Sanità: arrivano nuovi soldi per pagare i fornitori delle Asl toscane

Firmato il Patto per la salute, Marroni: "Un grande messaggio per il Paese". Romanelli (Sel): "La Regione Toscana si attivi immediatamente per superare la carenza di organico del reparto Maternità dell'Azienda Ospedaliera di Careggi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 luglio 2014 19:17
Sanità: arrivano nuovi soldi per pagare i fornitori delle Asl toscane

FIRENZE– "Gli ultimi scogli sono stati superati e questa firma rappresenta un grande messaggio per il Paese: con il nuovo Patto garantiamo lo sviluppo e il futuro della sanità pubblica". L'assessore al diritto alla salute, Luigi Marroni, esprime così la sua soddisfazione per la sottoscrizione dell'accordo tra Governo e Regioni. "E' stato un lavoro complesso – continua – che ha tenuto conto di esigenze diverse e a volte contrapposte, ma il risultato è un testo fortemente innovativo, frutto di un percorso positivo fra Regioni e ministeri.

Tra le novità mi piace sottolineare l'accento posto sulla medicina territoriale, la valorizzazione delle risorse umane, l'attenzione per la ricerca, l'equilibrio tra contenimento della spesa ed esigenze di innovazione". "La Toscana – dice ancora Marroni – ha dato un forte contributo al raggiungimento di questo risultato e nei contenuti del Patto ci sono molti punti che da tempo sono patrimonio del sistema sociosanitario integrato toscano. Adesso – conclude – ci attende un grande impegno per dare concretezza a questo processo di rafforzamento e rinnovamento della sanità italiana".

 Via libera in commissione Sanità, presieduta da Marco Remaschi (Pd), a due delibere di variazione alle leggi finanziarie e di bilancio 2014 e pluriennale 2014-2016. Gli atti, sui quali la commissione doveva esprimere parere secondario, sono stati approvati a maggioranza: il primo, le disposizioni di carattere finanziario, è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza e le astensioni di Fi e di Udc; la seconda, la prima variazione al bilancio, è stata approvata a maggioranza, con il voto contrario di Fi e con l’astensione di Udc.

Come hanno spiegato i rappresentanti della Giunta regionale illustrando gli atti in commissione, per quanto riguarda la variazione al bilancio il settore della sanità è interessato da alcuni atti di grande portata. Il più corposo è una nuova anticipazione, da parte del ministero del Tesoro, di 404 milioni di euro per il pagamento dei fornitori delle Asl toscane. L’anno scorso un analogo intervento di 417 milioni di euro, assegnati alle Asl sulla base dei debiti pregressi, ha consentito un abbattimento di 30 giorni dei tempi di pagamento. L’anticipazione prevede la restituzione in trenta anni al Ministero delle risorse; i soldi verranno nuovamente distribuiti sulla base dello stock di debito pregresso. Altre operazioni concernono uno stanziamento di 3 milioni e 700 mila euro per gli emotrasfusi, 2 milioni e 500 mila euro per contenziosi ancora legati al passaggio da Usl ad Asl, 1 milione e 200 mila euro per le politiche giovanili.

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Per quanto riguarda le variazioni finanziaria spicca l’operazione che dovrebbe rendere possibile il passaggio di due immobili nel centro di Pistoia dalla Asl al Comune, per un valore di 18 milioni di euro. Nei due immobili non più utilizzati a scopi sanitari, il palazzo Cassa di Risparmio e il vecchio complesso del Ceppo, il Comune avrebbe intenzione di trasferire tutti i suoi uffici e tutta l’attività museale cittadina.Giornata di espressioni di voto per la commissione Sanità, presieduta da Marco Remaschi (Pd), che ha passato in esame tre proposte di legge, due di modifica della disciplina del servizio sanitario regionale ed una di modifica del sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale.

La prima proposta di legge è stata illustrata brevemente da Stefano Mugnai (Fi), vicepresidente della commissione e primo firmatario della proposta: prevede l’abolizione delle Società della salute, e di “eliminare un costo per una struttura che appare come un inutile carrozzone”. “Dobbiamo andare verso la semplificazione – ha detto Mugnai – salvaguardando principi come quello dell’integrazione. Ma per questo non c’è bisogno di assetti istituzionali pesanti”.

