Lo strano caso dei manifesti Pro Vita cancellati a Firenze

Cellai: "Decisione presa da Sas dopo la telefonata di una dipendente comunale. Se vi sembra normale…"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 dicembre 2023 17:22
Lo strano caso dei manifesti Pro Vita cancellati a Firenze

“Nell’audizione di stamani di direttore generale e presidente di SaS in commissione Controllo ho voluto chiarire la vicenda dei manifesti Pro Vita cancellati dalla partecipata del Comune nel primo week end di dicembre". 

Lo dichiara Jacopo Cellai, presidente della Commissione Controllo. 

"È emerso - prosegue Cellai - che la decisione di oscurare i manifesti è stata presa dal responsabile del settore SaS a seguito di una telefonata partita da Palazzo Vecchio, in particolare dalla p.o. dell’ufficio comunale servizio affissioni. Ci sembra una modalità a dir poco non ortodossa di applicare una norma del codice della strada, in quei casi in cui i manifesti siano “lesivi dei diritti, discriminatori e inaccettabili”. Nel caso di specie, chi ha deciso che i manifesti firmati Pro Vita con la scritta “Basta confondere l’identità sessuale dei bambini nelle scuole. Stop gender e carriera alias” e l’immagine delle gambe di un bambino con una calzatura da uomo e una calzatura da donna fossero lesivi e inaccettabili? Una dipendente comunale. Se vi sembra normale…

SaS, come ha sostenuto il presidente Marco Semplici dopo aver chiesto un parere all’ufficio legale della società, avrebbe ‘agito in autotutela’. Sì, ma dopo aver ricevuto una telefonata da Palazzo Vecchio!

Come ci è stato confermato, non c’è un verbale, nulla di scritto che autorizzasse la cancellazione dei manifesti. Solo una telefonata.

Unica nota positiva, per così dire, di questa assurda vicenda che sa tanto di censura per chi non la pensa come chi governa Firenze, è che SaS ha riconosciuto che si è creato un vulnus, e la società starebbe pensando a come sanarlo.

Grandi assenti nella vicenda il sindaco Nardella, sempre pronto a rotolare striscioni dal piazzale quando a Firenze si riuniscono esponenti della destra europea, ma che su questo fatto ha taciuto. E l’assessore Albanese, di cui torniamo a chiedere le dimissioni. Perché non è pensabile che una dipendente comunale, di sua iniziativa, si prenda una responsabilità del genere. Forse qualcuno l’avrà sollecitata, o no? Chi si prende la responsabilità politica in questa vicenda? Continueremo a chiederlo”, conclude Cellai.

Aggiungono il capogruppo di Gruppo Centro Ubaldo Bocci e il consigliere e vicepresidente vicario del Consiglio comunale Emanuele Cocollini:

“A una dipendente comunale basta una telefonata alla SaS per far cancellare manifesti già affissi, regolarmente accettati da SaS e pagati dal committente, in questo caso il movimento Pro Vita. Questa la ricostruzione della vergognosa vicenda avvenuta nel primo week end di dicembre stamani in commissione Controllo.

Per quale ragione il dipendente comunale si è assunto la responsabilità di valutare discrezionalmente il contenuto di quel manifesto? Non è dato saperlo. C’è solo una telefonata a un responsabile SaS che si è preso la briga di dare l’ordine di cancellare i manifesti. Secondo il PD, si è trattato di una questione squisitamente tecnica. Già, come se la libertà di pensiero si potesse incasellare nella burocrazia. C’è chi lo ha fatto prima del PD: il regime dei soviet in Russia nel XX secolo.

Siamo sconcertati e continueremo ad approfondire la vicenda indipendentemente dal contenuto del manifesto perché qua è in gioco la libertà di espressione prevista dalla costituzione”.

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