Piano sanitario regionale: per i Comuni un’occasione per recuperare un ruolo nel governo della salute dei cittadini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 gennaio 2002 10:40
Piano sanitario regionale: per i Comuni un’occasione per recuperare un ruolo nel governo della salute dei cittadini

’Superare le eventuali sovrapposizioni che possono crearsi tra Comuni e Aziende sanitarie, ma soprattutto operare perché sulla salute pubblica si possano realizzare piani che coinvolgano concretamente le popolazioni e che vedano tutte le istituzioni pubbliche lavorare insieme’’. Lo ha detto ieri il sindaco Leonardo Domenici aprendo i lavori del convegno organizzato dall’Amministrazione comunale e dalla Conferenza dei sindaci dell’area fiorentina su ‘I Comuni e il nuovo piano sanitario regionale’.

Domenici, in particolare, si è riferito al problema dell’inquinamento, ricordando la sua proposta di coinvolgere i comuni dell’area per avere risultati concreti nella lotta all’inquinamento. ‘’Qualcuno, probabilmente, non ha capito – ha spiegato rispondendo all’intervento di un consigliere regionale, apparso oggi su un quotidiano, sui problemi legati allo smog – che questa era la mia proposta, e che non ho mai inteso scaricare responsabilità su altri. Anzi. Ho fatto esattamente il contrario’’.

Domenici, infine, si è soffermato brevemente sulla ‘Società della salute’, il nuovo organismo previsto dal Piano sanitario regionale, sottolineando come Firenze non possa in nessun caso restarne fuori. Un’idea ripresa anche dall’assessore alle politiche sociosanitarie Giacomo Billi che, nella relazione introduttiva ai lavori del convegno, ha ribadito come ‘’questa scelta si fonda sull’idea di dare vita, in modo sperimentale, ad un nuovo modello organizzativo che restituisce agli enti locali ‘pari dignità’ nel rapporto con le aziende sanitarie per il governo della sanità non ospedaliera’’.

‘’La proposta del Piano regionale – ha spiegato l’assessore – afferma esplicitamente che, ‘nell’ambito della sperimentazione, il Comune non assume solo funzioni di programmazione e controllo, ma compartecipa ad un governo comune del territorio finalizzato ad obiettivi di salute e diviene a tutti gli effetti cogestore dei servizi socio-sanitari territoriali’. Un’idea che parte anche dall’esigenza, ‘sacrosanta’, di realizzare sul territorio una piena integrazione fra i servizi sociali e sanitari, un’esigenza che purtroppo non si era realizzata con la preparazione di un Piano sociale regionale da integrare con quello sanitario’’.

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