Green pass: i portuali livornesi prendono le distanze dai triestini

Il responsabile FILT CGIL Giuseppe Gucciardo: "Nel porto la quota dei non vaccinati è molto bassa"

Girolamo
Girolamo Dell'Olio
14 ottobre 2021 17:09
Green pass: i portuali livornesi prendono le distanze dai triestini
Trieste: lavoratori portuali commentano il Green pass su La7, "Non è l'arena", 13 ottobre 2021

Il caso Trieste sta facendo scuola in Italia.

Consigliato alle scuole d'Italia. 13 minuti di educazione civica di base. Trieste si porge al Paese

Le parole pronunciate ieri sera dai portuali giuliani su La7 fanno riflettere: emerge un ammirevole grado di civiltà, maturità e consapevolezza sociale. Merito forse della peculiare eredità mitteleuropea di quel particolare lembo d’Italia? Chissà! Di fatto, sta contaminando il Paese.

Qui in Toscana, però, Livorno portuale prende le distanze. Almeno la Livorno ufficiale confederale. Scrive il responsabile FILT CGIL Giuseppe Gucciardo: "Nel porto la quota dei non vaccinati è molto bassa: se facessero una sorta di levata di scudi resterebbe operativo". Ancora una volta, dunque, la topica contrapposizione vaccinati / non vaccinati. Proprio ciò che i portuali triestini rigettano, perché altro è – a loro dire – il nucleo della questione: il Green pass essendo una misura economica, non sanitaria. Sembra prevalere invece, nell’analisi di Gucciardo, “la questione ideologica”, che a Livorno risulterebbe “diametralmente opposta a quella di Trieste”. “Non abbiamo quel tipo di tensione", spiega; ma non nasconde che “permangono criticità di carattere operativo”.

Quali? Gli abbiamo chiesto.

“Criticità vere si presentano nell’autotrasporto, più che nei portuali”.

Come proporreste di risolverle?

“Chi ha pensato di introdurre il Green pass, avrebbe potuto prevedere di collocare ad esempio nella rete autostradale nazionale degli hub nei nodi cruciali dove poter eseguire le procedure di acquisizione di un tampone. Diversamente, è un po’ complicato provvedervi andando in cerca di una farmacia con un autoarticolato in ambienti urbani…”.

Ma se, anche a Livorno, dei portuali intendessero aderire alla protesta lanciata da Trieste e da Genova…?

“A Livorno non ci sono scioperi dichiarati da nessuna sigla, nemmeno di sindacati autonomi”.

Sempre da Livorno, tuttavia, e in direzione diversa da quella del consenso che la CGIL manifesta allo strumento del Green pass, è arrivata in questi giorni la testimonianza di un altro portuale, Carlo Banchieri.

Io sono un padre, un marito e sono operaio: la lettera spedita da Livorno

Anche a lui abbiamo pensato di chiedere allora un parere sulla mobilitazione lanciata dal primo scalo in Italia per movimentazione merci.

Vorrei esprimere la mia vicinanza ai lavoratori portuali di Trieste che stanno portando avanti una battaglia che secondo me è di libertà. Non è una questione di essere favorevoli o meno al vaccino, ribadisce. Il punto è che è stato introdotto un lasciapassare che regolerà la vita delle persone con tutte le difficoltà economiche e logistiche che questo comporta per i singoli e per le famiglie”. E sottolinea la drammaticità della data del 15 ottobre, il ‘venerdì nero’: “Da domattina i lavoratori che hanno fatto una libera scelta, in un paese libero, quella di non vaccinarsi, saranno lasciati soli, costretti a pagarsi l'entrata al lavoro.

È una cosa assurda e paradossale. È proprio brutto quello che sta accadendo perché gli operai, le persone, non sono solo una percentuale per la quale vale o meno provare a fare qualcosa. Per me non esistono operai no vax e operai si vax, siamo tutta gente che va a lavorare per mantenere le famiglie. La dimostrazione di questo pensiero è Trieste, dove vaccinati e non vaccinati si sono uniti e sostengono una posizione giusta tutti insieme”.

Possiamo dargli torto?

Ancora stamani, del resto, a sentire un esponente di punta dei portuali triestini sulle frequenze di Radio 24 (“Uno nessuno 100milan”, minuto 24:15), le cose potrebbero andare diversamente da come la CGIL di Livorno prospetta.

Il conduttore chiede: “Sul Sole 24 Ore oggi c’è scritto l’annuncio che lei ha fatto, a dire: domani tutti i porti, o tanti porti, saranno come noi… non sembra proprio così. Cioè, a Genova i camalli han detto di no, il 90 per cento a La Spezia son vaccinati…”.

Stefano Puzzer, per i portuali, replica: “Su questo io vi rispondo che la realtà la vedrete domani. Anche qui a Trieste i confederali han detto che a Trieste i portuali hanno accettato il tampone….

Livorno come Trieste, dunque?

“Io vi dico solo – spiega Puzzer - che domani forse ci sarà un altro smacco a queste fake news che girano, quelle che dicono che tutti i porti andranno a lavorare e che in tutti gli altri porti si accettano i tamponi gratuiti. Anche perché io mi chiedo - io sono sposato, altri portuali saranno sposati - vedere la propria moglie che magari lavora in un supermercato e ha uno stipendio di mille euro, e si vedrà costretta a pagarne 200 per farsi i tamponi, e vedere il marito che magari prende lo stipendio doppio, e anche i tamponi gratuiti… Io spero che se adesso si son mossi solo i portuali, tutti gli altri lavoratori discriminati vadano a protestare, perché hanno creato di nuovo due classi sociali, lavoratori di A e lavoratori di B!.

Intanto, a Firenze, gli studenti universitari, avvalendosi della buona volontà della popolazione sensibile alla vertenza apertasi nel Paese, convocano per domani mattina alle 10.30 in Piazza Santa Maria Novella un presidio comune di protesta di studenti, lavoratori e cittadini toscani, con connotazione esclusivamente pacifica e nonviolenta, e un microfono aperto dal quale attestare l’unità di intenti fra studenti e cittadinanza.

Ma si muove anche la solidarietà civica nei confronti degli ‘eroi fino all’altro ieri’ della Sanità, puniti oggi – nella nuova fase della pandemia - perché resistenti alla vaccinazione obbligatoria.

Grazie all’associazione “Atto Primo” è possibile dare infatti un contributo a favore dei SANITARI TOSCANI SOSPESI dal proprio posto di lavoro e attualmente SENZA STIPENDIO. Alcune famiglie sono monoreddito, altre hanno entrambi i componenti sospesi perché sanitari, così da mettere l’intero nucleo familiare in forte disagio economico. È proprio a loro che è indirizzata la raccolta fondi che, seppur modesta, andrebbe ad integrare il mancato corrispettivo di un lavoro che in questi ultimi anni ha già messo a dura prova fisica e “mentale” gli operatori sanitari tutti.

Qui le istruzioni per contribuire.

Non soltanto. Per domenica prossima 17 ottobre alle 12.30 è stato organizzato da “Atto Primo” e “Ancora Italia”, in Via del Pegaso alle Cascine, all’ex Ippodromo Le Mulina (lo stesso che ha ospitato ad agosto l’incontro pubblico col premio Nobel Luc Montagnier), un “Pranzo all’aperto a sostegno dei sanitari toscani sospesi”.

Pranzo all'aperto a sostegno dei sanitari toscani sospesi, domenica 17 ottobre 2021

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