Firenze intitola una strada a Piersanti Mattarella

L'annuncio del sindaco Nardella. Milani: "Commemorare è riflessione ma, insieme, un preludio all’azione"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 gennaio 2024 16:49
Firenze intitola una strada a Piersanti Mattarella

Una via accanto al palazzo che ospita il tribunale sarà dedicata a Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia e fratello dell'attuale capo dello Stato, assassinato a Palermo il 6 gennaio 1980 in un attentato terroristico di matrice politico-mafiosa. Lo ha annunciato il sindaco Dario Nardella. "Daremo esito - ha spiegato il sindaco - alla mozione presentata dal gruppo Pd e poi approvata dal consiglio comunale"."Mattarella è una figura simbolo della lotta delle istituzioni democratiche contro Cosa Nostra ed ha pagato col sangue il suo coraggio - hanno sottolineato Nardella e l'assessora alla toponomastica e alla cultura della memoria Maria Federica Giuliani - fu vittima di un perverso intreccio tra criminalità organizzata e politica corrotta che in lui, amministratore integerrimo, vedevano un nemico tenace".

"Il 27 maggio 1993 la strage di via dei Georgofili inaugurò la stagione delle bombe mafiose contro i monumenti - hanno aggiunto il sindaco e l'assessora Giuliani - nessun fiorentino potrà mai dimenticare quell'attentato. E tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata. Ricordando Piersanti Mattarella vogliamo onorare uno dei politici italiani che maggiormente si è distinto per aver portato avanti la cultura della legalità e rimarcare la ferma volontà di contrasto a tutte le mafie da parte dell'amministrazione". 

“Il 6 gennaio 1980, le pallottole di Cosa Nostra – ricorda il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – posero fine alla vita di Piersanti Mattarella, Presidente della Sicilia, assassinato davanti alla famiglia poco prima di recarsi a messa, consegnando alla storia e alla buona volontà dei siciliani, un mandato ben preciso: quello di cambiare la Sicilia attraverso l’impegno civico, ancor prima che politico. Lui, tra i pochi rappresentanti istituzionali a commemorare Peppino Impastato, nella sua Cinisi, all’indomani della brutale esecuzione per mano mafiosa, pronunciando una dura reprimenda contro Cosa Nostra nei giorni in cui l’attenzione dell’Italia era catalizzata dal ritrovamento del corpo di Aldo Moro, aveva segnato l’impegno per un rinnovamento dei siciliani e una posizione forte da parte dei rappresentanti politici indispensabile al fine di indicare, concretamente, una via alternativa alla sudditanza al potere mafioso, anche quella dettata dalla paura.

Un impegno che, nonostante il poco tempo trascorso tra il suo insediamento alla Regione (20 marzo 1978) e il suo omicidio, ha lasciato il segno come esempio di “moralizzazione della vita pubblica e contrasto alla mafia”, per “liberare la Sicilia dalle consorterie mafiose”.

Colgo con sincera approvazione la decisione del Sindaco di intitolare una strada vicina al Tribunale di Firenze a Piersanti Mattarella; commemorare è riflessione ma, insieme, un preludio all’azione. Perché se il ricordo fosse legato solo a un singolo giorno, rischierebbe di non essere funzionale al cambiamento ma solo un mero dovere da esercitare per senso civico o semplicemente obbligo di coscienza. Perché l’esempio dei testimoni va oltre la semplice conoscenza. È edificazione morale e sociale lasciata in eredità alle generazioni del domani.

Negli anni immediatamente successivi a quel 1980, di sangue ne sarebbe stato sparso ancora. Finché, con i massacri del 1992, divenne ormai chiara la natura di antistato delle mafie, la cui violenza divenne un’aperta sfida alle istituzioni legittime ed arrivò a colpire anche Firenze – conclude il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – con l’attentato dei Georgofili ancora non completamente, chiarito che ha visto perdere la vita l’intera famiglia Nencioni e lo studente Dario Capolicchio”.

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