La Toscana firma una convenzione per aiutare le imprese in rosa

Redazione Nove da Firenze
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09 luglio 2001 16:28
La Toscana firma una convenzione per aiutare le imprese in rosa

FIRENZE Un canale di accesso privilegiato per le donne che vogliono mettersi in proprio: un plafond di 50 miliardi destinati alle imprese femminili. La Regione Toscana ha firmato oggi con otto istituti di credito – il Monte dei Paschi di Siena, la Bnl, la Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, la Cassa di Risparmio di Firenze, la Cassa di Risparmio di San Miniato, le Casse del Tirreno, la Federazione Toscana Banche del Credito Cooperativo e la Cassa di Risparmio di Volterra – una convenzione che aiuterà le imprese in rosa.

Grazie all’accordo, per la Regione era presente l’assessore alle attività produttive Ambrogio Brenna, sarà infatti più facile trovare i fondi necessari per trasformare in realtà un’idea. Un finanziamento per partire, ma anche per ristrutturare od ammodernare un’azienda.
«Con questa convenzione, una delle prime in Italia, - ha commentato l’assessore Brenna – finalmente si potrà finanziare la qualità dei progetti e non il sistema di garanzie che le donne dovevano offrire per qualsiasi impresa economica».«Il mio assessorato – ha proseguito l’assessore – sosterrà l’imprenditoria femminile attraverso non un regime di aiuti, ma con incentivi allo sviluppo e all’innovazione.

E questa convenzione è un chiaro riconoscimento alla creatività delle donne». Tassi Euribor a 6 mesi +0,50 per finanziamenti in 5 anni, +0,75% da 5 a 10 anni: ma anche leasing e finanziamenti a breve. Con l’accordo siglato oggi nasceranno nelle banche convenzionate uffici che valuteranno i singoli progetti imprenditoriali, dopodichè il prestito sarà concesso ai tassi e alle condizioni fissati nella convenzione.
I soggetti che ne potranno beneficiare sono gli stessi ammessi ai benefici della legge 215/92, ovvero ditte individuali “in rosa” o aziende con il 60 per cento di presenza femminile nella compagine sociale o nelle quote di capitale.
Le imprese non saranno comunque lasciate sole: le associazioni di categoria e il sistema camerale offriranno sostegno alla formulazione del piano di impresa, a garanzia dell’idea saranno messi a disposizione i fondi nazionali e quelli offerti da Fiditoscana spa e Artigiancredito Toscano Scarl (assieme a future risorse della Regione che consentiranno di coprire fino al 70% dell’investimento complessivo dell’impresa).

Per qualsiasi informazione le donne potranno rivolgersi all’Ufficio relazioni con il pubblico della Regione, che indicherà agli interessati i vari referenti territoriali. Il numero verde è 800.860070.
Una prima esperienza per favorire l’accesso al credito femminile era già stata realizzata con l’ultimo programma regionale per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile (Pir 1998-2000 “Sviluppo di imprenditoria femminile”). Grazie ad una convenzione tra Regione Toscana e Artigiancredito toscano erano state allora, nel 1999, finanziate, con un abbattimento del tasso di interesse, 125 imprese artigiane per un totale di 7,8 miliardi di lire.

L’idea è stata ora ulteriormente sviluppata.
1489 domande: 359 nel settore manufatturiero, 121 in agricoltura, 971 che riguardano commercio, turismo e servizi vari, 38 prive di specificazione. Sono i numeri del quarto bando della legge n. 215/92, «Azioni positive per l’imprenditoria femminile». Dati definitivi che, dopo un’attesa che dura dal 1999 ed una successiva capillare campagna informativa, testimoniano un successo innegabile.
Quasi 1500 domande pervenute (in Lombardia sono state 2000, in Umbria 700) dimostrano che sono sempre più numerose le donne che decidono di mettere su un’impresa, ma che grande è anche la necessità di avere agevolazioni e finanziamenti per realizzare la propria idea.

Con 1489 domande la quota destinata all’imprenditoria femminile con questo quarto bando (300 miliardi a livello nazionale, divisi per regione a seconda della consistenza della popolazione femminile) si è rivelata insufficiente. Ed è anche per questo che la Regione Toscana ha deciso di avviare un progetto più ambizioso, di cui la convenzione firmata oggi è un primo passo, per far sì che le banche inizino ad “investire in rosa”.
«Il progetto – ha commentato l’assessore alle attività produttive, Ambrogio Brenna – è la concretizzazione degli impegni che la Regione si era assunta nel convegno “Mille donne per 1000 imprese”.

E in tutta Italia la Toscana è una delle capofila per le politiche di applicazione della legge 215». Vitalità che trova riscontro anche in dati oggettivi, che analizzano l’occupazione e l’imprenditorialità femminile nella nostra regione.
Nel 1993 erano 50.270 le imprenditrici donne. Nel 2000, fonte Istat, sono di fatto più che raddoppiate, diventando 108.285. La presenza crescente delle donne nel mondo del lavoro autonomo (e quindi anche imprenditoriale) è confermato dall’ultimo annuario 1999 dell’istituto statistico.

Nel 1998 le donne occupate ed “indipendenti” erano 1.691.000: 1.703.000 nel 1999, 12 mila unità in più. Gli uomini, al contrario, sono scesi da 4.196 migliaia a 4.165. Anche sul fronte dell’occupazione il trend è altrettanto positivo: dal 1993 al 2000 i nuovi occupati in Toscana sono stati 596.000 (le donne hanno contribuito per 695.000 unità, gli uomini hanno subito una flessione di 99.000 posti). Su 100 società di persone infine (i dati sono della Camera di Commercio di Firenze), ben 28 in Toscana hanno come titolare una donna: la media nazionale è del 26%.

Si tratta, a volte, di imprese deboli. Ed è questo l’unico neo. Analizzando il gettito Irap le imprese femminili in Toscana sono infatti il 25,5%, ma contribuiscono all’entrate dell’imposta regionale sulle atttvità produttuive solo per il 19,87 %.

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