Quarto morto per la TAV in poco più di un anno alla periferia di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 aprile 2001 16:37
Quarto morto per la TAV in poco più di un anno alla periferia di Firenze

Assuntina Spina, residente in Via Puccini a Sesto Fiorentino, 84 anni, ha perso la vita agganciata da un camion che usciva da uno dei cantieri dell'Alta Velocità ferroviaria in costruzione fra Firenze e Bologna. Prima di lei, il 26 giugno 2000, ancora una volta sulla strada, moriva in località Ponte Nuovo a Calenzano Giorgio Larcianelli, 53 anni, di Scandicci, lui stesso camionista: trasportava terra per i cantieri dell'Alta Velocità, di ritorno dalle cave del Mugello. Le altre due vittime sono lavoratori delle gallerie TAV.

Il 31 gennaio 2000, nel tunnel di Vaglia, al Carlone, è morto Pasquale Costanzo, 23 anni, elettricista di Petilia Policastro (Crotone), impiegato da due mesi nell'Alta Velocità. Il 1 settembre 2000 moriva invece nel cantiere della galleria TAV di Monghidoro un operaio, Pietro Giampaolo, 58 anni, originario della provincia di Chieti, schiacciato dalle ruote di un camion in retromarcia. Idra, Associazione di volontariato aderente ad Alternativa ai progetti TAV - Federazione Nazionale dei Comitati e delle Associazioni, teme, in ogni caso, che siano i meccanismi degli appalti e dei subappalti a cascata, sposati alla mancanza quasi scientifica di controlli efficienti, a generare insicurezza e incidenti sul lavoro e sulle strade. Perciò l'associazione fiorentina scrive ai sindaci, massimi responsabili per la salute dei cittadini sul territorio dei Comuni (compreso Firenze, dove oggi persino sui lungarni i ciclisti vengono accarezzati dalle betoniere), e agli assessori al Traffico.

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