“L’esperienza delle Sds in Toscana – ha spiegato ancora il consigliere – è stata articolata, ma anche questa è una debolezza: non è tollerabile che i cittadini toscani abbiano un accesso diversificato ai servizi a seconda di dove abitano”. Sull’atto, respinto a maggioranza (andrà in aula con il parere contrario della commissione) si è espressa a favore anche Maria Luisa Chincarini (Cd), mentre hanno votato contro Marco Remaschi, Lucia Matergi e Simone Naldoni, tutti del Pd.

Le altre due proposte di legge, che hanno come primo firmatario Simone Naldoni (Pd), sono state oggetto di una lunga illustrazione da parte del consigliere, il quale ha spiegato come gli atti siano stati sottoposti a consultazioni e sia stato creato un gruppo di lavoro per modificarli a seguito delle osservazioni avanzate. Lo scopo delle proposte, ha detto Naldoni, è riuscire ad arrivare a una gestione associata a livello di zona-distretto del settore sociale, sia che i Comuni siano obbligati a farlo per legge sia che non lo siano. “Questo – ha commentato il consigliere – eviterà che il sistema si spezzi in mille rivoli”.

In pratica, ci saranno due opzioni: o gestire il sociale attraverso le Società della salute, laddove l’esperienza dell’ente sia stata positiva e sia stato deciso di non scioglierla con un nuovo passaggio in Consiglio comunale, con una nuova assemblea Sds e dopo che la Regione Toscana abbia sentito la conferenza regionale dei sindaci. L’altra alternativa è quella di agire in convenzione. “Abbiamo puntato – ha detto ancora Naldoni – a costruire una governance multilivello, in cui la novità è l’area vasta”. Ancora, la partecipazione degli utenti, volontariato e terzo settore, vengono normati puntando a creare un sistema omogeneo di relazioni in tutta la Toscana. La pianificazione è valida a livello aziendale.

Lucia Matergi (Pd) ha osservato che si tratta di leggi non solo abrogative ma di straordinaria manutenzione, “che partono dal basso e che tengono conto di un giudizio variegato sulle Sds, dando la possibilità di mantenerle dove hanno funzionato bene”. “Il fatto che le risorse siano stanziate quando gli enti locali hanno fatto la programmazione – ha aggiunto la consigliera – è una garanzia del fatto che i soldi vengano spesi bene”.

Stefano Mugnai ha commentato, a proposito di questa legge, “che bisogna a un certo punto avere il coraggio di fare a meno di qualcosa, qui invece si cerca di non buttare via nulla”.

Maria Luisa Chincarini (Cd), andando nel concreto, ha ricordato di aver chiesto dati e numeri sulle prestazioni – prima e dopo le Sds – e di non aver mai avuto risposta.

La commissione ha licenziato gli atti registrando il voto favorevole dei consiglieri del Pd: Marco Remaschi, Lucia Matergi e Simone Naldoni; e il voto contrario di Stefano Mugnai (Fi) e Maria Luisa Chincarini (Cd).

La parola passa ora al Consiglio, che esaminerà le tre proposte di legge nel corso dell’aula del 15 e 16 luglio."Il “Centro nascita Margherita” è una struttura di eccellenza dedicata al parto naturale del Dipartimento Materno Infantile dell’Ospedale di Careggi ed è dedicata all’accoglienza di partorienti e puerpere che siano state preventivamente prese in carico da parte del servizio ambulatoriale dalla 36a settimana; la Margherita è considerata una esperienza pilota a livello nazionale, una struttura di eccellenza per le gravidanze fisiologiche: in 7 anni vi sono stati portati a termine 2.500 parti e di recente si è stabilizzata a 400 parti l'anno.

Per sopperire alle carenze di personale, l’Azienda Ospedaliera di Careggi ha chiesto alla struttura la Margherita di “prestare” professioniste anche per le sale parto di ginecologia e di ostetricia, data la forte carenza di organico che costringe il reparto Maternità, in certe giornate, a chiedere anche a tre o quattro donne incinte che si avvicinano al travaglio di rivolgersi ad altre strutture cittadine" - dichiara Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia Libertà. "La riorganizzazione ha determinato una situazione conflittuale in quanto la riduzione delle ostetriche moltiplica i rischi durante il parto fisiologico e rischia di compromettere la qualità di un servizio, che è stato ed è un esempio unico in tutta Italia.

Ci pare dunque necessario il ripristino di quelle condizioni che possono consentire al reparto Maternità di operare in maniera ottimale e garantire, al contempo, la qualità del servizio offerto. Ho presentato una Interrogazione orale urgente su tale questione, affinché la Regione si attivi con ogni mezzo per superare la carenza di organico del reparto Maternità" - conclude Romanelli

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