Grande albergo fra Pitti, Boboli e Belvedere: si aggrava il quadro intorno al progetto

Quasi una requisitoria quella pronunciata ieri da una delegazione cittadina a Palazzo Vecchio. Nuove anomalie segnalate alla Direzione urbanistica da Idra, che incontrando i vertici dell’organo di controllo della vita amministrativa invoca: “Il Consiglio comunale intervenga!”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 settembre 2020 13:45
Grande albergo fra Pitti, Boboli e Belvedere: si aggrava il quadro intorno al progetto
Caserma V. Veneto, Scuola di Sanità Militare, Cortile - Cartolina d'epoca

Tanti gli interrogativi che emergono dalle osservazioni depositate ieri in Direzione urbanistica del Comune di Firenze dagli ecologisti di Idra a carico del procedimento di pianificazione in corso fra Ponte Vecchio, Palazzo Pitti e Forte Belvedere. L’associazione ricorda che si tratta di una “imponente trasformazione di un ex bene demaniale, accanto al giardino di Boboli, in un resort con 85 camere standard, 20 suite, 18 appartamenti, 300 posti letto, 3 turni di servizio con 100 addetti per turno, ristorante, cucine e dispense, bar, centro benessere, tunnel carrabile, parcheggi e altri servizi interrati, e dai 500 ai 1.000 spostamenti giornalieri”.

Ma il contesto è tale, in quelle strette, ripide e delicate strade che si arrampicano verso il Forte Belvedere, che il Servizio Mobilità del Comune di Firenze ha sentenziato: “L’ambito urbano contermine all’area di intervento risulta caratterizzato da una viabilità carrabile e pedonale sottodimensionata, anche rispetto alle attuali esigenze e destinazioni d’uso, comportando per questo un deficit infrastrutturale”. Una diagnosi che, suggeriscono gli ecologisti che vigilano sul progetto, basterebbe da sola a tagliare la testa al toro.

Il presidente dell’associazione fiorentina Girolamo Dell’Olio ha consegnato e illustrato le osservazioni ieri a Palazzo Vecchio a Luca Milani e Renzo Pampaloni, presidenti del Consiglio comunale e della Commissione urbanistica, nel corso di un colloquio definito lungo e proficuo. Ad accompagnarlo nell’ufficio del presidente Milani (solo due esponenti erano ammessi, per sicurezza Covid) la dott.ssa Lucia Evangelisti, in rappresentanza del gruppo di cittadini che si è mobilitato questa estate rivendicando informazione e trasparenza intorno all’“operazione Costa San Giorgio”.

La strada imboccata dalla Direzione urbanistica del Comune di Firenze, lamentano, esclude “scientificamente” dal procedimento la cittadinanza: niente VAS (valutazione ambientale strategica) per il resort 5 stelle e 5 stelle lusso progettato nell’ex Scuola di Sanità militare della Difesa, sopra il Poggio delle Rovinate e nelle sue viscere. Dunque, concludono, per la popolazione nessuna possibilità di intervento.

Queste le voci principali dell’elenco di rilievi (qui il testo integrale, comprensivo delle osservazioni trasmesse il 25 luglio e di quelle depositate ieri), con particolare riferimento ai pareri richiesti dal responsabile del procedimento per verificare se la Variante di piano meritasse o meno di essere assoggettata a VAS.

Riportiamo a seguire, a beneficio della chiarezza degli argomenti prodotti, i contenuti del comunicato diramato stamani dall’associazione.

“Illustri assenti risultano quattro soggetti qualificati: la Direzione Ambiente ed Energia della Regione Toscana; la Direzione Difesa del Suolo e Protezione Civile della Regione Toscana; il Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Toscana; il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno). Non hanno preso parte alla seduta della Conferenza di servizi nella quale si assumevano le decisioni, né hanno inviato un parere.

