Superlega: Firenze la vede in bianco e nero

Per la Fiorentina un grave rischio per i campionati nazionali. Marcheschi (FdI): "Un asset economico per il paese"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 dicembre 2023 16:21
Superlega: Firenze la vede in bianco e nero

La Fiorentina, in merito alla sentenza della Corte di Giustizia Europea relativa alla Super League, pur consapevole che ci saranno tempi ancora lunghi per una definitiva chiarezza e per conoscere nel dettaglio eventuali modalità e applicazioni del nuovo modello calcistico proposto, ritiene comunque che la nascita di una nuova competizione, così come pensata dagli organizzatori, rappresenti un grave rischio, a più livelli, per i campionati nazionali.

Il Club ritiene che il movimento del calcio italiano, compresi i sempre meno tutelati settori giovanili, che tanti tifosi e appassionati amano, risulterebbe profondamente danneggiato da questo nuovo torneo.

L'impressione è che Club, in alcuni casi con enormi debiti e difficoltà economiche, progettino nuovi sistemi soltanto per ripianare i propri debiti e aumentare la distanza con realtà sane, sia a livello economico che finanziario.

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Lo sport è bello se la competizione è sana, se i partecipanti hanno potenzialmente le stesse possibilità di vincere, se le regole sono uguali per tutti.

Pertanto la Fiorentina, come più volte ribadito in questi anni direttamente dal suo Presidente Rocco Commisso, afferma con forza la propria posizione totalmente contraria a qualsiasi competizione diversa da quelle riconosciute da FIGC, UEFA e FIFA in stretta collaborazione con l’ECA.

Una battaglia iniziata da Rocco Commisso già diversi anni fa in America, dove ha richiesto promozioni e retrocessioni nel sistema americano, proprio per consentire a ogni club di giocarsi sul campo le proprie capacità, le proprie ambizioni e i propri sogni sportivi.

“Fratelli d’Italia prende atto della sentenza della Corte di Giustizia Europa con la quale è stato ribadito il principio che anche nel mondo del calcio non possono prevalere posizioni monopolistiche, e che quindi questo settore deve informarsi ai principi della concorrenza e del libero mercato. In particolare, riguardo il progetto Superlega riteniamo che alle squadre di calcio debba essere garantita la piena libertà di aderirvi o meno in una logica appunto di libero mercato. Su un piano più generale l’auspicio è che alla luce di questa sentenza l’atteggiamento del sistema calcistico non sia di chiusura, a difesa di un assetto ormai palesemente inadeguato, quanto piuttosto di sfida per cambiare e rinnovare.

Il progetto Superlega sarà analizzato dagli addetti ai lavori, Federazioni, Leghe e ogni club potrà decidere in autonomia con le dovute considerazioni, ma la politica a mio parere non può fare altro che prendere atto che da oggi le alternative sono consentite e nel contempo verificare la tenuta e la salvaguardia del sistema calcio come asset economico e sociale per il paese, senza alcuna ipocrisia o preconcetto. È chiaro che Fratelli d’Italia intende difendere e valorizzare il campionato italiano, con i nostri tifosi e i nostri campanili, ma non intendiamo difendere un sistema attuale che presenta grandi criticità in riferimento alla scarsa produzione di talenti italiani e un gravissimo indebitamento finanziario tale da non renderlo più economicamente sostenibile senza urgenti riforme.

Per noi la scelta è comunque di principio. Il calcio deve scegliere senza più ambiguità. Se si punta sulla conservazione di un calcio attento alla propria valenza sociale e al tifo delle squadre, anche di provincia, si devono abbandonare gli obiettivi del pareggio di bilancio e dobbiamo inserire aiuti di Stato, se al contrario si punta al profitto e alla sostenibilità economica del calcio, si deve andare verso il calcio spettacolo, miliardario che punta sui diritti tv e sponsorizzazioni. Possono esserci modalità miste, studiamole.

Ma non possono essere quelle attuali che aiutano solo poche squadre di vertice nella piramide del calcio. Quello che non possiamo più tollerare è l’ipocrisia di Federazioni divenute troppo potenti, che vorrebbero monopolizzare il mercato ma che quando fa comodo si ergono a tutori dei tifosi locali e poi danno via libera per celebrare i mondiali in Qatar (in inverno e in piena stagione di campionati nazionali) e la supercoppa Italiana in Arabia. È sotto gli occhi di tutti, infatti, che l’attuale sistema presenta criticità sia sul piano della scarsa produzione di talenti italiani sia su quello finanziario con un gravissimo indebitamento.

E’ giunto il tempo di guardare ad un cambiamento, o nel senso di un rafforzamento della dimensione sociale e culturale del calcio, ed allora bisognerà pensare a un maggior coinvolgimento dello Stato sotto forma di aiuti e sostegni, oppure lungo la strada dello spettacolo e del profitto il che significa puntare sui diritti tv e sulle sponsorizzazioni. Che piaccia o meno, la sentenza Ue ha messo in moto un processo ed i prossimi mesi saranno decisivi per capirne gli effetti da cui dipenderà il futuro stesso del movimento calcistico italiano.

Far finta di nulla sarebbe non solo inutile ma aprirebbe a scenari preoccupanti per il calcio nazionale”. Così il senatore Paolo Marcheschi, responsabile del Dipartimento Sport di FdI.

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