Scuola e infanzia: manifestazioni contro appalto a cooperative e privati

Presidio dei genitori delle scuole dell’infanzia comunali l'11 maggio. Manifestazione con corteo in centro a Firenze il 21 maggio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 maggio 2015 13:42
Scuola e infanzia: manifestazioni contro appalto a cooperative e privati

 Il Comitato genitori L’infanzia non si appalta ha organizzato un presidio per lunedì 11 maggio, alle ore 17, in via Nicolodi 2, presso la sede della Direzione Istruzione del Comune di Firenze.

L’iniziativa costituisce la risposta delle famiglie al servizio di "ricevimento genitori" messo a disposizione dall'Amministrazione per fornire informazioni e chiarimenti sul nuovo modello gestionale che interesserà le scuole dell’infanzia comunali.

“Le scuole dell’infanzia comunali sono frequentate dai nostri figlie e dalle nostre figlie ma si è ritenuto opportuno informare solo a posteriori noi genitori. Un servizio del genere avrebbe dovuto essere attivato come forma consultiva e di confronto, prima di prendere la decisione di appaltare i pomeriggi a cooperative o ad altri soggetti privati. Pe questo, invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare, perché la scuola pubblica è nostra, dei nostri bambini e delle nostre bambine” affermano i genitori.

Come confermato dall’ultimo incontro dei rappresentanti di plesso con l'Assessora Giachi, lo scorso 22 aprile, il capitolato d’appalto per il prossimo anno è già stato scritto e uscirà a breve. Con delibera del 10 aprile è stato votato il piano occupazionale per le nuove assunzioni: solo 7 di queste riguardano le scuole dell’infanzia comunale, a fronte di un pensionamento di 65 insegnanti. Mercoledì 6 maggio si è tenuta proprio nella sede di via Nicolodi la prova d’esame del concorso bandito per questi sette posti, rimasto sospeso per mesi; in quella stessa occasione un gruppo di genitori del Comitato si è riunito per sostenere le maestre al grido di “la buona scuola siete voi!”. La proposta sostenuta dall’Infanzia non si appalta è infatti che il Comune di Firenze proceda con tutte le assunzioni consentite dalla legge di stabilità, sulla base dalla graduatoria che uscirà dal concorso.

L’Amministrazione si mostra però ferma nella sua posizione: davanti alle numerose iniziative di piazza e alle 5.000 firme raccolte l’atteggiamento del Comune resta quello di comunicare una decisione presa: “La mediazione, il confronto con insegnanti e genitori, lo ‘sportello’ aperto al pubblico in via Nicolodi sarebbero dovuti iniziare un anno fa: ora l’atmosfera generale è quella di un’imposizione e non c’è nessun pregiudizio verso l’Assessora ma una semplice lettura degli avvenimenti. Questo non è il nostro modo di affrontare, insieme ai nostri bambini, il futuro della loro formazione. Noi parliamo e partecipiamo, per trovare la soluzione migliore, perché il servizio della scuola pubblica comunale è un bene comune” ribadisce il Comitato.

I genitori richiedono che l’Assessora venga a illustrare la riforma organizzativa e a fornire spiegazioni nelle assemblee organizzate all’interno delle scuole, dove tutti i genitori possono essere presenti per porre domande e capire: “Potrebbe venire supportata dal ‘pool di pedagoghi’ del Comune e dal professor Mariani che, come detto da lei durante la Commissione dei servizi educativi del Quartiere 1 del 30 aprile, osserverà l’evoluzione della sperimentazione sui nostri bambini” precisano i genitori.

Alla mobilitazione del Comitato si sono uniti negli ultimi giorni anche educatori e genitori dei nidi comunali, dopo la notizia dell’affidamento ai privati, dal prossimo settembre, delle gestioni degli asili Baloo e Farfalla.

Giovedì 21 maggio personale e genitori scendono in piazza Signoria."Accanto alla gravissima scelta di appaltare la gestione pomeridiana di una grossa parte della scuola dell’infanzia, l’Amministrazione comunale fiorentina decide di appaltare, in continuità con quanto accade già da tempo, due suoi nidi storici: la Farfalla e il Baloo. Una scelta dannosa, che in un settore in cui il privato - soprattutto grazie al travaso di soldi pubblici - si è ritagliato una grande fetta dell’offerta, significa continuare a svendere un esempio di pubblico “che funziona”, che ha prodotto qualità e cultura dell’infanzia, che i cittadini hanno imparato ad amare e a considerare un’opportunità di crescita per i propri figli.

Ci dicono che la gestione privata “costa meno” e/o che il suo personale è più flessibile. Ma il fatto che soggetti diversi del Comune abbiano costi inferiori nell’erogare lo stesso servizio non può che essere intesa come un indebolimento della qualità: sicuramente inferiori sono le ore destinate alla programmazione educativa e alla formazione del personale, sicuramente minore è il tasso di compresenza di educatrici/ori, e sicuramente scarso è il riconoscimento professionale ed economico di lavoratrici e lavoratori del settore, che hanno meno tutele e vivono in una perenne condizione di precarietà.

Noi non ci stanchiamo di dire che una politica che non si occupa di salvaguardare la qualità di questi servizi, che non si preoccupa della qualità del lavoro che produce in un settore così delicato, che considera il bambino un’unità di costo e ricavo piuttosto che un soggetto detentore di diritti e futuro cittadino responsabile, non è una politica intelligente".

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