Fidi e Chil, garanzie e controlli sui soldi pubblici

Proposta di risoluzione: "La giunta ha ammesso le irregolarità, se serve utilizzi gli avvocati"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 gennaio 2015 15:56
Fidi e Chil, garanzie e controlli sui soldi pubblici

"La Regione Toscana faccia chiarezza fino in fondo e si attivi in ogni sede con Fidi Toscana per il recupero delle somme irregolarmente riscosse" lo chiede in una proposta di risoluzione che passerà al vaglio del Consiglio regionale il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione e candidato a governatore Giovanni Donzelli.Nelle stesse ore il Ministero per voce del sottosegretario all'economia Zanetti avrebbe assolto la Chil. "In base alle disposizioni operative del Fondo, le variazioni intervenute successivamente alla data di presentazione della richiesta di ammissione, non rilevano irregolarità. Le verifiche effettuate non hanno evidenziato anomalie rispetto alle ordinarie modalità di intervento fissate dalla legge e dai provvedimenti ministeriali" facendo salva dunque la garanzia prestata dal Fondo nei confronti del garante Fidi Toscana.

 "La  Regione Toscana però - ricorda Donzelli - ha confermato, con le parole dell'assessore Gianfranco Simoncini nella risposta all'interrogazione di Fratelli d'Italia, le mancate comunicazioni previste dal regolamento".Donzelli spiega che "La Giunta regionale ha ammesso che l'azienda Chil della famiglia Renzi e la Bcc di Pontassieve guidata da Matteo Spanò hanno omesso di comunicare a Fidi Toscana gli assetti societari che avrebbero comportato la riduzione e/o la revoca della garanzia concessa da Fidi Toscana.

La garanzia di Fidi e la controgaranzia del Governo - spiega Donzelli - sono state rilasciate a Chil come Pmi femminile e toscana. Ma alla fine Governo e finanziaria regionale hanno pagato per Chil Post Srl: società ligure e maschile. La Regione - conclude Donzelli - adesso ha l'obbligo di andare fino in fondo, anche attraverso gli avvocati, per tutelare le casse pubbliche che sarebbero state danneggiate da un indebita elargizione di denaro".L'onorevole Giovanni Paglia di Sel aveva interrogato il Ministero dello Sviluppo Economico: "La vicenda è nota, oltre che all'origine di un'inchiesta della magistratura per bancarotta fraudolenta. Chil post srl chiede un prestito di oltre 400.000 euro senza garanzie alla BCC di Pontassieve, lo ottiene e ottiene anche una garanzia pari all'80% dalla società pubblica Fidi Toscana, partecipata da Provincia e Comune di Firenze, di cui il dirigente in aspettativa di Chil post è prima Presidente e poi Sindaco. Fidi Toscana a sua volta si fa garantire per il 90% dal Fondo Centrale di Garanzia. Poi succede che Chil post srl venga svuotata di tutte le cose di valore a favore di un'altra società della famiglia, poi trasferita a Genova, poi venduta, poi fallisce. Parte del buco, per più di 200.000 euro, viene ripagato dal Fondo Centrale di Garanzia. Il Fondo attualmente presta garanzie per 13,8 miliardi di euro. La mia domanda quindi era molto semplice. Perché Fidi Toscana e Fondo Centrale di Garanzia non hanno tenuto monitorata la posizione, a tutela delle risorse pubbliche, come farebbe qualsiasi banca? La risposta, sconcertante, è che loro non effettuano controlli sull'evoluzione dei soggetti a cui prestano garanzie. A questo punto sono molto preoccupato e ho chiesto al Governo di intervenire per modificare le procedure di controllo di confidi pubblici e Fondo Centrale di Garanzia, data l'entità delle risorse in campo unita a un'evidente approssimazione" conclude l'On.

Giovanni Paglia.

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