Olivetti e le architetture umane: storia di un rapporto virtuoso

Sabrina Gruzzoletti ne parla a Firenze domani alle 18 a Palazzo Olivetti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 aprile 2024 12:35
Olivetti e le architetture umane: storia di un rapporto virtuoso

Firenze e la speciale dedica all’ingegner Adriano Olivetti da Ivrea, la cui storia imprenditoriale coinvolse anche la città lasciando segni tuttora visibili.

In occasione del 123° anniversario della nascita dell’imprenditore piemontese, Seeds of Florence - la rivista su Firenze contemporanea, aperta al mondo, fondata e diretta da Sabrina Guzzoletti - propone l’incontro dal titolo Umanesimo Contemporaneo. Il paradigma Olivetti a Firenze: utopia 'concreta' e cultura d'impresa che si terrà domani giovedì 11 aprile 2024 alle ore 18 a Palazzo Olivetti, Via S. Caterina d'Alessandria 32, con ingresso libero.

Presentati dalla stessa direttrice Guzzoletti e da Claudio Formisano (Divisional manager di Fideuram), interverranno all’incontro l’architetto Egidio Raimondi (che parlerà di “Palazzo Olivetti: un’architettura orientata al futuro”), il professor Giovanni Maggio (che interverrà su: “Palazzo Olivetti. L’opera, i giorni”) e la professoressa Caterina Toschi (il cui intervento sarà incentrato su “L’idioma Olivetti ‘1952-1979’: il CISV - Centro Istruzione e Specializzazione Vendite di Firenze”).

La storia di Palazzo Olivetti

Nata nell'ambito della collaborazione tra Seeds of Florence e Banca Fideuram (Firenze), l’iniziativa si pone l’obiettivo di ripercorrere la storia di Palazzo Olivetti, uno dei più iconici dell'architettura strutturalista nella nostra città.

Firmato dall'architetto Alberto Galardi alla fine degli anni Sessanta, l’edificio non vedrà mai realizzata la facciata originale, più articolata e audace dell'attuale

La Soprintendenza fiorentina, infatti, approverà il progetto, ma a condizione che si adegui la facciata al contesto urbano .

La struttura innovativa e ardita del palazzo collocato appena dentro la cerchia dei viali fiorentini si sorregge sui soli corpi scala/ascensore alle sue estremità: la piastra rigida della copertura sostiene ciascun piano attraverso dei tiranti, liberando da altri ingombri strutturali la facciata in vetro che così appare dotata di un fascino del tutto particolare.

All'interno questa soluzione consentirà la creazione di ambienti in open landscape, uffici panoramici in cui attua una simbiosi tra ambiente esterno (la città) e il luogo di lavoro. Nel sottosuolo viene realizzato un parcheggio interrato, il primo autosilo meccanico in città, al quale accedere attraverso un elevatore, di recente reso completamente automatico tramite un sistema elettronico di riconoscimento e accesso dei veicoli.

Olivetti cercò di migliorare le condizioni di lavoro all'interno delle sue fabbriche introducendo la bellezza e mettendo al centro il benessere e la formazione degli operai.

L’Ingegnere e Firenze

Negli anni in cui si costruiva la sede fiorentina, l'imprenditore di Ivrea aveva già inaugurato a Firenze la prima scuola di marketing aziendale al mondo, il CISV (Centro di istruzione e specializzazione vendite) per la quale prese in affitto le ville medicee della famiglia Acton realizzando un vero e proprio Campus. Per circa un ventennio, dal 1954 al 1979, si svolsero percorsi formativi di eccellenza, basati su un modello di insegnamento interdisciplinare di tipo umanistico, in cui filosofi e laureati in lettere dialogavano con tecnici e ingegneri.

Durante questi anni Adriano Olivetti assunse 700 nuove risorse, scegliendo di investire sul capitale umano anziché ricorrere al licenziamento, rilanciando così le vendite dei prodotti sul mercato estero.

Non fu casuale la scelta di Firenze, città d'elezione per il suo prestigio culturale e la sua posizione nel cuore del Paese, per accogliere gli allievi del CISV. Durante questo ventennio la città incarnò il potenziale evocativo di centro d'arte internazionale, marchio di qualità e di saper fare, luogo di eccellenza, dalla quale attingere quella cultura umanistica che avrebbe nutrito per molti anni il modello di pedagogia industriale di Adriano Olivetti, con la sua idea di giustizia sociale come unica forma di progresso ammissibile, formando 'uomini liberi' con l'aiuto della bellezza e della conoscenza.

La storia della Olivetti continuerà negli anni, anche dopo la chiusura della sede fiorentina, dando vita ad una vera e propria 'cultura visiva'. Il brand Olivetti entrerà nella storia del design come patrimonio identitario e idioma inconfondibile della cultura industriale italiana, testimoniato dai negozi e spazi di vendita olivettiani, realizzati da Gae Aulenti, Ignazio Gardella, Leo Lionni, Carlo Scarpa, Studio BBPR, e dalle avveniristiche mostre Olivetti Design in Industry, presso il Museum of Modern Art di New York (ottobre-novembre 1952), Stile Olivetti (1961-1966), Formes et Recherche (1969-1971) che fecero il giro del mondo.

I relatori dell’incontro

Egidio Raimondi è bio-architetto, libero professionista, docente e divulgatore, già Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Firenze, attivo in numerose associazioni culturali ed ecologiste.

Giovanni Maggio, già docente di comunicazione d’impresa alla Facoltà di Scienze Politiche, Università di Firenze, manager Olivetti (1961-1989), ha diretto la scuola centrale della formazione commerciale, la Divisione prodotti per ufficio, la Pubblicità di Gruppo. Oggi è Presidente Onorario di ‘Olivettiana’ l’associazione che trasmette e promuove i valori e le buone pratiche olivettiane.

Caterina Toschi è professoressa associata di Storia dell’arte contemporanea e di storia della fotografia all’Università per Stranieri di Siena.

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