'Ndrangheta in Toscana: Eugenio Giani sospende Ledo Gori

Il Capo di Gabinetto era stato riconfermato con il passaggio di testimone da Enrico Rossi

Nicola
Nicola Novelli
17 aprile 2021 21:28
'Ndrangheta in Toscana: Eugenio Giani sospende Ledo Gori

Firenze, 17 aprile 2021- Le indagini giudiziarie di questi giorni riportano alla ribalta il nostro territorio. Perché non è la prima volta che si indaga per questi reati, dopo cinque interdittive antimafia, numerosi sversamenti e le dichiarazioni del pentito Schiavone. Basti ricordare l'Avr, azienda indagata per 'ndrangheta e attiva nella manutenzione stradale e nell'igiene ambientale.

Un sistema che avrebbe provocato lo sversamento di scarti inquinanti, in varie zone della Toscana, con un risparmio per gli imprenditori coinvolti di circa 28 milioni di euro. Otto mila tonnellate di questi fanghi sono stati utilizzati per la costruzione del nuovo tratto della strada regionale 429 tra Empoli e Castelfiorentino. Dai verbali di indagine sembrano emerge tentativi di “addomesticare” i controlli dell'Arpat. E la magistratura sta analizzando con attenzione i cambi organizzativi e le nomine dirigenziali all'Arpat degli ultimi anni.

A Santa Croce la Sindaca Deidda è chiamata a chiarire il suo operato amministrativo, come tutti gli altri indagati in ambito politico. Intanto un territorio afflitto da una forte crisi economica, subisce anche gli effetti del danno di immagine a lavoratori e cittadini.

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Ma il protagonista della giornata è sicuramente Ledo Gori, capo di gabinetto del Presidente Giani, che lo ha sospeso dall'incarico. Perché nelle carte del G.I.P. si legge che: 'la posizione di Ledo Gori era dirimente' e tale doveva rimanere 'per tutto quanto fatto fino a quel momento'. In cambio 'loro, intendendo evidentemente i conciatori, erano stati generosi con la politica'. Ledo Gori, in sintesi, avrebbe aiutato gli industriali del distretto conciario di Santa Croce sull'Arno nel facilitare gli scarichi nocivi, in cambio di un appoggio di questi ultimi alla sua campagna elettorale e alla sua nomina come capo di Gabinetto.

“E' troppo facile sospendere Gori adesso che è indagato e senza dare una motivazione di tale sospensione. A noi interessa sapere quali siano le motivazioni che hanno portato il Presidente della Regione Eugenio Giani a riconfermarlo come Capo di Gabinetto. Eugenio Giani deve fare chiarezza, così come abbiamo chiesto in un'interrogazione già depositata in Consiglio, è un suo dovere nei confronti di tutti i cittadini. La regola per la quale 'attendiamo che la magistratura faccia il suo corso' stavolta non vale.

O meglio, vale per l’inchiesta che dovrà dirci se in Toscana vi siano degli assassini che, in combutta con la criminalità organizzata, hanno condannato a morte noi, i nostri figli e i figli dei nostri figli, seppellendo rifiuti tossici sotto il manto delle nostre strade. Non vale invece per quello che già sappiamo e del quale Giani deve rispondere adesso: se vi siano esponenti del Pd e imprenditori che gli hanno fatto pressioni affinché Gori fosse confermato Capo di Gabinetto.

Il presidente Giani deve quindi spiegare, non tanto a noi, quanto a tutti i cittadini toscani, cosa significhi 'essere generosi con la politica'. Ricordiamo che l'Associazione Conciatori, che vede i propri vertici tra gli indagati dell’inchiesta, è il secondo finanziatore della campagna elettorale di Giani. Ed oltre il 25% dei fondi raccolti dall'attuale governatore per la campagna elettorale del 2020 provengono proprio dai conciatori del pisano o aziende della zona che si occupano di gestione dei rifiuti”.

E' quanto annunciato da Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale della Toscana, durante la conferenza stampa di questa mattina.

“La sospensione di Ledo Gori - conclude Torselli - è ridicola. Se Gori è lì per competenze, professionalità e conoscenza della macchina regionale - cosa che mi auguro - Giani avrebbe dovuto scegliere tra due strade: fare il garantista e difenderlo fino all’eventuale condanna al terzo grado di giudizio, oppure fare il giustizialista e rimuoverlo subito dal ruolo di Capo di Gabinetto. Non agendo in nessuna di queste due direzioni, Giani alimenta i sospetti sul fatto che Ledo Gori e che sia stato nominato da Giani non per scelta autonoma del governatore. In entrambi i casi, il Presidente della Regione deve fare chiarezza in Consiglio regionale e con tutti i cittadini quanti prima”.

"Il fatto che Ledo Gori, mentre racimolava finanziamenti dai conciatori per la campagna di Eugenio Giani, abbia lavorato contro Potere al Popolo, conferma che invece il nostro lavoro sta andando nella direzione giusta. Come risulta dalle intercettazioni, infatti, il suo ruolo nella campagna regionale di Giani era quello di drenare un po' di voti alla sinistra di Rifondazione e Potere al popolo. Il mezzo è stato la lista civetta Sinistra civica ecologista, promossa da una parte di Sinistra Italiana e da Mdp, il partitino di Rossi, che serviva semplicemente a far confluire voti verso la coalizione di Giani. Altro che scongiurare il pericolo della destra" commentano da Potere al Popolo.

"D'altronde siamo l'unica opposizione disposta a mettere il bastone tra le ruote al partito degli affari. Le altre opposizioni sembrano invece non rappresentare un pericolo per questo intreccio di interessi, forse per atteggiamenti ambigui nei confronti della 'ndrangheta e dell'imprenditoria, o perché ormai assorbiti nel centrosinistra a trazione Pd, come il Movimento 5 stelle" chiosano da Potere al Popolo "Tommaso Fattori, candidato alle regionali fu invece l'unico nello scorso consiglio regionale a battersi seriamente contro l'ipersfruttamento nel settore conciario e per istituire una Commissione di inchiesta regionale contro le infiltrazioni della 'ndrangheta, trovando un muro di gomma particolarmente in Pieroni del Pd, ora finito sotto inchiesta".

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