Rifiuti: ridurre la produzione, il modello di economia circolare in Toscana

Nella commissione guidata da Baccelli, illustrata la proposta di legge che formalizza tavoli regionali su tutti i distretti: lapideo, tessile, cartario, conciario, produzioni chimiche, apparecchiature elettroniche, scarti edili. Per il presidente si tratta di condividere, anche con i territori, un modello che la Toscana porta avanti da decenni. Urban Waste: 1.200 chili di cibo in eccedenza recuperato a fini solidali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 aprile 2019 23:45
Rifiuti: ridurre la produzione, il modello di economia circolare in Toscana

FIRENZE– Sono stati 1200 i chili di cibo e 104 i litri di bevande recuperati da colazioni e buffet in hotel fiorentini, donati a oltre un centinaio di persone assistite da una struttura Caritas. E' questo uno dei risultati delle azioni antispreco e riduci rifiuti promosse da Urban Waste, progetto finanziato dal programma di ricerca europeo Horizon 2020 entrato nel vivo a maggio dell'anno scorso e giunto oggi alla sua conclusione. Realizzato grazie a un accordo tra Regione Toscana (capofila) in collaborazione con Agenzia Regionale Recupero Risorse, Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze, Alia Spa, Publiacqua Spa, e i principali portatori di interesse pubblici e privati, per otto mesi il progetto ha messo in atto particolari azioni per recuperare le eccedenze alimentari e per ridurre i rifiuti su tutto il territorio fiorentino. Quattro le iniziative previste, oltre alla donazione di cibo da parte di hotel a fini di solidarietà sociale, si sono distribuite doggy bags, si sono diffuse istruzioni sulla raccolta differenziata in diverse lingue e promosso l'uso dell'acqua di rete.

Grazie proprio a quest'ultima azione i 22 fontanelli di Publiacqua a Firenze hanno incrementato l'erogazione arrivando nel 2018 a distribuire 12 milioni di litri di acqua, una cifra che porta con sé 8 milioni di bottiglie di plastica non prodotte con un risparmio di 3,2 milioni di euro. Il risultato, nel suo complesso, giudicato molto soddisfacente dall'assessore regionale all'ambiente, che si inserisce perfettamente nel sistema dell'economia circolare che la Regione sta promuovendo nelle sue politiche e in base al quale sta aggiornando anche il Piano regionale rifiuti.

Le azioni antispreco, nell'ambito della strategia europea dell'economia circolare, sono considerate fondamentali per ridurre della metà i rifiuti alimentari entro il 2030. Una città come Firenze che vede un forte flusso turistico da una parte e un forte flusso di studenti universitari dall'altra, deve certamente affrontare delle singolarità che si propongono qua e non altrove. Un caso pilota quello di Urban waste di assoluto interesse quindi, secondo l'assessore. Che ha invitato adesso a proseguire sulla strada intrapresa puntando con maggiore energia sulla promozione delle doggy bags, strumento utile che ancora non è propriamente entrato negli usi quotidiani e nella mentalità dei cittadini.

Qualche numero

Secondo un recente studio della FAO, ogni anno nel mondo vengono sprecati circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo di cui l'80% ancora consumabile. In Europa si sprecano in media circa 180 chili di cibo pro capite all'anno lungo l'intera filiera alimentare. Considerato che per produrre un kg di cibo si immettono in aria in media 4,5 chili di CO2, in Europa circa 89 milioni di tonnellate di cibo sprecato producono 170 milioni di tonnellate di CO2 equivalente/anno, ripartite tra industria alimentare (59 milioni di tonnellate di CO2), consumo domestico (78 milioni di tonnellate), altro(33 milioni di tonnellate). La produzione del 30% di cibo che poi non viene consumato comporta l'uso del 50% in più di risorse idriche per l'irrigazione. A titolo di esempio, per produrre un chilo di carne bovina si usano dalle 5 alle 10 tonnellate di acqua.

Una proposta di legge che traduce in politiche attive quello che è già un principio nella normativa regionale, nazionale e comunitaria. Questo il cuore dell’intervento illustrato dall’assessore Federica Fratoni nelle commissioni Ambiente e Sviluppo economico, riunite in seduta congiunta guidate rispettivamente da Stefano Baccelli e Gianni Anselmi. Una proposta che si inserisce nel solco di quel pacchetto economia approvato dal Consiglio nel luglio scorso, che ha dato un ulteriore impulso al modello circolare inteso come riduzione e recupero dei rifiuti, ma anche attività di riciclo della materia. Il disegno di legge intende intervenire, come ha spiegato Fratoni, nello spazio che sta tra la raccolta differenziata, sulla quale è stata comunque impressa un’accelerazione anche liberando risorse importanti, e il momento che precede l’incenerimento, ossia la valorizzazione attraverso il recupero energetico.

