MPS: la politica vuole davvero che la banca rimanga a Siena?

E in Toscana si pretende che vengano garantiti i posti di lavoro

Nicola
Nicola Novelli
01 agosto 2021 17:07
MPS: la politica vuole davvero che la banca rimanga a Siena?

Firenze, 1 agosto 2021- Mps è il nome di una banca la cui data di fondazione (1472), evocano la grandezza rinascimentale dei banchieri senesi. Mps è proprietà, dalla fine del secolo scorso (a seguito della legge Amato per far uscire lo Stato dalla gestione) di una fondazione espressione degli enti locali (Comune e Provincia di Siena, Regione Toscana, Università di Siena, da sempre controllati da partiti di sinistra, con in più anche l’Arcidiocesi senese).

Oggi è una banca che, in base agli stress test dell’autorità europea di sorveglianza sul sistema bancario è il peggiore dei 50 istituti analizzati. E avrebbe ancora bisogno di 2,5 miliardi di capitali. Risorse per le quali si è fatta avanti Unicredit. Perché la banca più antica del paese è giunta a questo punto irrimediabile?

Al termine di due decenni di strategie disastrose, con alcune operazioni commerciali perpetrate ai risparmiatori come “4You” e “My Way”, che nei primi anni 2000 "rifilarono" a decine di migliaia privati inconsapevoli investimenti in Borsa con capitali prestati dalla banca; carta straccia con lo scoppio della bolla speculativa delle dotcom, e che Mps, spesso, ha dovuto rimborsare.

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Nonostante questo Mps acquisì la banca Antonveneta (con un investimento 16,5 miliardi tra esborso e accollo debiti) grazie a una sofisticata operazione finanziaria a debito, realizzata con prodotti derivati tipo Alexandria e Santorini (tenuti nascosti anche a Banca d'Italia) che produrranno un nuovo buco di 730 milioni. Intanto l'istituto senese, anche a causa delle attenzioni politiche accumula sofferenze sui prestiti erogati e dopo la crisi finanziaria del 2008 nemmeno aumenti di capitale per un totale di 9 miliardi, riusciranno a bilanciare.

E' nel 2013 che viene dichiarata ufficialmente la sofferenza di Mps e destituiti i vertici (tra cui Vincenzo De Bustis, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni). In coincidenza dell'avvio delle inchieste giudiziarie, si verifica anche il presunto suicidio del capo della comunicazione David Rossi.

Mps attinge ai “Tremonti Bond” (diventati poi “Monti bond”) che riesce a rimborsare solo nel 2015 facendo entrare lo Stato col 4% nel capitale. Sinché nel 2017, lo Stato acquisisce il 70% di capitale per evitare il collasso.

Oggi, dopo almeno cinque anni di incertezze sta per definirsi la prospettiva  delineata da Unicredit. E' il ridimensionamento, che adesso tanti politici con in testa la Regione Toscana che si preoccupa della toscanità, dichiarano irricevibile, anche se la crisi irreversibile è iniziata almeno una dozzina di anni fa.

“Mi associo alle preoccupazioni espresse dal Segretario della Lega, Matteo Salvini e dal gruppo Lega alla Camera dei Deputati in merito alla notizia di trattative avviate tra Unicredit ed il MEF per una possibile cessione da parte dello Stato delle quote azionarie Monte dei Paschi al gruppo guidato dall'ex Ministro e parlamentare Padoan. Il gruppo Lega ha chiesto questo pomeriggio con l'on. Guglielmo Picchi un’informativa urgente in Aula del Ministro Franco. Oltre a quest’iniziativa ho presentato un’interpellanza al Governo per conoscere gli intendimenti del Ministro Franco. La Lega dice di no alla svendita di MPS, vuole tutelare i posti di lavoro, evitare la chiusura degli sportelli e preservare un marchio che dal 1472 caratterizza l'istituto di credito, la città di Siena e il suo territorio". Così il deputato della Lega Toscana Manfredi Potenti.

"Il Monte dei Paschi per la Toscana non è solo una banca, ma è un pezzo di storia economica e finanziaria della nostra Regione. La Lega dice di no alla svendita, vuole tutelare i posti di lavoro, evitare la chiusura degli sportelli e tutelare un marchio che dal 1472 caratterizza l'istituto di credito, la città di Siena e il suo territorio". Così il commissario della Lega Toscana Mario Lolini sulla vicenda della vendita del Monte dei Paschi.

"Come Lega guardiamo ai territori ed il Monte dei Paschi è stato l'esempio di una banca che dal territorio in 500 anni è diventata un punto di riferimento in Italia e all'estero - afferma Lolini- la nostra proposta, già lanciata dal segretario federale Matteo Salvini e che io condivido nel merito, è invece quella di dare un impulso, con la regia statale, alla creazione di quello che potrebbe essere il terzo polo italiano, trasformando Mps in una vera e propria banca dei territori, affiancandola alle realtà locali di altre regioni, esaltandone quel ruolo avviato sin dalla sua fondazione nel 1472.

Un sistema che andrebbe ad affiancare i due grandi gruppi bancari, che fanno capo a Intesa San Paolo e ad Unicredit e che sono già dei protagonisti dello scacchiere finanziario internazionale. Un percorso da intraprendere dopo aver ascoltato la realtà locale senese". Lolini guarda anche alle elezioni di ottobre. "I senesi sanno di chi sono le responsabilità di questa situazione ed il ruolo che la sinistra prima e il centrosinistra poi hanno avuto in questa vicenda - conclude Lolini- ed anche il ruolo di Padoan eletto a Siena e poi divenuto presidente di Unicredit, la stessa banca che vuole acquisire Mps dà molte risposte sulle idee del Pd riguardo al futuro dell'istituto senese" conclude l'Onorevole Mario Lolini, commissario regionale della Lega Toscana.

“Ma quanto sono bravi Pd e 5 Stelle a scrivere documenti e a prendersi impegni ‘sulla carta’? Parole e impegni al vento, visto che poi quando si tratta di agire, smentiscono le loro belle promesse. Con MPS è successo esattamente questo. Qualche mese fa, Fratelli d’Italia ha chiesto al Consiglio Regionale di votare un documento che ribadisse l’importanza di difendere una banca del territorio come MPS - puntando il dito contro la pessima gestione degli ultimi decenni da parte del Pd -. La maggioranza, però, scelse di votare un proprio documento, che rimetteva il futuro della banca senese nelle mani del governo Draghi.

Oggi, gli stessi che non hanno voluto discutere del futuro di MPS in Toscana, rimandando tutto al governo nazionale, negano però la discussione in Parlamento, come richiesto sempre da Fratelli d’Italia. La verità è che Pd e M5S vogliono parlare di MPS a Roma, quando chiediamo che se ne parli in Toscana. E in Toscana, quando chiediamo che se ne parli a Roma! Ma cosa hanno da nascondere Pd e Movimento 5 Stelle su Mps. Esigiamo chiarezza e che si faccia il possibile perché la banca rimanga a Siena e vengano garantiti i posti di lavoro. Non ci interessa il futuro politico del segretario del Pd, a noi interessa salvaguardare una realtà economica simbolo della nostra ragione e il futuro di migliaia di cittadini" Così il gruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale toscano.

Per l'Italia dei Valori interviene il segretario regionale, il dottor Paolo Fidanzi: “Fermamente contrari allo spacchettamento del Monte dei Paschi di Siena in favore di Unicredit, e come vale per altre banche del territorio in fase di stabilizzazione chiediamo anche che vengano mantenuti i posti di lavoro la governance nelle città Toscane sedi delle banche interessate, in particolare quella del MPS a Siena".

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