Mafia: immobile confiscato in via Saggina avrà finalità sociali

Una delegazione della commissione Sviluppo economico e rurale alla Tenuta di Suvignano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 novembre 2023 13:58
Mafia: immobile confiscato in via Saggina avrà finalità sociali

L’immobile confiscato alla mafia in via della Saggina-via di Cammori, a Quaracchi nel quartiere 5, ospiterà una casa famiglia per il ‘Dopo di noi’ e un Centro diurno per disabili aperto al territorio. Al Comune di Firenze sono state assegnate alcune porzioni dell’edificio di tre piani: il piano terreno, il seminterrato, il piano secondo e il lastrico solare.

Nell’ultima seduta la giunta ha approvato il progetto esecutivo di riqualificazione dell’immobile confiscato alla criminalità organizzata, che prevede interventi di vario tipo del valore complessivo di 340mila euro: saranno realizzati lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e ristrutturazione dei piani destinati a finalità sociali.

Il piano terreno ospiterà il centro diurno, mentre il secondo piano verrà adibito a casa famiglia nell’ambito del progetto ‘Dopo di noi’.

“La ‘conversione’ a fini sociali di un immobile confiscato alla mafia è un’operazione di alto valore - afferma l’assessore a Welfare Sara Funaro -. Questo edificio, che un tempo era associato alla criminalità organizzata, ospiterà progetti del ‘Dopo di noi’ con i quali diamo un sostegno al futuro delle persone con disabilità, che con l'avanzare dell'età dei genitori, che solitamente sono coloro che se ne prendono cura, possono trovarsi in difficoltà; progetti questi, che riguardano anche tutte quelle persone adulte con disabilità che desiderano realizzare percorsi di autonomia, uscendo dal proprio nucleo familiare anche quando questo non presenta particolare problematicità”.

Il progetto della casa famiglia riguarderà persone con disabilità residenti nel quartiere 5; questo permetterà loro di mantenere la consueta rete di abitudini e relazioni, di facilitare l’autonomia negli spostamenti e di svolgere le abituali attività lavorative e ricreative. Gli ospiti condivideranno l’abitazione assistiti da operatori, volontari e personale specializzato. Nell’appartamento tra i vari interventi saranno realizzati anche lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche e verrà installato un montascale.

“Il Centro diurno per persone con disabilità - spiega Funaro - nasce con l’obiettivo di rispondere al forte bisogno di aggregazione sociale e di fruizione del tempo libero, esigenza questa che ha una fondamentale importanza per favorire l’inclusione, combattere la solitudine e aprirsi alla comunità di appartenenza. Il centro è finalizzato all’acquisizione e all’affinamento delle capacità manuali ed espressive e al conseguimento di una sempre maggiore autonomia personale”. Si tratta di un centro con la caratteristica di laboratorio d’arte, una sorta di cantiere culturale aperto ai portatori di disabilità e ai visitatori, dove adulti e giovani con disabilità mentali saranno accolti, con cadenza settimanale.

Per quanto riguarda il Centro diurno al piano terreno rialzato, sarà realizzato un ingresso, un soggiorno per socializzazione, una zona pranzo, uno spazio per la distribuzione dei pasti, un ufficio, una medicheria, un ripostiglio e due servizi igienici. Il piano seminterrato sarà adibito a laboratorio-spazio per attività motorie e ospiterà un ulteriore servizio igienico per gli utenti e uno spogliatoio per gli addetti dotato di servizio igienico.

Un luogo simbolo della legalità, un campus permanente dove ospitare iniziative per parlare del contrasto alle mafie, dove organizzare eventi aperti alla società civile e soggiorni estivi per i giovani sui terreni strappati alle cosche. La tenuta di Suvignano, estesa nel territorio di Monteroni d’Arbia e Murlo, in provincia di Siena, tra il 2018-19 è stata assegnata alla Regione che la gestisce attraverso Ente terre regionali, avviando un progetto unico nel panorama nazionale, che coinvolge i due comuni e le associazioni di promozione della legalità.

Una delegazione della commissione regionale Sviluppo economico e rurale guidata da Ilaria Bugetti (Pd), ieri, ha dedicato una giornata alla visita della tenuta: villa il Tinaio dove alloggiava il costruttore siciliano Vincenzo Piazza, Villa Santo Stefano con la sua cappellina, la zona del torrente della Sorra con l’allevamento di cinta senese.

