"Il mondo del lavoro, in questi ultimi anni, è stato oggetto di numerosi cambiamenti ed altri ne verranno. Ne siamo consapevoli e ne percepiamo l'entità e l'importanza, ma un grande e vero cambiamento deve ancora realizzarsi pienamente e riguarda proprio la diffusione della cultura della prevenzione degli incidenti sul lavoro e, quindi, della sicurezza negli ambienti professionali. In questa direzione la legislazione attuale ha fatto molti passi in avanti, il decreto legislativo n.626 del '94 ne è la manifestazione più evidente, il problema, purtroppo, sta nella sua applicazione.
In questo senso c'è ancora molto da fare. Ma
tanto sta anche agli stessi lavoratori, che devono acquisire la
coscienza e la consapevolezza del loro diritto di operare in un ambiente
sicuro utilizzando tutte quelle dotazioni necessarie ad eliminare i
rischi. Per essere chiari, pur di lavorare non bisogna accettare
qualsiasi condizione, perché spesso così si mette a repentaglio un altro
diritto fondamentale, il più importante, quello della vita. Inoltre
ritengo che per le aziende operare per realizzare un ambiente lavorativo
dotato di tutte le norme necessarie alla sicurezza è un elemento di
forte qualificazione, un 'marchio di qualità sociale", in una realtà
come quella attuale, è veramente fondamentale.
Infine credo che le
istituzioni, oltre che impegnarsi per diffondere la cultura della
prevenzione nei luoghi di lavoro e adoperarsi perché venga applicata,
devono operare per il reinserimento nella realtà professionale dei
cittadini disabili e vittime di incidenti sul lavoro".
Così il presidente Lio Scheggi è intervenuto nel dibattito che si è
tenuto ieri, nel palazzo municipale, durante la riunione
plenaria dei consigli provinciale e comunale, convocati in forma
straordinaria, per discutere del tragico problema degli infortuni sul
lavoro.
Ad introdurre la discussione è stato il presidente dell'Associazione grossetana dei mutilati ed invalidi sul lavoro, Giovanni Sbrilli. "Ogni anno mediamente, in Italia, il 5 per cento dei lavoratori subisce un incidente, oltre un milione e 200 mila casi, gli infortuni professionali indennizzati superano le 600 mila unità ed di essi circa 30 mila subiscono menomazioni nel corpo e nelle capacità di svolgere un'attività produttiva, circa 1.200 lavoratori perdono la vita e ciò equivale a dire che 4 persone al giorno 'muoiono di lavoro'.
Le cause principali sono di 4: le inadempienze da parte delle aziende, la mancanza di controlli, l'assenza di una vera cultura della prevenzione dei rischi e il lavoro nero e i sub - appalti, vecchie forme di sfruttamento della manodopera - ha spiegato -. A questi tradizionali fattori di rischio si aggiungono ogni giorno nuovi pericoli, soprattutto le malattie professionali; molte sostanze utilizzate nelle lavorazioni sono risultate cancerogene (4 mila casi all'anno di tumori professionali), poi ci sono l'inquinamento magnetico e i danni visivi provocati dai terminali.
Insomma siamo nel terzo millennio e si continua
a morire di lavoro nonostante che dal '94 un'importante legge dello
Stato, la n. 626, fissi regole precise per la sicurezza nei luoghi di
lavoro".
Sbrilli ha poi proseguito sottolineando che per ridimensionare
drasticamente il numero e la gravità degli incidenti sul lavoro (secondo
i dati diffusi dall'Inail nel '99 gli infortuni denunciati in provincia
di Grosseto sono stati 2.617) ciò che davvero serve è una nuova cultura
della prevenzione e della sicurezza, una mentalità più civile e
sensibile a questo enorme problema che va costruita giorno dopo giorno,
ma non sul luogo di lavoro dove ormai è troppo tardi, bensì sui banchi
di scuola.
Dopo il dibattito, a cui hanno partecipato numerosi consiglieri comunali
e provinciali e in cui quest'ultimo concetto è stato più volte ribadito,
come anche la necessità di attuare da parte delle pubbliche
amministrazioni forme di controllo sugli appalti di opere e servizi
affinché non si determinino le condizioni di illegalità e di
sfruttamento che sono all'origine di gran parte degli infortuni, le due
assemblee consiliari hanno approvato il documento proposto dall'Anmil, a
cui sono state apportate, però, alcune integrazioni.
La prima, proposta dal capogruppo in consiglio provinciale di Forza Italia Jacopo Padovani, "affinché gli incaricati al controllo della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (decreto legislativo n.626 del '94) dimostrino di credere completamente nei suoi criteri di applicazione", la seconda, proposta dal capogruppo di maggioranza in consiglio provinciale Enzo Rossi, in cui si sottolinea "il grave danno, che la mancata applicazione di questa normativa, comporta per quelle imprese che, comportandosi correttamente, nel rispetto del decreto legislativo n.626/94, sopportano costi maggiori e la concorrenza sleale delle aziende inadempienti", la terza, del capogruppo in consiglio provinciale del Ccd Hubert Corsi, "per l'attivazione da parte delle giunte comunale e provinciale di promuovere idonei programmi volti al recupero e all'integrazione nelle comunità dei cittadini disabili, nonché a promuovere e sostenere anche finanziariamente, iniziative per una sempre più diffusa e consapevole educazione alla prevenzione da sentire come dovere morale prima che come obbligo legislativo".
Questa ultima proposta rappresenta uno degli
impegni presi con il documento dai due consigli;, l'altro, su proposta
del consigliere comunale di Rifondazione comunista, Salvatore Allocca,
consiste nell'impegnare "le rispettive giunte ad attuare forme di
appalti di opere e di servizi che non determini le condizioni di
illegalità e sfruttamento che sono all'origine di gran parte degli
infortuni e di escludere anche dai finanziamenti le imprese che non
applichino integralmente e puntualmente le norme di sicurezza sul
lavoro".
Con il documento, integrato ed approvato, le due assemblee hanno
chiesto, inoltre, come primo, urgente ed indispensabile provvedimento,
la creazione di un osservatorio nazionale sulla sicurezza nel lavoro,
quale organo pubblico istituzionale con efficienti diramazioni
sull'intero territorio nazionale e l'attivazione, anche in sede
provinciale, di tutte quelle azioni utili a monitorare le modalità di
affidamento degli appalti e, più genericamente, l'incidenza, la natura e
le cause degli infortuni del lavoro.
Prima dell'inizio dei lavori dei due consigli, a cui erano presenti le
autorità locali e numerosi studenti delle scuole superiori cittadine,
Igor Righetti, direttore di Telemaremma, ha presentato il libro "La
questione giovanile nel mondo del lavoro", realizzati dall'Anmil. Questa
iniziativa, come la presentazione del documento, rientrano nel programma
promosso dall'Associazione per celebrare il cinquantesimo anniversario
della Giornate dedicata alle vittime di incidenti sul lavoro, che ha
previsto numerose manifestazioni in calendario dal 7 al 14 maggio.