Il condominio, per come viene definito, è una collettività organizzata di persone che ha il fine di gestire e conservare le parti comuni dell’edificio. Collettività e coronavirus non vanno d’accordo e per molto tempo sarà così. Dagli inizi di marzo non si possono tenere assemblee condominiali. Gli assembramenti sono vietati e il Governo rispondendo a specifiche domande sul punto ha chiarito che tra gli assembramenti rientrano anche le assemblee condominiali che non possono tenersi, se non per via telematica. La normativa vigente però impedisce questa modalità di svolgimento. Lo stesso d.p.c.m. 22 marzo 2020 ha limitato l’attività dell’amministratore di condominio, il cui codice A.TE.CO. non è menzionato tra quelli la cui attività può proseguire.
Dunque assemblea bloccata e organismo esecutivo limitato. Il tutto senza sospensione dei termini per gli adempimenti connessi alla fruizione dei servizi. È vero, fino al 13 aprile l’erogazione di gas, luce ed acqua non può essere sospesa, ma questo non vuol dire che non si debba pagare, ovvero che il mancato pagamento non sia considerato inadempimento. Fino a che non ci si potrà riunire, non si potranno approvare consuntivi e preventivi, con conseguente stasi nella gestione dell’edificio.
Cosa sarebbe utile prevedere?
Un collega
Purtroppo ha ragione su tutta la linea. Il codice Ateco dell'amministratore contrariamente a quello che riportano le associazioni di categoria non consente lo svolgimento dell'attività. Non abbiamo strumenti legislativi che possano far valere gli strumenti tecnologici per poter svolgere le assemblee di condominio. Attendiamo un intervento urgente in questo senso in quanto nei prossimi mesi la situazione non cambierà all'improvviso e forse sarà opportuno evitare assembramenti sia per la tutela dell'amministratore che per i clienti.
Sarebbe opportuno prevedere la riduzione dei limiti di delega. Anche per quanto riguarda la formazione sarà necessario trovare delle soluzioni che consentano una continuità ed un aggiornamento nel rispetto del D.M. 140, ma pure delle nuove esigenze di vita.
Mi sembra che vi sia una disparità di trattamento nei confronti dell'amministratore di condominio. Tante responsabilità ed adempimenti da una parte e poco riconoscimento e tutela dall'altra parte. Oggi la figura dell'amministratore di condominio non può essere più associata ad un professionista di seconda categoria come spesso accade ma deve avere il suo ruolo e l'importanza che merita. Fino a quando non ci sarà un riconoscimento di questa figura con la costituzione di un registro e la volontà da parte delle istituzioni e dei legislatori di sentire anche la categoria non arriveremo a nulla.