La salinizzazione delle falde e la presenza di mercurio nella fascia costiera grossetana da Follonica a Capalbio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 marzo 2000 16:23
La salinizzazione delle falde e la presenza di mercurio nella fascia costiera grossetana da Follonica a Capalbio

Il 13 gennaio scorso l'ARPAT ha trasmesso all'Amministrazione provinciale ed ai Sindaci dei comuni interessati i risultati del rapporto sulle cause della presenza di mercurio negli acquiferi profondi della nostra fascia costiera da Follonica a Capalbio. Delle risultanze di tale studio, costato circa 250 milioni, si è avuta una qualche eco sui giornali, ma nessun consiglio comunale né il consiglio provinciale (peraltro da me più volte richiesto) è stato chiamato a valutarne le conseguenze sugli attuali indirizzi programmatici e sulle azioni da svolgere per tutelare un bene primario quale quello delle risorse idriche.

Il grido d'allarme sull'emergenza acqua è ormai planetario come è stato sottolineato alla giornata d'apertura del forum mondiale sull'acqua che si sta svolgendo in questi giorno all'Aja. Si tratta di una calamità annunciata che potrebbe mettere in serio pericolo l'agricoltura e il turismo se non sapremo affrontare concretamente (e non solo a parole) in termini di qualificante priorità dell'azione pubblica, il declino ed il degrado delle nostre risorse idriche disponibili.
"Vorrei ricordare -afferama Hubert Corsi, Capogruppo dei Democratici di Centro della Provincia di Grosseto- ma gli esempi si potrebbero moltiplicare, che nel 1990 il Consorzio per la gestione dell'acquedotto del Fiora commissionò uno studio idrogeologico del bacino di alimentazione della falda del Pitorsino.

Lo studio rappresentò chiaramente la situazione di pericolo di ingressione di acque salmastre nell'entroterra con i conseguenti gravi deterioramenti che potevano indurre sulle qualità dell'acqua di falda. A circa dieci anni di distanza dobbiamo registrare che gli autori dello studio avevano prudentemente evocato un rischio che, purtroppo, è diventato realtà. Si è verificato un danno grave che potrebbe diventare gravissimo del nostro patrimonio collettivo più prezioso. A chi assegnare la responsabilità? Chi doveva intervenire e non l'ha fatto? Le risultanze dello studio sono valide? Che cosa comportano? Quali azioni devono essere rigorosamente effettuate per evitare ulteriori danni? Sono domande serie che esigono risposte appropriate e puntuali".

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