«Bisogna impedire la chiusura della Manifattura Tabacchi di Firenze"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 marzo 2000 12:26
«Bisogna impedire la chiusura della Manifattura Tabacchi di Firenze

"Anzi, è opportuno rilanciarla sfruttando le grandi potenzialità produttive dello stabilimento». L’appello arriva dal capogruppo del CCD Federico Tondi che su questa vicenda ha presentato una specifica mozione nella si chiede al Sindaco «di intervenire in modo deciso per impedire la chiusura dell’ETI di Firenze deciso dal Ministero delle Finanze». «E’ stupefacente e al tempo stesso raccapricciante il silenzio del Sindaco e della giunta su questa vicenda - ha sottolineato Tondi - si tratta del futuro di oltre 250 famiglie di lavoratori fiorentini ma a nessuno sembra interessare.

Come se non bastasse, non stiamo parlando solo delle difficoltà che dovranno affrontare tutti questi lavoratori, ma anche della scomparsa da Firenze di un importante impianto industriale, di un vero e proprio fiore all’occhiello per tutta la città».
Secondo il capogruppo del CCD «mancano le motivazioni tecniche per chiudere lo stabilimento fiorentino», e anzi, «con qualche investimento e soprattutto volontà politica, ci sono tutte le condizioni per esaltare ancora di più la competitività a livello nazionale dell’ETI di Firenze».


«Come possono sfuggire - ha proseguito Tondi - le gravi responsabilità politiche di chi non sta movendo un dito a difesa di 250 lavoratori e dell’impianto? Ho già denunciato il silenzio del Sindaco sulla questione, ma sembra che anche tutte le forze politiche si siano dimenticate del caso. In particolare, che fine hanno fatto i partiti di sinistra a difesa dei lavoratori?» «Ho ritenuto doveroso portare questo serio problema in Consiglio – ha concluso il capogruppo del CCD - con la presentazione di una mozione, mettendo così tutti i soggetti politici ed istituzionali davanti alle proprie responsabilità.

Inoltre, in qualità di membro della commissione speciale per il lavoro, ho chiesto al Presidente di portare la commissione all’interno della manifattura per rendersi direttamente conto di cosa la città di Firenze si priverà se continuerà questo preoccupante silenzio».
«La Manifattura Tabacchi - ha spiegato Tondi - ha una superficie di oltre 6 ettari. La sua superficie utile coperta (quella cioè effettivamente utilizzabile) è di circa 82 mila. Poi ci sono gli oltre 16 mila metri quadrati si superficie utile coperta dei capannoni.

Il volume dei fabbricati e’ 420 mila metri cubi e quello dei capannoni di circa 2.000. La struttura, a suo tempo, venne costruita per sostituire le due manifatture allora presenti a Firenze.
All’interno del lotto, i fabbricati hanno una dislocazione più che razionale: i due fabbricati per le due linee di produzione e poi i fabbricati dei servizi e della Direzione». Secondo il capogruppo del CCD «poiché è una struttura nata specificamente come una manifattura, ha i solai talmente robusti da portare anche le più moderne macchine per la produzione di sigari e sigarette, ma anche al piano terreno può benissimo trovare ospitalità qualsiasi impianto moderno capace di svolgere le prime fasi dell’intero ciclo lavorativo.

Attualmente vengono prodotti circa tre milioni di chili di sigarette annui, ma introducendo nuovi impianti per le prime fasi di lavorazione e ulteriori altre macchine per le ultime fasi (confezionamento e condizionamento delle sigarette) si potrebbe raggiungere il livello di otto-nove milioni di chili annui». Non va dimenticato «che attualmente la Manifattura Tabacchi di Firenze con la superba capacità ricettiva dei propri magazzini, conserva il greggio anche per le manifatture tabacchi di Modena e Chiaravalle.

L’ubicazione è ideale per il tipo di attività svolta: gode di ottimi collegamenti ferroviari e ne ha addirittura uno proprio, il che vuol dire fare arrivare tramite carri ferroviari i tabacchi greggi e spedire quelli lavorati con le stesse modalità con un notevole risparmio di costi, senza contare gli ottimi collegamenti autostradali di cui gode Firenze. Non si può trascurare poi che il porto di Livorno è collegato a Firenze tramite superstrada, il che consente tempi di percorrenza della merce tra Firenze e Livorno di circa una sola ora».

Per Tondi, insomma «a coloro che, per mancanza di argomenti, dicono che si tratta di una manifattura che si trova ormai nel centro di Firenze, basta far osservare che, visto il tipo di lavorazione, non c’è nessuna incompatibilità con la vivibilità delle zone residenziali vicine: non vengono infatti rilasciate emissioni pericolose né in atmosfera né in fogna e, comunque, quelle poche che l’esercizio della manifattura comporta, sono perfettamente rispettose dei relativi limiti di legge».

In evidenza