La "fuga dei cervelli"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 ottobre 2000 00:20
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L'Italia produce piu` di 4000 Dottori di Ricerca all'anno. Generalmente laureati brillanti, che, superato un concorso di ammissione, seguono corsi specialistici, lavorano autonomamente inseriti in un gruppo di ricerca, e producono risultati scientifici riconosciuti a livello internazionale. Solo una parte di essi riuscira`a, o vorra`, sopportare i tempi e i costi dell'accesso in Italia al sistema di ricerca pubblico. Altri emigreranno all'estero, alimentando il noto fenomeno della "fuga dei cervelli".

Che destino attende coloro che si affacciano al mondo del lavoro? Il mercato riconosce il valore aggiunto dalla preparazione culturale e scientifica dei dottori di ricerca?
Se ne parla oggi al California Park Hotel di Forte dei Marmi in un convegno organizzato dall'Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani.
L'ADI, attraverso il dibattito che si articolera' durante il convegno, intende adoperarsi concretamente per contribuire a: porre rimedio alla situazione di scarsa conoscenza diffusa sul valore del titolo e del percorso formativo costituito dal dottorato di ricerca; sensibilizzare le istituzioni e le imprese sul problema dello scarso valore generalmente attribuito alla ricerca ed alla formazione attraverso la ricerca in Italia.
Le proposte dell'ADI: dare impulso ed estendere gli strumenti normativi e la conoscenza mirati a favorire l'ingresso nel mondo produttivo e la carriera dei dottori di ricerca, con particolare riguardo ai dottori di area umanistica ; valorizzare il capitale di competenze costituito dai dottori di ricerca, fornendo una formazione più completa, diversificata e flessibile, orientata alle imprese; incentivare la collaborazione università-impresa per il finanziamento di borse di dottorato; pubblicizzare ed estendere gli strumenti finanziari esistenti mirati a favorire la capacità di ricerca, sviluppo e innovazione delle imprese, incentivando il trasferimento costante di dottori di ricerca dall'accademia al mondo economico-produttivo; favorire un sistema di incubatori integrati nella rete universitaria italiana e lo spin-off da parte di giovani ricercatori.

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