Marmi, graniti e lapidei vari con oltre 50 tonalità di grigio
L’Italia offre a architetti e progettisti un’incredibile ricchezza di materiali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 maggio 2004 20:14
Marmi, graniti e lapidei vari con oltre 50 tonalità di grigio<BR>L’Italia offre a architetti e progettisti un’incredibile ricchezza di materiali

Carrara - Pietre grigie e architettura, ovvero un connubio vecchio di millenni. Basta osservare monumenti e centri storici non solo italiani: Firenze è forse l’esempio più eclatante giacché palazzi e piazze più famosi sono realizzati o decorati in arenaria o pietra forte.

A questi lapidei così particolari e spesso assai pregiati, CarraraMarmotec 2004 dedica il 28 maggio un’intera giornata, per spiegare ad architetti e progettisti come e quando usarli e anche come fare manutenzione per evitare che i secoli e lo smog li riducano in polvere.

Il problema, in effetti, è che questi materiali vengono scelti non di rado senza tener conto delle caratteristiche fisiche e meccaniche.

L’iniziativa è la prima di una serie organizzata dall’Internazionale Marmi e Macchine (IMM) per fornire una panoramica completa e aggiornata dei materiali italiani, suddivisi per aree cromatiche. In Italia si conoscono del resto oltre cinquanta tonalità diverse di grigio che caratterizzano un’incredibile varietà di marmi, pietre e graniti a seconda delle località.

Pietre un tempo usate solo localmente oggi “esportate” in tutto il mondo, al punto che ne fa uso anche la grande architettura internazionale.

La “Pietra Piasentina”, che si scava in provincia di Udine, è stata largamente utilizzata per i pavimenti del Folk Albert Museum di New York, e nel “Forum Grimaldi” di Montecarlo, mentre il “Ceppo di Grè” estratto a Bergamo, prima è servito a restaurare i Navigli di Milano, poi a realizzare il Broadgate Project di Piccadilly, il palazzo dei Congressi di Amburgo e anche il centro Olimpico e alcune stazioni della metropolitana di Monaco di Baviera.

Ogni città, nessuna esclusa, è figlia di questi materiali locali, di cave magari oggi dismesse, di cui si può però trovare traccia negli stessi centri storici.

Per citare di nuovo Firenze, è sufficiente ricordare che, anticamente, l’area in cui sorge il giardino di Boboli era appunto una cava di pietra forte. La quale ha fornito i blocchi utilizzati per pavimentare la città rinascimentale. La pietra serena è invece quella che più di ogni altro materiale è servita a costruire gli antichi palazzi della città.

“Finalmente.” Dice Angelica Frisa Morandini, docente al Politecnico di Torino, presidente del Comitato Europeo di normazione della pietra naturale, nonché voce storica della pietra naturale italiana e coordinatrice della giornata, “Ora abbiamo la possibilità di arricchire il know how degli architetti in tema di pietre grigie, in modo da aiutarli a non sceglierle più solo in base all’estetica.

Per progettare bene edifici che reggano nel tempo e che offrano garanzie di sicurezza, è infatti importante sapere anche come una certa pietra è fatta chimicamente e occorre conoscerne le prestazioni meccaniche. Proponendo anche diversi tipi di finitura superficiali avremo la possibilità di offrire ulteriori opzioni di resa cromatica.”

In qualità di esperti, interverranno Paola Blasi, Roberta Canova, Marcantonio Ragone e Laura Fossati di IMM, con Paolo Davini del dipartimento di ingegneria chimica e scienza dei materiali dell’università di Pisa.

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