Nardella: "Alluvioni e disastri, troppa responsabilità sui sindaci. Così è un inferno"

Il primo cittadino di Firenze in Consiglio Comunale: "Siamo l'ultimo anello della catena, amministrare così è impossibile. Non abbiamo bisogno di missionari ma di amministratori onesti". Lunga lista da Nogarin a Pizzarotti fino a Vincenzi. "Va costruito un modello di condivisione delle responsabilità"

Redazione Nove da Firenze
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04 novembre 2019 18:53
Nardella:

(DIRE) Firenze, 4 nov. - Di fronte a calamità e disastri idrogeologici "i sindaci, che purtroppo sono l'ultimo anello della catena, spesso portano le principali responsabilità. Sono i primi ad essere chiamati" a rispondere. Lo sottolinea Dario Nardella, primo cittadino di Firenze, nel suo intervento in Consiglio comunale nel giorno del ricordo dell'alluvione del 1966. "Fare l'amministratore con questo sistema di regole sempre più complesso è diventato davvero un inferno.

E' diventato impossibile, una missione, ma noi non abbiamo bisogno di missionari, ma di amministratori onesti che fanno il loro dovere con la massima serenità e tranquillità possibile". Per Nardella "c'è una lista lunghissima" di amministratori tirati in ballo. Lo dice e in aula fa l'elenco di colleghi o ex colleghi finiti sotto indagine: "Alluvione di Livorno 2017, sindaco Nogarin indagato per omicidio colposo plurimo; alluvione di Parma, sindaco Pizzarotti indagato per disastro colposo.

Indagata anche l'ex sindaca di Genova, Vincenzi". Così a Senigallia, a Olbia "e posso continuare. Non entro nel merito delle indagini, dei processi, e chi sbaglia paga. Però spesso ci arrivano allerte all'ultimo momento. Mi arrivano sul cellulare per la pioggia", con codici "arancioni o rosse, quando già piove".

Nardella, quindi, lancia un appello: "Parlamento e governo si rendano conto che per il sistema della protezione civile e dell'emergenza si deve costruire un modello di condivisione delle responsabilità, affinché non siano sempre i soliti a doversi prendere il carico di tutto quello che succede, perché alla fine a pagare le conseguenze poi sono i cittadini". (Dig/ Dire)

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