La Direzione delle Gallerie degli Uffizi, a cui fanno capo da qualche tempo sia il Giardino di Boboli sia Palazzo Pitti, non risulta essere stata neppure interpellata. Eppure il progetto presentato al Comune dalla proprietà prevede (clamorosamente) che i clienti dell’albergo godano del singolare privilegio di avervi accesso attraverso Palazzo Pitti, e il Giardino di Boboi. L’itinerario “parte dall’ingresso principale di Palazzo Pitti che dà accesso al Giardino di Boboli, e prevede di costeggiare l’area ad Est fino ad arrivare alla Grotta di Madama; proseguendo lungo gli edifici adiacenti, tramite collegamenti verticali posti al loro interno, si arriva alla pensilina nel Giardino di Costa San Giorgio”.

Da qui si diparte un ascensore inclinato che raggiunge la quota di una seconda pensilina, posta di fronte all’ingresso Nord del Forte Belvedere e all’ingresso secondario del Giardino di Boboli (sic!).

Altri soggetti non si sono pronunciati o hanno espresso parere non esplicitamente favorevole alla non assoggettabilità a VAS. Palesi contraddizioni fra pareri emergono inoltre dalla loro analisi comparata.

Non basta. Ci sono anche sonore, esplicite e ribadite bocciature.

Un soggetto strategico, il Servizio Mobilità (Direzione Nuove Infrastrutture e Mobilità) del Comune di Firenze, chiamato a valutare le modalità di soluzione, da parte del proponente, del deficit infrastrutturale registrato anche rispetto alle attuali esigenze e destinazioni d’uso, le ha ripetutamente respinte.

Da parte sua,il soggetto deputato alla tutela della salute, l’Azienda USL Toscana Centro, ha subordinato la non assoggettabilità a VAS alla presenza di condizioni che risultano – appunto - conclamatamente assenti.

Ciliegina democratica su questa simpatica torta procedurale: non risulta che l’Amministrazione Comunale abbia provveduto ad attivare iniziative informative a beneficio delle pubblica opinione sul procedimento in corso né sulla decorrenza dei termini per la presentazione delle osservazioni dei cittadini, neppure attraverso un elementare comunicato stampa che potesse essere raccolto quanto meno dagli organi di informazione.

Ci si domanda in conclusione – osserva Idra - su quali basi abbia potuto, la Direzione Urbanistica, esprimere un giudizio di non assoggettabilità alla Valutazione ambientale strategica, considerate tutte queste circostanze!

Ecco perché Dell’Olio e Evangelisti hanno ringraziato ieri i presidenti Milani e Pampaloni per la tempestività con cui è stata accolta – attraverso questo primo colloquio interlocutorio - la richiesta formulata a luglio da Idra di essere audita in Commissione unitamente a una delegazione di cittadini. Ma hanno anche indirizzato loro la richiesta di due interventi immediati, in quanto massimi esponenti del consesso rappresentativo della città, e quindi garanti della correttezza delle procedure ancor prima che dell’accettabilità dei contenuti dei progetti:

- una iniziativa nei confronti della Direzione urbanistica e della Giunta – verificate le anomalie segnalate dall’associazione - per la sospensione del procedimento di Variante “Ex Caserma Vittorio Veneto”;

- una iniziativa di informazione alla cittadinanza cui siano invitate tutte le parti coinvolte, così da cominciare quanto meno a colmare la lacuna di rapporto con la comunità che questo iter di pianificazione manifestamente accusa.

Dopo il netto niet alla proroga dei termini in Consiglio da parte dell’assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re, soltanto il Difensore civico della Toscana – intervenuto in supporto all’associazione - sa peraltro (mentre Idra lo ha appreso solo ‘per conoscenza’) che la Direzione urbanistica avrebbe accolto le osservazioni dei cittadini anche oltre il termine del 25 luglio (“in ogni caso è prassi della Direzione Urbanistica istruire e controdedurre anche le osservazioni pervenute successivamente alla scadenza ufficiale dei termini”, scrive la Direzione al Difensore… il 4 agosto!).

C’è dunque spazio, ci si augura, per un recupero di normalità nell’iter di questo discusso progetto”.

In evidenza