Coronavirus, i sindacati fiorentini avvertono: "Salute al 1° posto"

Cgil, Cisl, Uil hanno incontrato il prefetto Lega e il sindaco Nardella: “Occorre sospendere le attività non indispensabili, si garantisca la sicurezza di chi deve lavorare, pronti a mobilitazioni e scioperi”. Chiesta la chiusura domenicale dei supermercati. Fattori e Sarti (Sì Toscana): "Elenco troppo lungo"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 marzo 2020 17:25
Coronavirus, i sindacati fiorentini avvertono:

Firenze, 23-3-2020 - “Oggi è il momento di mettere la salute di tutte e tutti al primo posto. Così come il Governo giustamente invita i cittadini a stare a casa, anche i lavoratori e le lavoratrici hanno il diritto di tutelarsi e di restare a casa, per la salute loro e per non mettere in ulteriore difficoltà il servizio sanitario nazionale. Quindi, si sospendano tutte le attività realmente non indispensabili”: lo sostengono Paola Galgani (segretaria generale Cgil Firenze), Roberto Pistonina (segretario generale Cisl Firenze) e Paola Vecchiarino (Responsabile Uil Firenze).I tre sindacalisti, a seguito dell'uscita del DPCM del 22 marzo 2020 che individua le attività economiche non essenziali che dovranno sospendere la produzione per far fronte al diffondersi del virus Covid-19 nella provincia di Firenze, hanno aperto un confronto con il sindaco della Città Metropolitana Dario Nardella e il prefetto di Firenze Laura Lega.

Questo il report degli incontri di oggi con sindaco e prefetto stilato da Galgani, Pistonina e Vecchiarino:

“Negli incontri che si sono tenuti nella giornata di oggi abbiamo ribadito le nostre posizioni, già espresse a livello nazionale:

l'elenco dei settori individuati dal DPCM è troppo ampio rispetto alla definizione di “attività indispensabili” ed è quindi necessario che il governo corregga l'Allegato 1 al DPCM (come tra l'altro previsto dall'Art. 1 comma 1 lettera a);

− anche all'interno delle aziende che hanno codici Ateco realmente indispensabili si identifichino le attività essenziali, in modo da prevedere una riduzione della produzione utile all'effettivo rispetto degli obiettivi di salute pubblica;

− in tutte le attività lavorative, senza alcuna distinzione, si provveda a far rispettare il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” del 14 marzo u.s. come previsto dall'Art. 1 comma 3 del DPCM del 22 marzo 2020 e in caso ciò non sia possibile si attivino gli ammortizzatori sociali previsti;− in particolare si verifichi che in tutte le attività che restano aperte vi sia l'effettiva distribuzione dei DPI;

si intervenga per ridurre la pressione sui supermercati, provvedendo alla chiusura domenicale, a incentivare la spesa di vicinato, ad evitare assembramenti comunque pericolosi in una fase di diffusione del contagio.

In particolare al Prefetto abbiamo rappresentato la richiesta di CGIL CISL e UIL nazionali di incontro con il Ministro dell’Economia e quello dello Sviluppo Economico per ridurre le attività ancora considerate essenziali in base al Decreto e perché intervenga attivamente per il rispetto della riduzione delle attività produttive e la tutela della sicurezza, non autorizzando le attività che non sono realmente funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività essenziali, che non siano a rischio in caso di interruzione e che non siano strategiche per l'economia nazionale”.

Concludono Galgani, Pistonina e Vecchiarino: “Cgil, Cisl e Uil del territorio fiorentino invitano e sostengono le proprie categorie e le Rsu a mettere in campo tutte le iniziative di lotta e di mobilitazione, fino alla proclamazione dello sciopero, per sostenere le proposte avanzate e valuteranno iniziative territoriali qualora si rendano necessarie, in accordo con quanto verrà stabilito a livello nazionale. Oggi è il momento di mettere la salute di tutte e tutti al primo posto: deve essere una responsabilità di tutti. Responsabilità che non è mai mancata da chi lavora nei servizi essenziali, a partire dalla Sanità: è indispensabile che queste lavoratrici e lavoratori siano messi in condizione di lavorare con risorse e dispositivi adeguati”.

“Sono troppe le attività economiche escluse dall’ultimo decreto del Presidente del Consiglio. In questa fase di emergenza sanitaria la salute pubblica e il blocco del contagio da Coronavirus sono la priorità assoluta, a prescindere da quello che sostiene Confindustria”: è quanto hanno ribadito oggi i consiglieri regionali del gruppo Sì Toscana a sinistra, Tommaso Fattori e Paolo Sarti, secondo i quali “chi lavora in settori non essenziali deve avere la possibilità di restare a casa mentre chi deve continuare a lavorare deve poterlo fare in condizioni di piena sicurezza e nel rispetto delle misure di prevenzione dal contagio, così come prevede il Protocollo siglato con le organizzazioni sindacali”.

Fattori e Sarti sostengono di condividere le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali, che hanno giudicato il decreto insufficiente alla tutela della salute dei lavoratori. “L’elenco delle attività produttive ritenute strategiche e quindi autorizzate dal governo a restare aperte è diventato troppo lungo fino ad includere anche settori come l’edilizia, tutto il tessile e la meccanica o l’intero commercio all’ingrosso che nulla hanno a che vedere con la fabbricazione di prodotti elettromedicali e anticoronavirus o con la filiera alimentare.

Come Consiglio regionale dobbiamo prendere posizione e chiedere a Conte di cambiare immediatamente il decreto”, hanno aggiunto i consiglieri di Sì Toscana a sinistra. “Inoltre l’articolo 1 comma d del Dpcm apre una falla che rischia di vanificare in gran parte i limiti posti dal Codice Ateco, allargando a piacimento l’elenco delle attività consentite, perché si consente a qualsiasi azienda di autocertificare, con una semplice comunicazione al prefetto, di far parte della filiera delle attività indispensabili, aggirando così l’obbligo di chiusura.

E lo si fa senza che sia prevista alcuna sanzione per chi produce autocertificazioni infondate o mendaci”. “Quel comma - concludono Fattori e Sarti - deve assolutamente essere eliminato prima che il decreto entri in vigore”. Il gruppo consiliare ha presentato un atto in tal senso che sarà portato in discussione alla prossima seduta del Consiglio regionale.

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