Empoli: ricordati i poliziotti vittime del terrorismo

Il ricordo di Falco, Ceravolo e Rocca 50 anni dopo l’assassino dei poliziotti empolesi in viale Boccaccio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 gennaio 2024 14:46
Empoli: ricordati i poliziotti vittime del terrorismo

Il 24 gennaio 1975, ad Empoli, il brigadiere Leonardo Falco e gli appuntati Giovanni Ceravolo e Arturo Rocca, rimasero vittime di un terrorista che, durante una perquisizione effettuata nella sua abitazione, fece fuoco sui tre poliziotti, uccidendo Falco e Ceravolo, mentre Rocca rimase seriamente ferito.

Dopo 49 anni, la città di Empoli e la Polizia di Stato ricordano ancora queste vittime del terrorismo con una targa commemorativa, realizzata dall’amministrazione comunale di Empoli, scoperta questa mattina dal questore di Firenze Maurizio Auriemma proprio sul luogo dell’attentato.

La cerimonia ha avuto inizio in viale Boccaccio, in prossimità del civico 25, dove il Questore ha onorato le vittime deponendo una corona di alloro a nome del Capo della Polizia.

Presenti anche la sindaca di Empoli Brenda Barnini, i sindaci dei comuni dell’intera area metropolitana, le autorità civili e militari, che hanno assistito alla scopertura della targa, avvenuta alla presenza dei familiari dei caduti, del dirigente del commissariato cittadino di P.S. Francesco Zunino e del Gonfalone del comune di Empoli.

Subito dopo la targa è stata benedetta dal cappellano provinciale della Polizia di Stato monsignor Luigi Innocenti, accompagnato dall’esecuzione del Silenzio a cura di un trombettiere della Polizia di Stato, dagli onori di un picchetto di agenti del Reparto mobile di Firenze. A seguire la Santa messa in suffragio celebrata sempre ad Empoli, al Santuario della Madonna del Pozzo da monsignor Innocenti.

Terminata la funzione religiosa, il questore Maurizio Auriemma ha deposto, a nome del Capo della Polizia, un mazzo di fiori ai piedi del cippo commemorativo all’ingresso del commissariato Empolese, in ricordo del brigadiere di Pubblica sicurezza Leonardo Falco e degli appuntati Giovanni Ceravolo e Arturo Rocca, vittime del terrorismo, Medaglie d’Oro al Merito civile.

Ai due poliziotti è stata anche intitolata una strada della città di Empoli nel 2004, oltre ad essergli dedicato un monumento e una pietra d’inciampo.

A quasi 50 anni dal tragico evento tutte le istituzioni hanno manifestato insieme agli empolesi grande solidarietà alle famiglie dei tre poliziotti il cui “coraggio al servizio dello Stato costituisce un esempio per tutte le generazioni”, ha sottolineato il Questore Maurizio Auriemma: “da oggi- ha proseguito il Questore della provincia di Firenze - chiunque camminerà in questo viale dove persero la vita due devoti servitori dello Stato, rifletteranno, attraverso il loro ricordo, su cosa significa indossare la nostra uniforme e fino a dove è disposto a spingersi un poliziotto per portare a termine la propria missione, ovvero vegliare su ogni singola vita, proteggendola anche con il sacrificio estremo, facendo appello alla fede che solo l’amore per il prossimo può consolidare in ognuno di noi.”

La sindaca di Empoli Brenda Barnini sottolinea che "Commemorare quanto accaduto 49 anni fa, nella nostra città, non è un esercizio di memoria ma è una volontà dell'amministrazione e della comunità. Un dovere che sentiamo nostro e che non viene sopito dal passare del tempo. Quest'anno, in questo giorno di ricordo e riflessione, è stata scoperta una targa alla memoria del brigadiere Falco e degli appuntati Ceravolo e Rocca: si tratta di un monumento alla memoria collocato nel luogo dove avvenne l'attentato, il secondo dopo la pietra d'inciampo collocata negli anni scorsi.

Fare in modo che quanto accaduto sia conosciuto a tutte e tutti: questo l'obiettivo che perseguiamo. E' importante per rendere onore a chi ha pagato con la vita il suo impegno per lo Stato e la comunità, oltre che per dire grazie a tutti coloro che lavorano ogni giorno per garantire la sicurezza. Ed è importante perché quanto accaduto sia patrimonio storico pubblico della nostra città. La storia non è qualcosa di passato, una materia che si studia a scuola o all'università: è uno strumento di conoscenza e consapevolezza, per questo dobbiamo conoscerla e diffonderla"

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