Le incursioni degli Houthi dello Yemen contro navi cargo nel mar Rosso, nonostante non ci siano ancora ripercussioni evidenti su vari prodotti al dettaglio nei nostri mercati, sicuramente è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Dal canale di Suez passa il 12% delle merci mondiali e il 30% dei flussi dei container, passaggi sempre in crescita fino a questi primi giorni del 2024 che invece sono calati del 55%. La rotta di circumnavigazione dell’Africa comporterebbe ritardi fino a 15 giorni e aumenti di costi per gli specifici mercati al dettaglio, nonché per materie e semilavorati che ancora non è possibile quantizzare: si calcola, per esempio, che per i prodotti alimentari, che sono deperibili, i danni per i mercati italiani siano già di un paio di miliardi.
“La crisi nel canale di Suez è preoccupante anche per l’agricoltura toscana” A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, commentando le conseguenze economiche del conflitto aperto dagli Houthi. “Alcuni dei nostri prodotti di frutticoltura destinati all’export passano da Suez – dice Neri - e hanno una conservazione lunga ma non lunghissima. Ora i mercantili devono fare il periplo dell’Africa per evitare possibili assalti, raddoppiando i tempi di consegna. Certi prodotti però non possono stare su una nave per più di venti giorni”
“Anche l’export del vino ne risente – conclude Neri – perché l’aumento del costo dei noli dei container incide sul prezzo finale. E teniamo conto che erano già aumentati negli ultimi anni. Il rischio concreto è che l’aumento dei prezzi, a partire da quelli delle materie prime, inneschi una tendenza inflazionistica ancora più forte di quella attuale”.