Servizi educativi per l'infanzia: le nuove prospettive normative', alla quale prenderà parte anche il ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo.

Saranno presenti tutti i parlamentari che hanno presentato proposte di legge sugli asili nido, tra gli altri Livia Turco e Maria Burani Procaccini, e numerosi amministratori di Comuni e Regioni italiane.

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