“E’ una tenuta su cui la Regione ha investito molto - ha detto la presidente – ed è importante per la commissione visitare luoghi che monitoriamo, vigiliamo e a cui diamo indirizzi. C’è un bel progetto culturale in itinere per lanciare alle nuove generazioni un messaggio che parla di legalità, valori etici e morali e che insegna ai giovani da cosa difendersi. Le potenzialità sono tante ed è bene che la commissione sostenga questo progetto”. “Occorre - continua - chiedere allo Stato che sui beni confiscati, preveda investimenti su questa struttura perché Suvignano è il più grande bene confiscato alla mafia del centro nord”. Le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione Toscana, attraverso Ente Terre Regionali, si attestano oggi a oltre un milione e 700mila euro, a cui si aggiungono ulteriori 80mila euro l’anno (dal 2023) per garantire l’assunzione di un impiegato e di un operaio agricolo.

Il direttore di Ente Terre Giovanni Sordi ha spiegato l'idea progettuale di Suvignano “è un’azienda che definiamo etica e ‘tenuta aperta’, aperta a tutta la popolazione”, “è una realtà da costruire”. “Il piano di sviluppo dell’azienda che pone al centro dell’impegno il ruolo sociale della Tenuta e la sua funzione di bene esemplare, con un’attenzione volta agli aspetti imprenditoriali che permettano lo sviluppo economico della Società e la creazione di nuovi posti di lavoro, attraverso la realizzazione di strutture rivolte alla produzione agricola, alla trasformazione e alla commercializzazione dei beni prodotti dalla Tenuta e dalle aziende del territorio, all’agriturismo”.

Ricordiamo che la tenuta faceva parte del patrimonio di Piazza, fu sequestra una prima volta nel 1983 da Giovanni Falcone poi tornò in possesso di Piazza e successivamente tra il 1994 e il 1996, con il suo arresto per associazione mafiosa la Tenuta fu nuovamente sequestrata. Sono stati portati a termine interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza dei fabbricati, è stata realizzata una sala riunioni alla memoria di Giovanni Falcone, “costruito un ostello da 40 posti letto - he detto Sordi -che sarà inaugurato nella primavera 2024”.

Dal punto di vista produttivo, Sordi ha ricordato che la tenuta, estesa su una superficie di circa 640 ettari che comprende case coloniche e fabbricati utilizzati come magazzini, officine e stalle. I fabbricati di particolare pregio, quali “Il Tinaio” e “Podere Santo Stefano”, sono adibiti ad uso agrituristico, con 38 posti letto complessivi, a cui si aggiungeranno le strutture per l’ospitalità dei pellegrini e degli studenti dei campi scuola per la legalità (ostello).

Dall’ingresso di Ente Terre nella gestione agricola si è avviata la conversione dell’attività produttiva verso il regime biologico, ed oggi l’azienda è iscritta fra quelle che producono beni secondo le regole dell’agricoltura biologica. L’indirizzo produttivo è attualmente orientato su colture cerealicole, quali grano duro e tenero, con terreni a seminativo, a prato o a pascolo per oltre 530 ettari; sono presenti inoltre colture di mais e girasole, a cui si sommano i terreni ad uliveto e bosco.

Più di 20 ettari di colture non vengono raccolte per l’alimentazione della selvaggina.

Elena Rosignoli, consigliera regionale di riferimento del territorio, ha aggiunto che si tratta di “una realtà sulla quale la Regione ha investito per portare avanti non solo l’attività ricettiva e agricola; il fulcro della riqualificazione della zona è infatti la legalità”. “La storia di una scommessa vinta” così il consigliere Marco Niccolai ha definito Suvignano - prima di tutto dallo Stato perché è un bene confiscato alle mafie ma anche una scommessa vinta dalla Regione che si è presa in carico la gestione di questo bene ed Ente terre sta svolgendo un ruolo fondamentale per il suo rilancio.” “Qui convivono l’impresa agricola e la legalità dove vengono svolti campi scuola per i ragazzi”, ha aggiunto Anna Paris.

“Un patrimonio e una ricchezza sottratte alla mafia e messe a frutto per un’agricoltura di qualità e biologica - è intervenuto Andrea Pieroni -, Gli oltre 600 ettari possono diventare laboratori dove sperimentare anche forme di agricoltura sempre più sostenibili con l’ambiente”.

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