Si tratta, in definitiva, di sviluppare attività economiche corrette che potranno sfociare anche in nuova occupazione, nuovo sviluppo e nuova crescita. La proposta si inserisce comunque in un contesto definito dall’assessore un po’ irrisolto. Il codice ambientale (decreto 152), pur trattando molti temi delicati non ha ancora risolto aspetti quali il cosiddetto ‘fine rifiuto’.

L’intervento normativo messo a punto dalla Toscana, sebbene composito, non può dirsi comunque complessivo rispetto a quello che dovrebbe essere il pacchetto sull’economia circolare che, ha rilevato Fratoni, dovrebbe chiudere il cerchio e sancire il momento in cui la materia perde la caratteristica di rifiuto e torna ad essere opportunità di un nuovo processo produttivo. Ad oggi, ha ricordato, il tutto deve essere fatto attraverso una procedura ministeriale che porterà a un decreto, con tempi incompatibili col mondo dell’impresa.

Ed ecco che la proposta di legge toscana, recuperando l’esperienza maturata con i tavoli tematici istituiti presso i vari distretti produttivi (sono stati ricordati quelli della carta, del tessile, del conciario e della pelletteria, mentre è in corso il confronto sul settore lapideo), punta ad una loro messa a sistema. La proposta prevede la redazione di linee guida in materia di sottoprodotti anche considerato che la normativa di livello nazionale lascia a carico del produttore la responsabilità di certificare cosa è sottoprodotto e cosa non lo è. Altro contenuto importante della legge è la costituzione di un fondo regionale nel quale confluiscono le risorse pagate dai Comuni che non raggiungono le percentuali di raccolta differenziata previste (65 per cento).

A queste si prevede di aggiungere fino al 20 per cento del gettito dell’ecotassa. Per la riduzione dell’uso della plastica, Fratoni ha annunciato un emendamento alla proposta di legge per trovare una cornice normativa che possa accompagnarsi a tutte quelle iniziative spontanee che già oggi sono attive, tra queste anche la verifica di utilizzo della plastica nelle mense portata avanti dall’assessorato alla Sanità.

Per il presidente della commissione Baccelli, si tratta di un disegno di legge molto atteso e molto importante anche per questo è convinto che tra i soggetti titolati a partecipare ai tavoli tematici dovrebbero sedere i singoli territori intesi come soggetti rappresentativi dei distretti produttivi. La parola d’ordine, per Baccelli, è condividere al meglio le buone pratiche di una economia circolare che tuttavia in Toscana si pratica da decenni, come ha ricordato citando il tessile di Prato e gli scarti riutilizzati per nuovi prodotti.

Il sistema economico pensato per rigenerasi da solo, per Baccelli, non è una moda ma una pratica nota. Semmai, ha osservato, occorre fare un salto di qualità per produrre meno e per riutilizzare i rifiuti come materia seconda. La Toscana, infatti, è una regione povera di materie prime e la proposta di legge della Giunta, a detta del presidente, può rappresentare una vera occasione di ricchezza e nuovo benessere. La condivisione lanciata dal presidente, servirebbe anche a scegliere insieme ai territori le infrastrutture necessarie e i modelli di gestione utili a inventare nuove attività produttive, nuove filiere e nuova occupazione.

Un progetto ambizioso, dunque, che per Baccelli rappresenta la vera avventura dei prossimi anni.

Apprezzamento e condivisione dei principi ispiratori è arrivato dal presidente della commissione Sviluppo economico. Anselmi si è detto particolarmente favorevole alla distrettualizzazione e ha proposto che ai tavoli regionali si siedano anche pezzi di economia toscana, tra quelli citati il settore della siderurgia. D’accordo con la necessità che i flussi di materia debbano poggiarsi su impianti di smaltimento e riciclo, Anselmi ha però osservato quanto occorra non dimenticare la rigenerazione e il risanamento ambientale. In questo senso la proposta di legge potrebbe rappresentare una grande opportunità: capire come sostenere le attività di interesse generale per aiutare i territori nel risanamento.

Dal vicepresidente della commissione Ambiente, Giacomo Giannarelli, è arrivata, chiara, la richiesta sulle tempistiche nella redazione del Piano regionale sui rifiuti. Se i tavoli sono infatti ben visti, il Piano è condizione necessaria per definire la previsione impiantistica della regione. La proposta di legge, per Giannarelli, non è la risposta alle urgenze dei distretti. I tavoli, a suo dire, possono essere fatti con un semplice delibera.

Se l’obiettivo è quello di costituire tavoli già esistenti con imprenditori che sponsorizzano progetti di loro comodo, facendoli passare per esempi di economia circolare poi sostenuti dalla Regione, la legge illustrata non è una buona proposta per Tommaso Fattori.

Grande apprezzamento è stato espresso dalla consigliera Monia Monni che ha definito la proposta di legge molto pragmatica, una risposta importante e innovativa.

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