Registro delle Imprese delle Camere di Commercio toscane: a fine 2008 saldo positivo

Redazione Nove da Firenze
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08 aprile 2009 23:04
Registro delle Imprese delle Camere di Commercio toscane: a fine 2008 saldo positivo

Firenze, 8 aprile 2009- Alla fine del 2008 il saldo fra iscrizioni e cessazioni al Registro delle Imprese delle Camere di Commercio toscane risulta positivo, con un tasso di crescita pari al +0,9%. A fine anno il numero di imprese registrate era pari a 415.248 unità, come risultato delle 30.424 iscrizioni e delle 26.737 cessazioni intervenute nel corso dell’anno (al netto delle cessazioni d’ufficio).
L’espansione del tessuto imprenditoriale regionale ha tuttavia subìto un rallentamento rispetto a quanto registrato nel biennio 2006-2007, diretto riflesso della crescente incertezza che ha caratterizzato nel corso dell’anno lo scenario macroeconomico.

A determinare il risultato del 2008 ha concorso una complessiva riduzione del turn-over imprenditoriale, con un decremento più sensibile della natalità imprenditoriale (scesa dal 7,9% del 2007 al 7,4% del 2008). Riguardo alle tipologie imprenditoriali, si confermano nel 2008 i trend di lungo periodo. Continuano a crescere soprattutto le società di capitale (+45% rispetto al 2000), grazie in particolare alle Srl, mentre le Spa sono state contraddistinte da un decremento. In decisa crescita anche le “altre” forme giuridiche (+42% rispetto al 2000), fra cui sono ricomprese le società cooeprative.

Una leggera crescita ha infine contraddistinto le imprese individuali (+2% fra il 2000 e il 2008), mentre una leggera contrazione ha interessato le società di persone (-3% nello stesso periodo di riferimento).
Si confermano inoltre i trend settoriali rilevati in Toscana nel corso degli ultimi anni, con la continua espansione delle imprese edili (il cui numero si è portato a quota 67.605 alla fine del 2008), sebbene rispetto ai trimestri precedenti si registri un calo nel ritmo di crescita.

Flette invece il numero di imprese registrate nel comparto manifatturiero (scese a quota 64.512 unità a fine 2008), con una perdita netta di 1.011 unità nel corso dell’anno (-1,5%). Ciò è dovuto in particolar modo al persistente andamento negativo del sistema moda (-408 imprese e -1,8%): in tale ambito, tuttavia, le confezioni-abbigliamento riportano una performance positiva (+191 imprese per un +2,6%), e positiva è anche l’evoluzione dell’alimentare (+47 unità e +0,8%). Leggermente negativa è invece la situazione della meccanica allargata (-119 imprese e -0,7%).
Insieme al manifatturiero si riduce poi anche il numero di imprese agricole, il cui numero scende alla fine del 2008 a quota 45.960 unità.
Il settore terziario fa infine registrare una sostanziale tenuta del numero di imprese registrate nel corso del 2008 (-0,1%).

Andamenti negativi riguardano soprattutto commercio (-1.379 unità e -1,3%) e trasporti (-189 e -1,4%), mentre continua il trend positivo per informatica e servizi alle imprese (+473 e +2,1%), attività immobiliari (+494 unità e +1,8%), alberghi e ristoranti (+215 e +0,9%), sanità e servizi sociali, istruzione e altri servizi pubblici, sociali e personali (+256 imprese).
“La dinamica imprenditoriale relativa all’anno appena trascorso – ha detto il Presidente di Unioncamere Toscana Pierfrancesco Pacini – non risente ancora in pieno del ciclo negativo che si è innescato in seguito alle turbolenze finanziarie che hanno investito il sistema economico mondiale, e che non ha lasciato indenne l’economia regionale.
La discreta crescita imprenditoriale del 2008 mostra tuttavia un rallentamento rispetto al biennio 2006-2007: in questo senso è soprattutto da evidenziare una natalità d’impresa meno vivace, a testimonianza di un clima delle aspettative degli operatori economici che si è progressivamente deteriorato nel corso dell’anno.
A conferma di quanto evidenziato anche dalle rilevazioni congiunturali da noi condotte, soffre soprattutto il settore manifatturiero e, in quest’ambito, il sistema moda, ma una riduzione delle imprese si registra anche nella meccanica.

Tiene invece, nel complesso, il terziario, che anche in virtù di un mercato maggiormente locale è stato fin qui in grado di ammortizzare almeno in parte i contraccolpi della crisi”.
Alessandra Spiezia

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