Tenuta di Rimigliano: speculazione alle porte?

Pendente un ricorso del Gruppo d’Intervento Giuridico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 settembre 2011 14:54
Tenuta di Rimigliano: speculazione alle porte?

La Toscana ha goduto negli ultimi decenni d’una fama di buon governo del territorio. Capacità frutto di pratiche e di equilibri secolari, ammirati in tutto il mondo. Gli ultimi anni, però, han portato il rischio di perdere ambienti, identità e atmosfere che attirano milioni di turisti ogni anno. Il caso della Tenuta di Rimigliano, nel Comune costiero di San Vincenzo (LI), è un esempio per comprendere dove sta andando il governo del territorio toscano. Che cosa si appresta ad approvare il Consiglio comunale di San Vincenzo? Preceduto da un’assemblea pubblica, il 30 settembre 2011, promossa dal Comune di San Vincenzo (LI), il 3 ottobre 2011 il Consiglio comunale probabilmente approverà la variante al regolamento urbanistico per il sottosistema della pianura costiera–Tenuta di Rimigliano, comprendente, in estrema sintesi, la previsione di un nuovo complesso turistico-ricettivo (150 posti letto) con una volumetria di 18.000 metri cubi, la demolizione di circa il 75% degli edifici storici della Tenuta di Rimigliano per una successiva ricostruzione quali 180 residenze stagionali, la realizzazione di piscine, impianti sportivi, campo da golf (18 buche), parcheggi, servizi.

In buona sostanza, si tratterebbe di una variante urbanistica finalizzata alla realizzazione degli interventi immobiliari predisposti dalla fiorentina Progenia s.r.l. su mq. 7.500 (ricettivo) + mq. 25.000 (residenziale). Fra gli elementi che richiedono maggiore chiarezza vi sono quelli relativi alle dimensioni reali del patrimonio immobiliare della Tenuta: in tutti i documenti progettuali viene indicata la superficie lorda trasformabile in residenze di circa mq. 17.000, con l’esclusione di mq.

650 da destinare alle necessità dell’azienda agricola. Il P.P.M.A.A. (piano pluriennale di miglioramento agricolo ambientale) presentato dalla proprietà e approvato dalla Provincia e dal Comune, contiene in allegato le “schede del patrimonio edilizio esistente” con piante, sezioni e prospetti degli edifici divisi per nuclei poderali. Secondo quanto verificato dal battagliero Comitato per Campiglia, a fronte dei mq. 17.000 circa dichiarati, ne risulterebbero invece 12.450 circa, quasi coincidenti con i mq.12.500 indicati nel vecchio piano fatto a misura delle originarie richieste del gruppo Parmalat di Callisto Tanzi.

Non solo: considerando gli edifici agricoli effettivamente utilizzabili per ragioni di abitabilità (es. altezze minime), risulterebbero soltanto mq. 9.450 circa. Il resto delle strutture sarebbe rappresentato da tettoie che non possono determinare superficie chiusa (mq. 2.450 circa) e da annessi (mq. 500 circa), privi di altezze minime per realizzare vani abitabili. L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – dopo verifiche da parte dei propri soci toscani e segnalazioni da parte del Comitato per Campiglia – ha inoltrato un ricorso (27 luglio 2011) avverso la variante urbanistica.

Una nuova azione legale contro la speculazione immobiliare sulle coste toscane, dopo quella per la tutela delle dune di Rimigliano (18 luglio 2011). Vari i motivi. La predisposizione di una variante al regolamento urbanistico per il sottosistema della pianura costiera relativa esclusivamente alla Tenuta di Rimigliano si presenta quale variante allo strumento urbanistico generale (piano strutturale) e appare palesemente incongrua rispetto all’impianto della pianificazione urbanistica comunale generale e al contesto dei Parchi della Val di Cornia.

In particolare il piano di indirizzo territoriale – P.I.T., approvato con deliberazione Consiglio regionale n. 72 del 24 luglio 2007 (scheda di paesaggio “ambito 23 Val di Cornia“, obiettivi di qualità e azioni prioritarie) e la successiva attuazione paesaggistica (deliberazione Consiglio regionale n. 32 del 16 giugno 2009) non consentono le previsioni edificatorie contenute nella predetta variante urbanistica. Inoltre, dalle “osservazioni” inoltrate (marzo 2011) dalla Regione Toscana (art.

17 della legge regionale n. 1/2005), in merito alla variante urbanistica in argomento si evince con chiarezza l’assenza di una corretta, preventiva e vincolante procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.). La V.A.S., prevista dalla direttiva n. 2001/42/CE, interessa piani e programmi aventi effetti sensibili diretti ed indiretti sull’ambiente e le varie componenti ambientali (artt. 12 e ss. del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.), mentre la Regione Toscana vi ha dato attuazione con la legge regionale n.

10/2010. La conclusione del procedimento di V.A.S. è precedente e vincolante all’approvazione definitiva ed all’efficacia dei piani e programmi ad essa assoggettati. Fondamentale è la fase della consultazione del pubblico con le specifiche modalità previste dalla legge. Si ricorda, inoltre, che “la VAS costituisce per i piani e programmi a cui si applicano le disposizioni del presente decreto, parte integrante del procedimento di adozione ed approvazione. I provvedimenti amministrativi di approvazione adottati senza la previa valutazione ambientale strategica, ove prescritta, sono annullabili per violazione di legge” (art.

11, comma 5°, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.). La Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici per la Toscana ha già iniziato (nota prot. n._12634 del 9 agosto 2011) a chiedere chiarimenti al Comune di San Vincenzo. In base a quanto deciderà il Comune di San Vincenzo l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus porrà in essere le ulteriori opportune azioni per difendere da mattoni e cemento in un contesto ambientale-paesaggistico di rara suggestione.

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