Eataly, Farinetti chiede smentita, poi firma accordo con Cgil

Lo sciopero di fine agosto è rimbalzato attraverso il web ed è finito tra la gente

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 settembre 2014 17:21
Eataly, Farinetti chiede smentita, poi firma accordo con Cgil

Far sapere all'opinione pubblica che sul posto di lavoro c'è qualcosa che non va. Si chiama sciopero mica pic-nic.Hanno colpito nel segno i giovani di Eataly che hanno visto arrivare Farinetti Junior a Firenze. L'AD Francesco Farinetti, figlio del patron, scrive 'Il Fatto Quotidiano' ha preteso una indigesta smentita da parte degli scioperanti che si sono trovati a firmare un formale atto di 'rettifica'. Così i ragazzi sarebbero stati fraintesi, oppure si sono confusi, ma sul loro futuro si apre uno spiraglio di luce.Successivamente lo stesso Amministratore Delegato ha firmato l'accordo con Cgil.

Lo sciopero è stato reso possibile dai Cobas provinciali di Firenze, al fianco dei dipendenti in via Martelli. In una nota Cgil è intervenuta dichiarando di monitorare da tempo la situazione, non quanto fatto a Bologna, forse, dove la segreteria ha dichiarato di essere stata con il fiato sul collo dell'azienda e di vantare un rapporto di estrema correttezza e rispetto più unico che raro e che comporta la stabilizzazione di tutti i dipendenti presenti nel capoluogo emiliano.Il sindacato fiorentino renderà noti i termini dell'accordo in una conferenza stampa fissata per domani, 4 settembre.Lo sciopero arriva quando l'azienda ha già risposto 'picche' alla richiesta di incontrare i lavoratori o i sindacalisti che li rappresentano tutelandone i diritti.Per Eataly lo sciopero è arrivato il 30 e 31 agosto ed in via Martelli sono volate parole forti.L'aspetto economico del mancato rinnovo dei contratti è passato quasi in secondo piano.I clienti ed i passanti hanno visto ragazzi in grembiule griffato che reggevano uno striscione "Mai più Precari!" ed altri grembiuli che si affacciavano dalle finestre dei piani superiori, ancora altri grembiuli che prendevano ordinazioni ed ogni tanto lanciavano uno sguardo, scattavano una foto di nascosto ai colleghi ed accennavano un sorriso.

Si chiama precariato, mica self control.L'attenzione dell'opinione pubblica si è soffermata su quelle parole pronunciate dai ragazzi rispetto ai turni di lavoro saputi con sole 24 ore di anticipo, sulle mansioni svolte da 60 persone al posto di 120, sulle mancate riunioni, sugli inesistenti spazi per discussioni e confronti sui metodi di lavoro.Tutto questo è arrivato al pubblico ed ha comportato un contraccolpo d'immagine alla catena che si appresta a mettere il nastro a nuove, importanti, aperture internazionali.Cgil incassa la vittoria, ma c'è da scommettere che qualcuno voglia mettere in chiaro che non funziona sempre così, esistono imprenditori refrattari all'opinione pubblica.

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